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Servizio emergenza Alto Frignano: sindaco e opposizione di Montecreto bocciano Ausl

Servizio emergenza Alto Frignano: sindaco e opposizione di Montecreto bocciano Ausl

'Dirigenti sanitari Ausl incaricati dalla Regione di ridurre le spese sanitarie e guarda caso partendo da un territorio vastissimo, in più punti isolato'


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'Siamo stati eletti dai nostri concittadini per proteggerli e difendere i loro diritti, al di là di qualsiasi appartenenza politica o difesa di partito. A seguito di un confronto leale e schietto con la minoranza del mio comune, la quale quando si parla di diritti della cittadinanza di Montecreto si è sempre dimostrata attenta e disponibile, esprimiamo congiuntamente il nostro pensiero relativamente alla riduzione e alla cessazione dei contratti dei medici di emergenza territoriale nell’Alto Frignano'. A parlare è il sindaco di Montecreto Giuseppe Ballotti.
'Ancora una volta ci troviamo di fronte a scelte non condivise e calate dall'alto; in particolare da dirigenti sanitari Ausl incaricati dalla Regione di ridurre le spese sanitarie e guarda caso partendo da un territorio vastissimo, in più punti isolato ed il più fragile, con una bassissima densità di popolazione oltretutto anziana. E' stata definita una necessaria “riorganizzazione” basata sui limitati numeri di visite o accessi al punto di primo soccorso, adducendo come motivazione che il servizio di emergenza-urgenza per il territorio dell'Alto Frignano sia altamente e con sicurezza garantito dall'elisoccorso, dal volontariato e dall’assistenza infermieristica (cercando di convincerci che gli infermieri sulle autoambulanze sono altamente specializzati più preparati dei medici) mantenendo quale unica automedica con
medico a bordo per tutto il territorio da Serramazzoni a Fiumalbo, quella con sede a Pavullo'.
'È risaputo che la Sanità Regionale è in difficoltà probabilmente per scelte fatte in passato soprattutto in pianura dove solo a Modena coesistono tre ospedali con distanze minime l'uno dagli altri. Ma la montagna non ha colpe; le scelte di cui parliamo sono sinonimo di una volontà tesa a far si di abbandonare la montagna a se stessa; già stiamo assistendo da tempo ad un progressivo abbandono dovuto alla mancanza di lavoro e di servizi in particolare, se accettiamo in silenzio anche questa “Riorganizzazione” possiamo dichiararci finiti inesistenti'.
 

'Decreto 2 aprile 2015 n. 70 - aggiunge Maurizio Cadegiani, capogruppo di Minoranza -. Basterebbe leggere questo documento recante la definizione degli standard qualitativi, strutturali, tecnologici e quantitativi relativi all'assistenza ospedaliera, per far si di capire come la soppressione del Met sia un atto predisposto con impeto e nell’inosservanza degli standard a cui il servizio sanitario suo malgrado deve sottostare. La recente riorganizzazione del Met, si troverà a gestire un territorio complessivamente ampio 689 kmq con poco più di 40.000 residenti, dato questo contrario al Decreto n. 70, che seppur individui in non più di 60.000 i residenti, indica perentoriamente una superficie asservita non maggiore ai 350 kmq.
Lo stesso documento tra l’altro menziona tra i vari mezzi di soccorso anche l’eliambulanza che però rappresenta un mezzo integrativo e non alternativo delle altre forme di soccorso e deve essere usata in quelle situazioni tempo-dipendenti o legate a particolari condizioni assistenziali o a realtà territoriali disagiate e non come ci viene descritto come la panacea di tutti i mali. In definitiva - conclude Cadegiani - si sono adottate strategie addirittura in contrasto con quanto deliberato dalla Conferenza Territoriale Sociale e Sanitara del 13 settembre 2023, dove veniva ratificata perfino una riorganizzazione della collocazione dei mezzi di soccorso in attuazione al predetto Decreto n. 70 con l’obbiettivo di migliorare l’appropriatezza degli interventi e dei mezzi inviati evitando le soppressioni ed operando in maggior integrazione con le strutture di volontariato. Francamente ciò che è accaduto con la soppressione del Met non solo va nella direzione contraria a quanto ratificato sull’intero sistema, ma mette ulteriormente in crisi quell’apparato di volontariato che da oggi si vedrà costretto ad agire in condizioni di minor tranquillità, il tutto ripercuotendosi negativamente su questo importante sistema di impegno sociale.
Nessuno vuole impedire una seria e profonda riorganizzazione del servizio, ma il mero taglio di prestazione per ragioni puramente economiche si, anche per evitare sprechi che negli anni scorsi hanno portato alla situazione attuale'.
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