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Galleria Civica e Museo della Figurina restano 'governati' dal Comune

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Le parole dell'assessore Cavazza in Consiglio comunale cancellano il rischio che la governance di questi Istituti possa cessare di essere pubblica


Galleria Civica e Museo della Figurina restano 'governati' dal Comune
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Potrebbe sembrare un'informazione scontata, principalmente per quanti non hanno prestato attenzione e seguito passo passo l'evolversi della progettazione relativa al Polo Culturale cittadino, che ha assunto nel tempo varie definizioni, ma che, per intenderci, i più conoscono come progetto Sant'Agostino.

Dopo una prima iniziale progettazione che prevedeva l'inutile trasferimento della gloriosa Biblioteca Estense nelle due costosissime (altrettanto inutili) torri di vetro, svettanti a stagliarsi del tutto impropriamente nella skyline modenese, fortunatamente si é giunti all'idea, propugnata da un buon gruppo di modenesi, esperti del ramo, che il prestigioso palazzo del Sant'Agostino fosse meglio utilizzato e che, ben più importante, fosse meglio per l'intera Comunità, potesse ospitare, invece, la nostra Galleria Civica ed il nostro Museo della Figurina.

Quest'ultimi, seppure per caratteristiche e peculiarità differenti, sono due Istituti cittadini di significativa importanza.

Il primo, che, oltre a quello di aver accompagnato buona parte della crescita culturale di molti modenesi, che la ricordano ancora presso il Palazzo dei Musei, ha avuto il merito, fra i tanti, di essere stato il primo, e per un bel pò di tempo l'unico, a 'gestione pubblica'. Si é preoccupato di raccogliere un rilevante patrimonio d'Arte contemporanea, di produrre mostre ed eventi che hanno posto la nostra Città all'avanguardia, specie grazie alle prestigiose direzioni che lo hanno guidato (e governato). Il secondo, anch'esso a 'gestione pubblica' ha il merito di essere un unicum nell'intero panorama mondiale, grazie al fatto di essere stato realizzato in un contesto territoriale che ha visto nascere la figurina ed il suo collezionismo, anche in questo caso, grazie ad uomini e donne lungimiranti, trasformatisi gradualmente in industriali di successo.

Oggi, il Museo dispone di un patrimonio importantissimo, per la sua specificità e la sua unicità.

Chi scrive é convinto che il loro trasferimento sia una scelta giusta ed oculata.

Se si riuscirà a realizzarla, com'è sperabile, essa permetterà una ri-delineazione di molti degli spazi-luoghi (odio il termine contenitori) che promuovono cultura nella nostra Città.

Volendola limitare ad una lettura molto basica, forse anche troppo elementare, ma comunque immediata, senza quegli approfondimenti altrove più compiutamente esposti, si può osservare che i motivi per una sua valutazione positiva stanno già nella constatazione che una  Galleria Civica che si occupa di Arte contemporanea è senz'altro meglio collocata 'in', o a fianco, se si preferisce, di un contesto che promuove la conoscenza e la produzione dell'immagine, affiancata ad un altro Istituto come la Fondazione Fotografia, la cui collocazione nel Sant'Agostino non é mai stata in dubbio. Altrettanto può dirsi per quanto riguarda il Museo della Figurina, che, fra l'altro, trasferendosi in locali più adeguati, potrebbe svolgere meglio i suoi compiti, ampliando anche potenzialità digitali.

Corollario di questo trasferimento, inoltre, potrebbe essere l'allargamento degli spazi disponibili per la Biblioteca Delfini in quelli lasciati dai due citati Istituti. Oggi, gli spazi di cui dovrebbe disporre una biblioteca cittadina per una Città delle nostre dimensioni, sarebbero assai più ampi. Gli attuali della Delfini sono invece evidentemente sottodimensionati e molto condizionanti lo sviluppo delle grandi potenzialità di cui potrebbe disporre la nostra Biblioteca Civica. Una biblioteca che, preme ricordarlo, resta, nonostante ciò, tuttora uno fra i servizi cittadini più utilizzati, che riscontra il più alto livello di gradimento fra tutti i servizi comunali (ndr. vedi ricerca dell'Ufficio Ricerche sul gradimento dei servizi pubblici cittadini).

Tutto bene, quindi?  La direzione di marcia può essere ritenuta quella giusta?

Poteva essere sembrato così, almeno per questa parte del progetto, ma rimaneva un grosso interrogativo, che riguardava quello che adesso si chiama 'governance', il governo, che, in termini brutali sta a significare 'chi comanda' o, se si vuole essere meno diretti, chi dirige, chi progetta, chi individua le strategie e le finalità. All'interno della Pubblica Amministrazione, le responsabilità ed i ruoli della governance sono ben definiti, o almeno dovrebbero esserlo: per dirla in breve, la responsabilità politica, in capo agli assessori, delinea gli orientamenti, le finalità che poi la responsabilità tecnica, i dirigenti ed i direttori, hanno il compito di declinare nell'operatività. Così é, ovviamente, anche per ciò che ha a che fare con gli Istituti culturali.

In un primo tempo era però sembrato che, a seguito del loro trasferimento, la governance di questi Istituti avesse rischiato di cessare di essere pubblica. Pareva che lo stesso trasferimento fosse stato ritenuto motivo per rinunciare alla loro responsabilità gestionale, facendola afferire alla 'nuova padrona di casa' con la motivazione di una  razionalità e di una semplificazione delle relazioni, delle collaborazioni che sarebbero derivate dal loro avvicinamento e dalla loro convivenza sotto lo stesso tetto. Ragioni non da poco, è vero, ma infinitamente insufficienti per legittimare la rinuncia del Comune a perseverare nei suoi doveri gestionali.

Può anche essere che questa preoccupazione dell'epoca sia stata eccessiva e che si siano fraintese le reali intenzioni dell'Amministrazione. A discolpa di questa interpretazione, che oggi si sa essere stata errata, vi è potuta essere la constatazione della scelta di non sostituire il Direttore della Galleria Civica, perdurata da anni e proprio, del tutto incomprensibilmente, in un momento in cui, più che in altri, il suo ruolo sarebbe stato strategicamente importantissimo, non solo per le ordinarie attività bensì per accompagnare con le necessarie competenze il suo trasferimento.

Comunque sia andata, come si suol dire, dei fatti è doveroso prendere atto. Ed i fatti oggi, o meglio ieri, sono state le parole che l'assessore Cavazza ha pronunciato in Consiglio comunale, rispondendo ad un'interrogazione, che sono state riprese, oggi, da un comunicato dell'Ufficio Stampa del Comune, che bypassano, per la loro autorevolezza, tutte le chiacchiere di corridoio che possono esserci state e tutte le relative interpretazioni.

Quando, nelle sedi legittimate a farlo, siano esse il Consiglio o l'Ufficio Stampa del Comune, si dice e si dice e si scrive che i due Istituti sono '.. istituiti e governati dal Comune... ', e che questo e ' .. uno dei denominatori comuni...' dell'accordo che ne prevede il trasferimento, non essendo la grammatica e l'italiano delle opinioni, credo che non ci possano essere più dubbi.

Certo che resta l'interrogativo sui perché non si provvede a nominarne i Direttori.

Giovanni Finali


Giovanni Finali
Giovanni Finali

Educatore e Formatore, poi Coordinatore degli Educatori professionali del Comune di Modena, ha terminato la carriera presso la stessa Amministrazione in qualità di Istruttore Direttivo c..   Continua >>


 


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