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Ma davvero c'è chi vuole che vinca ancora Muzzarelli?

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Bisogna unirsi. A Modena ci sono diversi soggetti politici, ma nessuno, da solo, è prevedibilmente in grado di garantire ai Modenesi un reale cambio di rotta


Ma davvero c'è chi vuole che vinca ancora Muzzarelli?
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Con tutta evidenza, le riflessioni che seguono non saranno gradite a chi continua a vedere come una iattura l'eventuale sconfitta dell'attuale sindaco alle prossime elezioni. Ed altrettanto certamente non saranno condivise da quanti continuano a credere, nonostante le tante smentite nei fatti, che 'la sua scrivania era ed è vuota' (cioè che non aveva obblighi assunti precedentemente da rispettare) com'ebbe a garantire durante la precedente campagna elettorale ed inoltre che questa situazione avrebbe consentito alla città, grazie al suo impegno in tal senso, di ingranare la tanto celebrata 'marcia in più'... alludendo, com'era da immaginare, alle definitive soluzioni pdei problemi dei kioski, del Polo Culturale Sant'Agostino, di quello dell'ex-Amcm ed ex-Fonderie. Erano stati garantiti anche un significativo impegno per la riduzione dell'inquinamento ambientale, da realizzare attraverso degli interventi a favore della mobilità sostenibile (TPL, ciclabile, pedonale...) attraverso degli interventi miranti a ridurre il traffico urbano privato.

Era entrata in ballo anche l'assicurazione per una revisione dell'intero impianto progettuale, per favorire un'urbanistica più connessa ai reali bisogni abitativi ed alle non più eludibili esigenze ambientali. Di molte altre 'promesse' disattese ci saranno tempi e modi per parlarne ancora, specie durante l'imminente campagna elettorale, ma, al momento, mi fermo qui.

Da riconoscere a quest'amministrazione, per essere onesti, c'è la realizzazione delle tante rotonde stradali, del mega-concerto di Vasco Rossi, del 'non-contrasto' (la metto giù così) all'insediamento di tanti centri commerciali, più o meno grandi, della promozione motoristica nelle sue varie forme, tranne quella di contribuire alla stabilizzazione dei posti di lavoro, che so, per esempio alla Maserati.
Quanto al valutare se gli interventi cui fatto cenno possano rientrare fra i meriti o le colpe da attribuire al sindaco ed alla sua giunta... ovviamente é doveroso un rimando al parere dei lettori.

La mia valutazione, comunque, indipendentemente da 'ciò che penso di quelle persone e dei rapporti, anche personali, che ho con loro, è molto negativa. Non è un rimando a settembre: é una vera e propria bocciatura.

Oggi, comunque, per quanto mi è dato osservare, frequentando gli 'ambienti' nei quali si promuove il dibattito politico locale, compreso, ma non esclusivamente, quello che si svolge, diciamo così, 'a lato' del Consiglio comunale ogni giovedì pomeriggio, ciò che posso osservare é che la pensano come me, pur con diverse sfaccettature, moltissime persone, sia fra i consiglieri, sia fra coloro che sono più o meno soliti partecipare alle discussioni consiliari sulla base degli specifici temi all'ordine del giorno.

La stanchezza e la disillusione che i consiglieri esprimono circa il ruolo che, indipendentemente dall'impegno profuso, risulta, senza esagerare, inefficace ed inutile ai fini di contribuire in qualche modo al dibattito consiliare... è veramente preoccupante.

Il contesto normativo dentro il quale operano le amministrazioni locali, che, dalla legge Bassanini in poi, in virtù dell'affermazione di un decisionismo estremo limita oggettivamente ogni contributo dalle opposizioni (poiché attribuisce eccessivi poteri alle Giunte ed inoltre attribuisce la maggioranza consiliare assoluta anche a chi ne ha ottenuta elettotalmente una relativa) può esserne una delle cause. Ma certo non l'unica e la sola. Un'amministrazione attenta e sensibile, priva di vincoli d'interesse specifici, potrebbe pur porsi in un condizione di ascolto reale, di confronto dialogico autentico e, pur riservandosi la facoltà di prendere le decisioni, potrebbe considerare i contributi ideali delle opposizioni. Ma sappiamo bene che così non é stato, specie negli ultimi anni, durante i quali il ricorso ad uno sfrenato dirigjsmo ha prevalso anche a livello nazionale. Cercando, là, addirittura di modificare in tal senso la nostra Carta Costituzionale. Fortunatamente non riuscendoci per esplicita volontà degli Italiani.

Chi segue da tempo le vicende consiliari ha potuto notare che questo tipo di comportamento, certamente presente anche in passato, si é esasperato proprio nell'ultima consigliatura. Il dibattito consiliare, infatti, non ha prodotto pressoché alcuna modifica di un certo rilievo ai vari provvedimenti che la giunta, certo per obbligo e non per libera scelta d'opportunità, ha dovuto sottoporre all'esame del Consiglio. Sempre sicura, come ha potuto dimostrarsi, di trovarvi una (più o meno) compatta adesione da parte della stessa maggioranza che l'ha sostenuta.

Ora, laddove si fosse d'accordo con questa lettura della situazione, la diretta conseguenza.... ben inteso, se l'intenzione fosse quella di modificarla ponendo fine a questa stagione politica 'accentrata' su un Pd ancor più chiuso in se stesso poiché avverte l'accerchiamento... non potendo certo introdurre modifiche al quadro legislativo sulle potestà locali, sarebbe quella di porre in essere di condizioni reali per sostituire appieno l'attuale maggioranza, senza lasciarsi catturare dalle sirene di una promessa collaborazione e soprattutto cercando di mettere in campo un progetto-proposta che possa ambire a vincere le elezioni e non certo di accontentarsi di ottenere una più o meno grande rappresentatività politica che non potrebbe che risultare inutile ed inefficace quanto quella che l'ha preceduta.

Per poterlo fare, a mio avviso, sarebbe necessaria la creazione di alcune condizioni, di cui, qui, ne accenno soltanto due, riservandomi ulteriori e prossimi approfondimenti qualora potesse manifestarsi su queste riflessioni perlomeno un pò d'interesse.

Per prima cosa occorrerebbe attivare delle occasioni di confronto che potessero indicare 'quanti' e 'quali' soggetti politici locali sarebbero disposti ad impegnarsi nel costruire un 'piano programmatico' per il futuro della nostra Comunità che potesse vedere accantonate, per questa fase, le specifiche appartenenze partitiche ... e, volendo essere ancora più espliciti, quanti e quali possono essere i soggetti che, identificata come determinante priorità la sostituzione dell'attuale maggioranza, sono disponibili a privilegiare una condivisione chiara e netta (su taluni ben identificati contenuti) sull'idea di cose da fare rispetto alla propria identità ideologica ... fermandosi alla quale sarebbero possibili solo contrapposizioni e ad impedimenti, nei fatti, a quel cambiamento che pur si afferma di essere negli auspici.

La seconda è che sarebbe necessario 'cambiare l'ottica' o le ottiche che sono state usate fin qui per osservare e cercare di capire cosa sia quel 'civismo' che, specie in questi ultimi anni, è venuto via via manifestandosi come un Soggetto portatore di istanze molto condivise e che l'ha fatto utilizzando dei linguaggi, delle metodologie, delle strategie nuove. Estraniando completamente i partiti (cosa che non hanno fatto i vecchi Comitati e che ne ha decretato la morte per sfiducia ed assenza di credibilità) i nuovi soggetti, talora Comitati essi stessi, hanno cercato di muoversi alla ricerca di una condivisione e di un impegno fattivo su tematiche talvolta anche solo specifiche, talvolta più generali.

Ciò che é dato osservare in questo primo periodo pre-elettorale è che pressoché tutte le forze politiche stanno cercando di coinvolgere questi civismi nel tentativo di rafforzare il proprio elettorato potenziale. Ma, sempre a mio avviso, questo tentativo non otterrà alcun successo e sbaglierebbe, quel civismo, se non si pronunciasse già adesso e apertamente per un netto rifiuto. Un No grazie che potrebbe essere superato solo qualora i richiedenti non fossero singoli partiti, uno alla volta (del poco%) alla ricerca di una stampella. E ancora superabile se potesse essere essergli indirizzata la proposta di un programma di contenuti e proposte concrete cui contribuire, ma non come con una delega in bianco.

A Modena ci sono diversi soggetti politici, ma nessuno, da solo, è prevedibilmente in grado di garantire ai Modenesi un reale cambio di rotta. Non cercare (almeno cercare) di mettersi insieme per quanto é possibile per costruite una possibile alternativa vincente... equivarrebbe ad assumersi la grande responsabilità, nei confronti di noi Cittadini, di privarci della concreta possibilità di quel necessario ricambio che in tanti predichiamo.

Giovanni Finali


Giovanni Finali
Giovanni Finali

Educatore e Formatore, poi Coordinatore degli Educatori professionali del Comune di Modena, ha terminato la carriera presso la stessa Amministrazione in qualità di Istruttore Direttivo c..   Continua >>


 


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