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Minniti a Modena. E se la sicurezza fosse di sinistra?

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Troppa gente vive da troppi anni di politica e si è dimenticata della vita quotidiana delle persone comuni


Minniti a Modena. E se la sicurezza fosse di sinistra?
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In questa strana campagna elettorale, si sente spesso dire che “l’accoglienza è di sinistra”, che “il lavoro è di sinistra”, perfino che “le vaccinazioni sono di sinistra”. Quasi nessuno, a sinistra, dice che la sicurezza è di sinistra; come mai?  

E poi si sente dire che “l’accoglienza è un dovere costituzionale”, che “il lavoro è un diritto costituzionale”, che “la tutela della salute è un diritto costituzionale”  e che “la scuola è un diritto costituzionale”. Quasi nessuno, a sinistra, dice che la sicurezza è un diritto costituzionale; come mai? Anzi, chi la reclama o cerca di praticarla, è considerato di destra. Perché per la sinistra, la sicurezza è un tabù che le fa venire l’orticaria?

Perché si regalano consensi alle destre che, furbescamente, ne fanno una bandiera; sì, una bandiera ben redditizia di voti che così raccolgono a piene mani.

Salvo poi lamentarsi che la destra fomenti la paura.

QUELLA FRASE DI MINNITI: la sicurezza è un bene comune

E allora come non ricordare una famosa e discussa frase del ministro Minniti: “la sicurezza è un bene comune. E la sicurezza si rivolge innanzitutto ai più deboli. Guardate, i ricchi non hanno bisogno di uno Stato che li difenda. Quelli che hanno i soldi si difendono da soli, non sono come quelli che vivono in periferia e non hanno i soldi per comprare un altro appartamento: se il posto dove stanno non gli piace, prendono un aereo e vanno da un’altra parte”. Credo che sia proprio così.

Forse il problema sta proprio nella perdita di contatto tra i leader dei partiti di sinistra e la base sociale che credono ancora di rappresentare e che dovrebbe essere quella degli operai, dei disoccupati, degli abitanti delle periferie delle grandi città.

Ma ve li immaginate, Grasso, Boldrini, D’Alema e Bersani a vivere, anche solo qualche mese, in qualche quartiere malfamato,  degradato e senza servizi, in mezzo, oltre che a tanta brava gente, a spacciatori e pregiudicati di vario genere? Ve li immaginate? Non per una breve visita di saluto o per fare qualche foto, ma proprio a viverci lì con le famiglie, con mogli, figli ed anziani, per qualche tempo.

Oppure a viaggiare sui “carri bestiame dei pendolari”, invece che nelle loro comode auto, più o meno blu, con autista? O sui bus delle nostre metropolitane dove borseggiatori ormai noti, “lavorano” impunemente ogni giorno? O arrivare nelle stazioni delle nostre principali città, di notte, e fare lo slalom tra balordi, sbandati e delinquenti?  Ma cosa ne sanno loro dei problemi della sicurezza che toccano i cittadini “comuni”, gli anziani, i negozianti, gli artigiani, gli agricoltori? Cosa ne possono sapere, chiusi nei loro mondi?

J-Ax e Fedez hanno intitolato il loro primo disco insieme: Comunisti col Rolex d’oro. Forse c’è troppa gente che vive da troppi anni di politica e che si è dimenticata della vita quotidiana delle persone comuni. E’ comprensibile….

LA PROPOSTA DI LUIGI MANCONI: aboliamo il carcere

Luigi Manconi, non più ricandidato al parlamento e ormai quasi completamente cieco, per incarico del Presidente del Consiglio Gentiloni, sarà coordinatore dell'Unar, l'Ufficio per la promozione della parità di trattamento e la rimozione delle discriminazioni, nell’ambito del Dipartimento per le pari opportunità. Qualche anno fa, Luigi Manconi fu autore di un interessante libro dall’eloquente titolo: Abolire il carcere. Egli parte da un dato impressionante:  il 68%  di  chi ha scontato la pena in carcere torna a delinquere. Avanza, quindi, proposte alternative alla galera ed, a suo dire, molti più efficaci per garantire davvero la sicurezza dei cittadini. Secondo l’autore, occorre prima di tutto depenalizzare e poi ritiene che le eventuali pene debbano essere differenziate. Egli ritiene inoltre che occorra maggiormente agire con  sanzioni patrimoniali (multa, confisca, ecc.) e di  'di comunità', ovvero di prestazioni lavorative e attività riparatorie in favore della collettività. Secondo lui, esse realizzano, meglio di ogni altra, quel reinserimento sociale cui la pena deve tendere secondo Costituzione e, prevenendo la recidiva, garantiscono meglio la sicurezza dei cittadini.

SE LO SCRIVE ANCHE BEPPE MANNI

Beppe Manni, a Modena, è molto conosciuto, in particolare per le sue doti di accoglienza e tolleranza.  Ecco un estratto di un suo articolo pubblicato recentemente sulla Gazzetta di Modena, a commento di uno scippo al Villaggio Giardino e vandalismi alla chiesa del Redentore “Fino a cento anni fa a Modena chi rubava era legato sulla Preda Ringadora (un grosso blocco di marmo ancora presente in Piazza Grande) e a ‘culo nudo’ esposto al dileggio dei passanti: preso a calci e sputi per tre giorni. Oppure altri delinquenti erano condannati alla gogna, attrezzo di legno nel quale veniva immorsato il malvivente.'.  E poi prosegue prospettando le possibili punizioni agli autori: “Ad esempio fermiamo i due cretini che hanno rubato la borsetta alla signora. Li forniamo di rastrelli e sacchi, e li obblighiamo a raccogliere le foglie del parco per otto ore per un totale di ottanta euro che è la cifra rubata. Mentre lavorano in tuta, hanno un cartello attaccato sulla schiena con la scritta: “Abbiamo scippato una donna perdonateci, non lo facciamo più”. Oppure, “i tre piccoli uccelli” senza nido e senza penne, li riportiamo in parrocchia dove hanno sporcato, e armati di raschietto e pennelli li obblighiamo a pulire e a ridipingere le pareti. Sul cartello che portano sulla schiena portano la scritta “Siamo tre piccoli imbecilli perdonateci”. E poi se ne hanno voglia, a mo’ di penitenza, li mandiamo in chiesa a pulire per terra e a dire una preghiera.”

SE LO DICE IGNAZIO DE FRANCISCI

Ignazio de Francisci è procuratore generale presso la corte d’appello di Bologna.   Ecco cosa ha recentemente dichiarato:  “In Emilia Romagna sono in aumento gli omicidi stradali, i delitti attinenti alla pedopornografia, le frodi informatiche di vario genere e i furti in appartamento, che hanno avuto un incremento vertiginoso e, lungi da costituire un fenomeno di microcriminalita', come troppo spesso abbiamo sentito, sono una vera emergenza sociale nei confronti della quale dovremmo tutti fare di più. Anche i delitti contro le donne sono purtroppo in aumento significativo.  E poi ci sono le organizzazioni criminali di tipo 'ndranghetistico che operano in tutta la regione. È mai possibile che questa nostra terra operosa, attiva e dinamica sia preda di tutto ciò?”

COSA MANCA?

Mancano i poliziotti? Mancano i giudici?  Mancano le leggi? Forse mancano sia i poliziotti, che i giudici che le leggi, ma credo, soprattutto la certezza della pena. E’ possibile che chi compie reati, anche di poca consistenza, non debba, in qualsiasi modo, rispondere dei propri gesti? E’ possibile continuare a tenere impegnati poliziotti e carabinieri a dare la caccia a “pluripregiudicati” e “a già conosciuti alle forze dell’ordine” che continuano a reiterare reati e, il giorno dopo la cattura, a girare baldanzosi per strada? Non so se la “cura” giusta sia la galera, la gogna o le prestazioni lavorative  e le attività riparatorie a favore della comunità. So che non fare nulla è sbagliato.

E’ un pessimo esempio educativo. Soltanto la squadra volante nei primi due mesi dell’anno scorso, a Modena, aveva arrestato 38 persone delle quali 31 erano stranieri. Si trattava per lo più ladri, rapinatori e spacciatori arrestati in flagranza.  Di questi però soltanto 10  erano finiti  dietro le sbarre, tre ai domiciliari.  E allora cosa aspetta la sinistra a riprendere in mano il valore della legalità che è  una delle ragione prime di essere comunità? E soprattutto è una delle ragioni di essere “di sinistra”: la tutela dei più deboli di fronte ai soprusi ed ai reati, indipendentemente dal colore della pelle degli autori.

Franco Fondriest

Franco Fondriest
Franco Fondriest

Sono di origine trentine, ma ho trascorso la maggior parte della mia vita a Modena. Mi sono laureato in pedagogia ed ho svolto la mia attività lavorativa prevalentemente nella mia ..   Continua >>


 


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