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Vorrei indirizzare queste mie riflessioni agli uomini. Lunedì 25 novembre è la giornata internazionale per l'eliminazione della violenza contro le donne e penso che, ancora una volta, dobbiamo essere noi quelli a interrogarci per primi su come determinare un cambiamento vero e non di facciata, o peggio, dettato dal politicamente corretto.
Parliamo spesso del fenomeno più acuto e più grave, ovvero il femminicidio – 96 donne uccise in Italia nel 2024, 82 in contesti di relazioni affettive e 51 dal partner o ex partner - ma quanti piccoli e grandi gesti che facciamo ogni giorno sono connotati da una cultura ancora profondamente patriarcale? Il ministro dell'istruzione e del merito Valditara ha detto che il patriarcato è finito e che l'ideologia non serve nel contrasto alla violenza contro le donne. Non so a cosa si riferisca ma reputo questo un pessimo messaggio, soprattutto per i giovani, e per i giovani uomini in particolare.
Che cos'è, allora, il patriarcato, una parola che sembra fare così tanta paura tanto da metterla sotto il tappeto come la polvere? Senza andare troppo in profondità, wikipedia ci informa che in sociologia il patriarcato è un sistema sociale in cui gli uomini detengono in via primaria il potere e predominano in ruoli di leadership politica, autorità morale, privilegio sociale e controllo della proprietà privata. Se non lo vogliamo chiamare patriarcato chiamiamolo allora 'primato del potere maschile' ma è esattamente il ritratto della nostra società. Una società dove nel settore privato le donne, anche a parità di ruoli, continuano a guadagnare meno degli uomini come segnalano tutti gli osservatori sul lavoro o dove, e si tratta di dati forniti dallo stesso ministero della Salute, le donne medico a livello ospedaliero sono più del 50% ma solo il 19,2 ha incarichi dirigenziali di struttura complessa.
Un esempio, quest'ultimo, valido anche per tanti altri settori.
Siamo ancora il paese nel quale manca un'educazione affettiva e sessuale a scuola e, a dispetto degli annunci per l'introduzione di questa materia, nulla è cambiato. Sicuri di potercelo ancora permettere?
Tutto questo si traduce, anche nella nostra Modena, in cifre che abbiamo il dovere di evidenziare come i 200 accessi ai pronto soccorso del modenese nei primi sei mesi dell'anno da parte di donne che denunciano episodi di violenza e i 332 nei centri della Casa delle donne contro la violenza.
Anche quest'anno il Governo si presenta a questo appuntamento con le mani vuote ma per fortuna esiste l'impegno, preziosissimo, dei centri antiviolenza e di tutte le realtà che hanno saputo fare rete su questo tema cruciale per la nostra convivenza e dovranno continuare a essere adeguatamente supportate. Il Comune di Modena vuole sostenere queste realtà e promuovere una cultura del rispetto che affronti senza reticenza e omertà il retaggio patriarcale nel quale viviamo. Il nostro è un Comune nel quale lavora con impegno l'ufficio Pari Opportunità che, tra gli altri, ha dato vita allo spettacolo di lunedì 25 al teatro Storchi al quale vi voglio invitare. Si tratta di un processo simulato che riguarda un caso di stalking tra gli adolescenti e verrà messo in scena grazie alla presenza di magistrati, penalisti e a quella delle studentesse e degli studenti del liceo Sigonio che si sono messi in gioco e saranno parte attiva di questo particolare appuntamento. Vi aspetto.
Massimo Mezzetti - sindaco di Modena
Redazione Pressa
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