Da anni Lapressa.it offre una informazione libera e indipendente ai suoi lettori senza nessun tipo di contributo pubblico. La pubblicità dei privati copre parte dei costi, ma non è sufficiente.
Per questo chiediamo a chi quotidianamente ci legge, e ci segue, di darci, se crede, un contributo in base alle proprie possibilità. Anche un piccolo sostegno, moltiplicato per le decine di migliaia di
modenesi ed emiliano-romagnoli che ci leggono quotidianamente, è fondamentale.
“A Garzillo quel che è di Garzillo”. Se Modena fu segnalata al Comitato Unesco per essere inserita fra i siti Patrimonio mondiale dell’Umanità il merito è dell’allora soprintendente, Elio Garzillo insieme all’ex-direttrice dei Musei Civici, Enrica Pagella. Può non piacere a Muzzarelli e all’ex sindaco Giuliano Barbolini ma così è, devono farsene una ragione. Inoltre è corretta la ricostruzione che della vicenda fa Franca Giordano di Italia Nostra mentre è lacunosa quella dell’ex sindaco.
E’ vero che nel 1997, mentre Barbolini duellava col soprintendente, lo stesso Garzillo si impegnava con l’Unesco per il riconoscimento di Modena.
Come assessore ai Beni Culturali ho collaborato a lungo con Garzillo, contestando anche alcuni suoi pareri (ad esempio sull’intangibilità delle fondazioni dell’abbattuta Porta Sant’Agostino e sul bel Progetto Krier per piazza Matteotti ecc.) ma ce ne fossero di funzionari come lui! Anche se l’attuale, Luigi Malnati, è davvero bravo.
Competente, gran lavoratore, appassionato come pochi Garzillo merita un riconoscimento dalla città se non altro per le “castronerie” che ci ha evitato. Una per tutte quella dei due tralicci sghembi che voleva rifilarci Gehry. Sia chiaro: Frank Gehry è un architetto geniale ma quell’opera che ci propose altro non era che un progetto da lui pensato per una fiera temporanea statunitense.
Forse l’archistar, visto il limitato budget disponibile, aveva aperto un cassetto e preso la prima cosa che gli era capitata. Lo capisce anche un bambino: quei tralicci non potevano sostituire il lato mancante della piazza e farle da fondale, questo era infatti l’obiettivo del suo progetto. Al più quei tralicci potevano fungere da spartitraffico!
Garzillo bocciò il progetto, Barbolini ricorse e la Commissione ministeriale gli rispose di “riprovarci” visto che l’oggetto proposto era “effimero”.
E per forza, era stato pensato per una fiera temporanea.
Signor Sindaco, non è vero come dice il Comune “…che l’opera di Garzillo fu molto apprezzata all’epoca”, basterebbe rileggere le furibonde dichiarazioni di Giuliano Barbolini per sincerarsene, i suoi tentativi di scaricare su Garzillo gli errori della Giunta.
Vent’anni dopo quell’indispensabile aiuto, se non la cittadinanza onoraria non guasterebbe rivolgere all’ex soprintendente almeno un ringraziamento pubblico.
Andrea De Pietri - ex assessore Cultura e Beni Culturali
Redazione Pressa
La Pressa è un quotidiano on-line indipendente fondato da Cinzia Franchini, Gianni Galeotti e Giuseppe Leonelli. Propone approfondimenti, inchieste e commenti sulla situazione politica, .. Continua >>