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'Sardine, ecco perché la politica di piazza ha in sì germe violenza'

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'Quando si arruffa il popolo, offrendogli nemici da odiare, causa di tutti i disagi, è poi impossibile fermarlo'


'Sardine, ecco perché la politica di piazza ha in sì germe violenza'
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Ieri sera folla oceanica in Piazza Grande per una manifestazione “contro” Salvini, cantando “Bella Ciao”. Le “sardine” che sono sorte dal nulla, spontaneamente e improvvisamente, sono scese in Piazza per questa ragione (rubo lo slogan ad uno dei partecipanti): non vogliamo che l’odio, il razzismo e la disumanità prendano piede in una Regione che ha combattuto contro il fascismo per la libertà. Come non essere d’accordo?

Questa mattina, ad Omnibus su La7, uno degli organizzatori dell’adunata di Bologna - Mattia Santori, 32 anni, ideatore del gruppo: “Nessuna bandiera politica” - ha aggiunto un altro elemento. La regia manda in onda un videoclip di Salvini nel quale denuncia il fatto che una delle organizzatrici del flashmob di Bologna abbia raffigurato il capo del Carroccio a testa in giù, invocando un giustiziere sociale che gli faccia fare la fine di Mussolini a Piazza San Babila.

La solita “rivoluzionaria” che ha sbagliato, insomma. Ma leggiamo l’intervento di Mattia Santori, parola per parola: “Noi, non essendo un movimento politico e non essendo organizzati – tutto questo è nato dalla testa di quattro persone che hanno invitato 6 mila persone, che sono diventate 15/20 mila… e diventeranno probabilmente supereremo le 100 mila in due settimane - quindi dovete capire che questo è semplicemente un moto di resistenza molto spontaneo e per questo dobbiamo valutarlo come tale. Sicuramente Samar, una delle organizzatrici, ha sbagliato in passato a scrivere quelle cose, come ho sbagliato io a rifugiarmi dietro ad una tastiera di computer e come hanno sbagliato in tanti, però il messaggio che abbiamo lanciato mi sembra abbastanza chiaro da Bologna in poi ed è: smettiamo di giocare su un terreno che fa comodo ad altri, che fa comodo ad una finta democrazia basata su un consenso creato non si sa bene come, ma scendiamo in piazza e portiamo un messaggio diverso, una narrativa diversa.

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Punto primo: se trovo ancora qualcuno che mi chiede: “Ma ti sembra possibile che una ragazzina come Greta Thunberg riesca a muovere una simile massa di persone senza avere dietro un’organizzazione efficace e capillarmente radicata?” gli risponderò che la salvezza del pianeta è un “tantino” più importante della campagna elettorale della Lega e se quattro ragazzi riescono a invitare 6 mila loro amici, che diventeranno 100 mila fra due settimane, perché non può riuscirci l’ambientalista svedese per una questione che interessa il mondo?

Dalla risposta di Mattia Santori deduciamo poi altre informazioni: “ Samar, una delle organizzatrici, ha sbagliato in passato a scrivere quelle cose, come ho sbagliato io a rifugiarmi dietro ad una tastiera di computer e come hanno sbagliato in tanti...” Quindi, l’impiccagione a testa in giù e facezie di questo genere erano una visione condivisa da tanti, che poi si sono ravveduti improvvisamente? Mi piacerebbe sapere cosa ha fatto cambiare idea, a partire da Bologna, e ha trasformato i quattro e poi 6 mila iniziali in una comunità sostanzialmente apolitica, senza sigle e bandiere, che semplicemente vuole resistere all’odio sparso da Salvini e i suoi. Dall’augurare la morte a un padre di famiglia al desiderio di pace e fratellanza: un bel salto e me ne rallegro, se sincero.

Punto due. Mattia Santori dice: “ ...smettiamo di giocare su un terreno che fa comodo ad altri, che fa comodo ad una finta democrazia basata su un consenso creato non si sa bene come, ma scendiamo in piazza e portiamo un messaggio diverso, una narrativa diversa...” Sarebbe stato interessante decifrare questo pensiero, questo progetto politico contro la falsa democrazia che porta una narrazione falsa delle cose, ma credo che Santori dica il vero, quando afferma che non ha nulla a che fare con Prodi e il Pd. Alla sua spiegazione precedente avrei aggiunto una frase a concluderla, citando Francesco Guccini: “La bomba proletaria illuminava l’aria, la fiaccola dell’anarchia”. Possono essere stati usati e sostenuti dal Pd per un patto contro il comune nemico, ma le sardine hanno un verbo diverso, più radicale, che non è affatto “Senza nessuna bandiera politica”.

Dal mio punto di vista s’inizia ad intravvedere quella che potrebbe essere una strategia studiata a tavolino, dove l’attore principale ha preferito non esporsi in prima persona e tutti i soggetti hanno seguito il copione stabilito. Salvini e le forze dell’ordine temevano rappresaglie degli anarchici e dei centri sociali e invece non c’è stato un solo contestatore, neppure un petardo esploso davanti al Ristorante 212, dove il Capitano e i suoi sostenitori cenavano. Non vi suona strano?

Concludo la mia analisi con il punto 3 che spiega la ragione per la quale le sardine seguiranno il Capitano in tutte le città dell’Emilia Romagna: impedirgli la campagna elettorale, dimostrargli che in Emilia Romagna non è il benvenuto. Commenta Mulè di Forza Italia a Omnibus: “Ma questa è la democrazia!”. In effetti, il confronto delle idee, sul terreno del rispetto e della non violenza, è il sale della democrazia e a chi non sta bene, ma dice di battersi per la libertà, suggerisco di mettersi d’accordo con se stesso, a meno che si voglia decidere cosa deve dire l’avversario politico.

A questo punto pongo una domanda ai dirigenti politici di entrambi gli schieramenti: dove ci state portando? La storia non vi ha insegnato che la piazza è una bella espressione di democrazia, ma può avere in sé il seme della violenza? La storia non vi ha insegnato che quando si “arruffa” il popolo, offrendogli nemici da odiare, causa di tutti i disagi, è poi impossibile fermarlo? Invece che risolvere i problemi della società, in primis il lavoro che manca, il vostro obiettivo è mantenere viva l’eterna battaglia tra Guelfi e Ghibellini, dove gli unici vincitori siete voi?

 

Massimo Carpegna


Massimo Carpegna
Massimo Carpegna

Visiting Professor London Performing Academy of Music di Londra. Docente di Formazione Corale e del master in Musica e Cinema presso Istituto Superiore di Studi Musicali Vecchi Tonelli..   Continua >>



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