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Ucraina, valle di lacrime dello scontro Usa-Russia

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Il pericolo dell’atomica su una città dell’Ucraina, per sparigliare tutte le mosse dell’Occidente e dichiarare al mondo chi è il più forte, non va escluso


Ucraina, valle di lacrime dello scontro Usa-Russia
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Ieri mattina abbiamo assistito ad una delle tappe del tour organizzato dal Presidente dell’Ucraina nei vari parlamenti, per richiedere appoggio militare, nel senso d’invio di armi ad un popolo che s’è fatto esercito. Siamo stati risparmiati dalla richiesta di aerei caccia operativi nei cieli ucraini, avendo Zelensky compreso che, al momento, l’Occidente non pare disposto a scatenare la Terza Guerra Mondiale per lui mettendoci la faccia. E per fortuna.

La motivazione di questi appelli è che Vladimir Putin rappresenta il nuovo Hitler da fermare prima che sia troppo tardi, il dittatore che, senza alcuna ragione, ha aggredito uno Stato sovrano e nonostante fatichi a sconfiggere il popolo che s’è fatto esercito, si prepara ad attaccare l’Europa! Standing ovation dei nostri rappresentanti nel Parlamento a seduta congiunta. L’Armata Rossa, quindi, rallenta, conquista e perde città contro il salumiere che imbraccia il fucile, nel racconto del mainstream, ma si prepara a dilagare in Germania, in Italia e Francia!

Fermiamoci qui e verifichiamo questo passaggio. L’articolo 11 della nostra Costituzione recita: L'Italia ripudia la guerra come strumento di offesa alla libertà degli altri popoli e come mezzo di risoluzione delle controversie internazionali; consente, in condizioni di parità con gli altri Stati, alle limitazioni di sovranità necessarie ad un ordinamento che assicuri la pace e la giustizia fra le Nazioni; promuove e favorisce le organizzazioni internazionali rivolte a tale scopo.

In punta di diritto, fornire armi ad uno Stato terzo affinché risolva la sua controversia internazionale, può essere interpretato come un ingresso in guerra al fianco di uno dei contendenti e la nostra Carta lo vieta, dice che in questi casi l’Italia deve promuovere e favorire le organizzazioni internazionali, che a tale scopo sono state create: l’ONU che, a parte la sceneggiata della votazione con la votazione pro o contro Russia, non ha aperto bocca e neppure ha intenzione di aprirla in futuro.

Quindi, si inviino le armi all’Ucraina secondo il principio che, se uno Stato potente aggredisce uno più debole e senza comprovate motivazioni, il mondo occidentale ha tutto il diritto di correre in soccorso del secondo. Prepariamoci a dichiarare guerra alla Cina che, in tutte le salse ha già detto che vuole papparsi la Repubblica di Formosa o Taiwan, ma forse ci salviamo, poiché l’ONU non l’ha mai riconosciuta come indipendente e i suoi cittadini, insieme alla libertà e alla democrazia conquistata, possono anche morire o essere soggiogati. La Cina è grossa, più grossa della Russia. Un miliardo e mezzo di persone e il portafoglio del mondo in tasca...

In quanto ad una Ucraina da aiutare militarmente, una nota interessante sono i mercenari che stanno accorrendo da ogni dove. L’ONU vieta l’uso di questi professionisti senza bandiera ma, al pari dell’articolo 11 della nostra Costituzione, leggi e principi si interpretano a secondo del momento e della convenienza. Putin si avvale di vari gruppi, tra i quali campeggia la “Wagner Group”, ma l’Occidente non è da meno: le forze armate di Kiev sono finanziate, equipaggiate e addestrate da consiglieri militari e istruttori USA-NATO. Come documenta lo stesso Servizio di Ricerca del Congresso, USA e NATO hanno fornito all’Ucraina aiuti militari per 10 miliardi di dollari ai quali si sono aggiunti 1,7 miliardi di sterline dalla Gran Bretagna. Perché questa montagna di denaro? Solo per acquistare armamenti?

Noi abbiamo secretato il nostro contributo, ma altri sono stati più trasparenti: 10 miliardi di dollari di investimenti sono previsti dal piano di Erick Prince, fondatore della compagnia militare privata statunitense “Blackwater”, per creare in Ucraina un esercito privato. La “Blackwater”, ora ridenominata “Academy”, ha fornito mercenari alla CIA e al Pentagono per operazioni segrete. Particolarmente allarmante è la presenza, nella regione di Donetsk, di mercenari USA probabilmente dotati di armi chimiche. L’affare è appetitoso, poiché i contractors americani e inglesi, ma si presume anche di altre nazioni compresa la nostra, possono guadagnare anche 10 mila dollari al giorno per alcune operazioni particolarmente delicate.

Torniamo al tour di Zelensky, che probabilmente serve per battere cassa. Il discorso si è aperto con la notizia di una telefonata da parte di Papa Francesco, che ha detto “parole importanti”. Quali siano state, non è dato sapere, ma un Cristiano, un vero Cristiano mai desidera o giustifica la morte di altre persone o Gesù, fustigato e inchiodato ad una croce, non avrebbe detto “Padre, perdona loro perché non sanno quello che fanno”. Il Papa, inascoltato, avrà chiesto l’immediato “cessate il fuoco” per una guerra assurda, che neppure doveva iniziare. Sarebbe bastato che Ucraina e Stati Uniti avessero risposto alla richiesta russa di risolvere pacificamente e diplomaticamente la questione del DonBass e dell’ingresso nella NATO e nulla di tutto l’orrore al quale assistiamo sarebbe accaduto. Ma il Presidente Biden, in un rigurgito di virilità, nel dicembre del 2021 ha risposto picche e che ogni Stato sovrano è libero di allearsi con chi vuole.

Procediamo quindi tranquillamente con i morti. Donetsk e Lugansk hanno già pagato con 16 mila cadaveri, comprese donne e bambini, nel silenzio di tutto l’Occidente, che si emoziona a momenti, a secondo di che tempo fa, quando non gira la faccia da un’altra parte e le telecamere sono volutamente accese. Oggi è una giornata buona, infatti il presidente Draghi ha dichiarato “davanti all’inciviltà, non ci voltiamo”. Dove guardava l’Occidente, Italia compresa, dal 2014 a ieri, non è dato sapere.

Ormai è chiaro alla maggioranza degli italiani, che l’Ucraina è solo il terreno in cui si realizza la sfida tra USA e Russia; è la “valle di lacrime” offerta, forse venduta, dal patriota Zelensky all’America per realizzare i suoi giochi di potere. Ma nella semplificazione dei fatti, abbiamo un aggressore e un aggredito e ciò è indiscutibile.

Il colpevole di un Paese distrutto, che difficilmente potrà rialzarsi perché svuotato dai suoi abitanti, è la Russia di Putin. Visto che lo “zar” è tanto credente da portare sempre il Crocefisso con sé, l’eternità agli inferi non potrà toglierla nessuno. Ma guardiamo in faccia la realtà, spogliandola di tutti gli orpelli ideologici, romantici e ipocriti che l’ammorbano e la confondono. Spogliandola di tutte le balle e i discorsi inutili, per piacere!

Come andrà a finire? Per sfinimento della Russia. La guerra proseguirà e ancora per molto, finché per Vladimir Putin diventerà insostenibile sia sul piano degli armamenti che dell’economia. La Russia non riceve ufficialmente aiuti – ecco perché l’America ha chiesto rassicurazioni da parte della Cina almeno sul piano militare – mentre l’Ucraina ha un sostegno sempre più forte. Si arriverà ad un punto in cui Goliath chiederà a Davide di sedersi al tavolo della pace e di lasciarlo tornare a casa con un briciolo di dignità, con una via d’uscita onorevole. Dopo aver dipinto Putin come il nuovo Hitler e fomentato l’odio di tutto l’Occidente contro la Russia e qualsiasi cosa provenga da quelle terre, che siano studenti o artisti del passato, gli Stati Uniti non permetteranno questa soluzione. Lo “zar” deve sparire dalla faccia della Terra ed essere sostituito da un altro presidente simpatico, innocuo e magari ubriacone come fu Eltsin.

Putin non è un folle e sicuramente, da giocatore di scacchi, ha previsto questa soluzione del conflitto e della sua persona. Quali contromosse avrà escogitato? Non lo sappiamo. Ma il pericolo dell’atomica su una città dell’Ucraina, per sparigliare tutte le mosse dell’Occidente e dichiarare al mondo chi è il più forte e il più determinato, non può essere escluso. Strateghi ed esperti di politica estera più o meno salottieri: fate attenzione...

Massimo Carpegna

Massimo Carpegna
Massimo Carpegna

Visiting Professor London Performing Academy of Music di Londra. Docente di Formazione Corale e del master in Musica e Cinema presso Istituto Superiore di Studi Musicali Vecchi Tonelli..   Continua >>



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