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'Seta, il 95% ha aderito allo sciopero'

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La Cgil esulta: 'Ora l'azienda deve darci delle risposte'


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Continua lo sciopero provinciale di 24 ore oggi, proclamato dai sindacati, nell'azienda di trasporto pubblico Seta. Lo sciopero è valido solo nel bacino provinciale di Modena. 
La Cgil in una nota parla di  'Adesione altissima allo sciopero: che si aggira intorno al 90%-95%, con punte in alcuni depositi anche del 100%, sia nei turni mattutini che pomeridiani'. Lo sciopero è stato indetto unitariamente dai sindacati Filt/Cgil, Fit/Cisl, Uiltrasporti, Ugl/Autoferrotranviari e Faisa/Cisal 'per protestare - ricorda la Cgil -  contro l'atteggiamento di chiusura dell'azienda alle richieste avanzate negli ultimi mesi su straordinari, turni e sicurezza dei mezzi. In particolare i sindacati rivolgono un appello per aprire un confronto al presidente della provincia e sindaco di Modena Muzzarelli e al presidente di Seta Bulgarelli. Servono risposte concrete al più presto a garanzia della qualità del servizio ai cittadini e dei diritti dei lavoratori che non devono più essere costretti ad orari di guida insostenibili.


Infinite, ma non ultimo, chiediamo a Seta di riprender il tavolo di armonizzazione contrattuale sospeso dalla stessa nelle scorse settimane'.

 
Il contesto

Straordinari obbligatori, turni massacranti, addirittura servizi igienici assenti. E' questo il contesto in cui si incardina lo sciopero di oggi. Il caso di Seta, l'azienda di trasporto pubblico del bacino modenese, reggiano e piacentino, infiamma da settimane la politica cittadina. Da una parte l'azienda guidata da Vanni Bulgarelli (nella bufera anche per il caso dei 'furbetti del cartellino' Ibc) che rivendica la propria scelta sulla organizzazione del lavoro, dall'altra i sindacati (sostenuti da tutte le opposizioni e anche da una fetta della maggioranza) che descrivono una situazione insostenibile e procedono con scioperi e mobilitazioni. 

Molteplici le osservazioni mosse dagli autisti: dalla mancata integrazione del turnover alla inadeguatezza dei mezzi circolanti, dalla gestione del godimento delle ferie ad appannaggio dei lavoratori più anziani alla richiesta, come detto, di servizi igienici nelle sedi dei capolinea.

Ma sono soprattutto gli straordinari obbligatori, con sanzioni a chi non si adegua a non essere accettati dai dipendenti.

Una situazione che non può che ricadere sugli utenti e su chi concretamente viaggia sui bus. Utenti peraltro già penalizzati dalla stangata dello scorso anno con un aumento del 25% del prezzo del biglietto del bus, passato da un giorno all'altro da 1.20 a 1.50 euro. 

'La qualità del servizio è tutt'altro che migliorata e i disservizi permangono - hanno denunciato i bersaniani in Consiglio comunale -. Sottodimensionamento del personale, centinaia di corse mensili saltate, mezzi che si guastano durante il servizio e cambiamenti di orari comunicati con scarsa tempestività agli utenti, come avvenuto in occasione delle passate festività pasquali. Il problema Seta va risolto'.

Eppure il muro contro muro continua. Pochi giorni fa Seta stessa ha dichiarato che 'l’atteggiamento dei sindacalisti modenesi appare strumentale, se si considera che la vertenza non riguarda la difesa dell’occupazione, il timore per la chiusura degli stabilimenti, la delocalizzazione della produzione, l’attivazione di ammortizzatori sociali. Seta non sta licenziando, non sta chiedendo ammortizzatori sociali, non è né in crisi né nel caos, ma sta puntualmente attuando gli obiettivi del Piano Industriale e degli indirizzi decisi dai soci'. 

Un Piano industriale che però fa a pugni con i piani di chi, in quella che fu la gloriosa Atcm, lavora.


Redazione Pressa
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La Pressa è un quotidiano on-line indipendente fondato da Cinzia Franchini, Gianni Galeotti e Giuseppe Leonelli. Propone approfondimenti, inchieste e commenti sulla situazione politica, ..   Continua >>


 
 
 
 


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