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“Da una parte ci sono i comuni emiliano-romagnoli con le casse vuote, che perderanno circa 100 milioni di euro di incassi a causa del mancato introito della tassa sui rifiuti, la Tari (qui la notizia), e i dipendenti Hera, costretti alle ferie per far fronte all’emergenza Covid. Dall’altra ci sono loro, i top manager Hera, che si fanno pagare stipendi a sei zeri (qui la notizia). E' uno schiaffo alla decenza che il gruppo Hera si permetta il lusso di pagare al proprio amministratore delegato e al suo presidente esecutivo 1.514.000 euro, di cui quasi una metà erogati per bonus e altri incentivi”. Così il consigliere regionale della Lega, Stefano Bargi, sui compensi elargiti dalla multiutility per l’esercizio 2019 al presidente Tomaso Tomasi (562mila euro) e all'ad Stefano Venier (952mila euro).
“Seppur sia stata indicata a bilancio l’applicazione del not-adjusting event previsto dal principio contabile IAS 10 nel documento viene più volte indicata l’incertezza degli impatti che l’emergenza Covid potrebbe provocare sui conti dell’azienda, i cui dipendenti, fra l’altro, denunciano la mancata erogazione della Cig da parte dell’Inps - chiude Bargi -. A questo punto non resta che pensare che alle signore e signori sindaci azionisti della multiutility vada bene così, rendendo chiaro, a questo punto, chi comandi davvero la società”.
Redazione Pressa
La Pressa è un quotidiano on-line indipendente fondato da Cinzia Franchini, Gianni Galeotti e Giuseppe Leonelli. Propone approfondimenti, inchieste e commenti sulla situazione politica, .. Continua >>