'L’accordo proposto prevede l’aumento della partecipazione di Hera dal 25% al 41% e la possibilità di nomina della metà del Cda. I Comuni manterrebbero formalmente il 51%, ma nei fatti si tratta di una privatizzazione mascherata: un colpo di mano che svende un patrimonio da oltre 400 milioni di euro, costruito con risorse pubbliche. Hera punta al controllo operativo di Aimag senza assumerne la maggioranza. Una manovra inaccettabile, che consegna servizi fondamentali come acqua, rifiuti e gas alle logiche del mercato. Servizi che devono restare pubblici, efficienti e vicini ai cittadini. L’Antitrust ha aperto un’istruttoria sull’operazione, che porterebbe Hera+Aimag a controllare oltre la metà del mercato del gas nel modenese. Intanto, i Comuni soci non hanno ancora approvato il bilancio 2024 di Aimag: come si può procedere senza dati aggiornati? Un’opacità inaccettabile. Inoltre, la perdita del controllo pubblico precluderebbe l’affidamento diretto dei servizi, imponendo gare europee con il rischio di perdere occupazione, qualità e valore economico locale. Le garanzie offerte sono insufficienti: finché Hera avrà il controllo gestionale, il controllo pubblico resterà solo formale'.
La cronistoria
-2009: Hera entra in Aimag con il 25% come socio finanziario, senza poteri gestionali;-2011–2023: Aimag opera con maggioranza pubblica garantita da un patto fra i Comuni;
-Dicembre 2024: proposta l’aumento di capitale riservato a Hera fino al 49% e ridefinizione della governance;
-L’operazione viola il D.Lgs. 175/2016 e il D.Lgs. 36/2023, che impongono gare pubbliche in caso di modifiche rilevanti del controllo societario;
-Atersir ha ribadito nel 2021 e 2023 che Hera deve restare socio finanziario senza ruolo operativo;
-2025: Corte dei Conti e Anac segnalano rischi giuridici e contabili: danno erariale, svalutazione delle quote pubbliche, lesione della concorrenza, contenziosi.




 (1).jpg)