Da anni Lapressa.it offre una informazione libera e indipendente ai suoi lettori senza nessun tipo di contributo pubblico. La pubblicità dei privati copre parte dei costi, ma non è sufficiente.
Per questo chiediamo a chi quotidianamente ci legge, e ci segue, di darci, se crede, un contributo in base alle proprie possibilità. Anche un piccolo sostegno, moltiplicato per le decine di migliaia di
modenesi ed emiliano-romagnoli che ci leggono quotidianamente, è fondamentale.
Dei 528 appalti per lavori pubblici affidati nel 2018 in provincia di Modena, ben 297, pari al 56,25%, hanno un importo sotto la soglia dei 150mila euro e conseguentemente, in base alle modifiche introdotte con la discussa ultima legge di bilancio approvata dal parlamento, potrebbero essere affidati d'ora in avanti senza gara. Di fatto con affidamento diretto. E che si andrebbero ad aggiungere alla già grande quantità di appalti di importi inferiori ai 40.000 euro affidati nel corso dell'anno che a livello nazionale costituiscono il 62,6% del totale. Appalti già assegnati, appunto, con affidamenti diretti, o procedura ristretta o senza bando pubblico'. Un'ampia zona grigia che si estende soprattutto nei subappalti, già appetibile non solo per chi agisce nell'illegalità ma anche per possibili favoritismi, in contrasto con il principio di libera concorrenza, oltre che di concorrenza.
A tracciare la fotografia della situazione e degli affetti che la normativa introdurrebbe nel sistema degli appalti, è la CGIL di Modena che ha elaborato i dati Anac sugli appalti nel 2018
'Si tratta di una norma rischiosa' - afferma la segretaria CGIL - 'perchè 'ora in poi basterà l'affidamento dirett dei lavori, servizi e forniture, fino ai 150.000 euro e la semplice procedura negoziata senza bando, previa consultazione di dieci operatori 'ove esistenti' per lavori fino a 350.000 euro'.
'Si tratta di un errore molto grave - denuncia la CGIL - che introduce peggioramenti pericolosi nelle procedure degli appalti, abbassando le difese per il contrasto alla diffusa corruzione ed alle infiltrazioni malavitose nei lavori pubblici dell'Italia intera oltre ad offiire gioco facile a chi affida gli appalti agli amici degli amici'
Migliaia di lavori, servizi e forniture saranno sottratti alle gare pubbliche e risolti con assegnazioni 'discrezionali'
Da qui la netta contrarietà espressa unitariamente da Cgil-Cisl-Uil, che parlano di 'grave peggioramento del Codice Appalti, tradotto in meno controlli nei subappalti e quindi più lavoro nero, che amplifica l'utilizzo del massimo ribasso e riduce gli spazi di controllo di Anac- Anticorruzione'
'Si tratta di modifiche tutt'altro che marginali che - in nome della 'meno burocrazia' - spalancano porte a rischi reali, dal nord al sud. Su un numero di appalti enorme. Basti pensare che nel primo quadrimestre del 2018 si sono registrati, a livello nazionale, affidamenti di 43.148 appalti pubblici e, di questi, 2.342 in Emilia-Romagna quarta regione col 5,4% sul totale. I dati Anac certificano che ben il 51,67% degli appalti assegnati, hanno importi tra i 40 e 150.000 euro. Anche in questa regione più della metà saranno sottratti alla procedura pubblica'
'Una prospettiva legalmente rischiosa - ha affermato Franco Zavatti della segreteria provinciale CGIL - che favorirà ancor più il lavoro corrotto e supersfruttato coi subappalti fasulli. Il sindacato si opporrà in tutti i modi e sedi, nazionali e locali, lavorando per allargare il fronte, coinvolgendo le istituzioni territoriali e rappresentanze delle imprese sane e professioni'