Autonomia Regione, scontro Lega-Bonaccini

Il presidente della Regione replica al capogruppo del Carroccio Alan Fabbri. In ballo la primogenitura sul tema della maggiore autonomia ai territori

Acceso botta e risposta tra il presidente della Regione Stefano Bonaccini e il capogruppo della Lega Nord Alan Fabbri sul tema della autonomia della Regione Emilia Romagna.
Il governatore
'Consiglierei al mio amico leghista Alan Fabbri molta prudenza nel decretare chi si sia svegliato prima tra me, Maroni e Zaia, nel richiedere maggiore autonomia per la propria Regione: io sono Presidente di Regione da due anni, Maroni da quattro e Zaia da sette. Ma i mei 'colleghi' Presidenti di Lombardia e Veneto, a differenza del sottoscritto, sono stati addirittura importanti Ministri della Repubblica, dunque al Governo del Paese. Perché non concessero alle loro Regioni, peraltro governate dal centro destra, maggiore autonomia quando avevano le leve addirittura del Governo nazionale? - scrive Bonaccini - Anzi di quell'esperienza di governo non si ha minima traccia del tanto decantato federalismo in camicia verde, se non provvedimenti tra i più centralisti che la storia ricordi.
Il leghista
'Il presidente Bonaccini ormai all’angolo sulla questione autonomia cerca di metterci sopra il cappello - replica Fabbri -. Ma voglio ricordargli che sta parlando con esponenti della Lega Nord, un movimento politico nato esattamente per ottenere l’autonomia dei territori. E, a noi, certo, non la può raccontare. Arrampicandosi sugli specchi Bonaccini cerca di dimostrare un primato nella volontà politica di avviare il percorso verso l’autonomia regionale, addirittura mettendosi a confronto con i governatori del Veneto e della Lombardia, Luca Zaia e Roberto Maroni, che hanno promosso il referendum del prossimo 22 ottobre pretendendo di passare lui per un ‘indipendentista’ della prima ora. Allora ci spieghi come mai il suo governo, lo scorso 4 dicembre, voleva togliere alle Regioni la poca autonomia di cui godono, con quel referendum farsa che è stato bocciato a furor di popolo, oppure visto che sostiene di aver trovato risposte positive da un governo disponibile alle trattative, perchè non si rivolge al consiglio dei ministri e suggerisce un decreto per dare a tutte le Regioni italiane le 22 competenze previste dagli articoli 116 e successivi della Costituzione? Allora sì che risparmieremmo, davvero, tutti quanti tempo e denaro su una battaglia giusta e condivisa dai cittadini. E, infine, quando Bonaccini parla di numeri, abbia il coraggio di ammettere che la Regione Emilia Romagna ad oggi versa più di 17 miliardi di euro all’anno a fondo perduto nelle casse dello Stato centrale per una inefficace redistribuzione sul territorio nazionale, ma soprattutto la smetta di attribuirsi il merito della crescita economica della nostra regione, merito, solo ed esclusivamente, delle fatiche, dei sacrifici e del sudore di imprenditori e lavoratori. E non certo delle parole dei politici della sinistra, che sulle capacità di questa regione si è, semplicemente, adagiata”.

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