Così il consigliere regionale della Lega Stefano Bargi torna a distanza di qualche settimana con un lungo post su Facebook sulla vicenda dei 600 euro che lo ha visto coinvolto.
Poiché oltre ad essere una persona fisica e un imprenditore, in qualità di politico è stata una leggerezza l'aver incassato il bonus, dando dunque adito a polemiche, talvolta eccessive e fuori luogo (considerando le pesanti minacce ricevute rivolte anche a persone a me vocine o alla mia attività)? Evidentemente sì - continua Bargi - Sotto il profilo della volontà ho commesso qualcosa di illegale e illecito? No, mi spiace, su questo punto sono perfettamente a posto con la coscienza. Il Governo poteva prevedere che questi soldi non arrivassero a chi ha uno stipendio pubblico? Sì, poteva e avrebbe anche dovuto farlo. Ma di questo nessuno parla. Così come non si parla del fatto che sono stato proprio io (bramoso e assetato di denaro pubblico, per qualcuno) con un emendamento alla L.R. 1/2015 (come mio primo atto da eletto in Regione) a ridurre ulteriormente lo stipendio dei consiglieri regionali. Sempre a proposito della mia presunta “ingordigia di denaro pubblico”, potrei anche raccontarvi dei fondi (bonifici documentabili) che ho donato spontaneamente a sostegno della nostra sanità sia regionale che modenese per l’emergenza Covid, ben prima che il Governo iniziasse a parlare dei Bonus per le imprese. Non l'ho fatto prima perché sono convinto che le donazioni si debbano fare senza troppe cerimonie e quindi mentre in tanti mi attaccavano in maniera spregevole e sprezzante non ho mai pensato a pubblicare le contabili di quei bonifici, dei quali vi dico solo che l'ammontare è di gran lunga superiore rispetto al Bonus incassato.
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