Non sono stati i controlli interni, ma un sistema di monitoraggio esterno dei flussi finanziari a far emergere le presunte anomalie nei conti della Fondazione di Modena. Proprio da quegli alert, rilevati da un organismo di controllo esterno, deputato a tali funzioni, sarebbero partite le verifiche della Guardia di Finanza, che da luglio indaga sulla presunta distrazione di più di 850 mila euro che sarebbe stata attuata da un dipendente responsabile di area interna alla Fondazione. Indagato per appropriazione indebita ed autoriciclaggio. Per movimento dalle casse della fondazione ai conti personali del dipendente (ora querelato dalla Fondazione, sospeso in via cautelativa), e funzionali, stando alle informazioni della guardia di Finanza, ad attività di gioco.
Una segnalazione esterna, non un controllo interno
Dalle informazioni acquisite, la Fondazione non era a conoscenza dell’attività investigativa in corso da luglio da parte della Guardia di Finanza.
L’allarme su anomalie in operazioni non si sarebbe infatti attivata da un meccanismo di verifica interna, ma da un ente esterno di controllo sui flussi bancari. Mesi fa. È stato proprio questo sistema ad attivare la catena che ha portato la Guardia di Finanza ad approfondire le anomalie per mesi e, a quanto risulterebbe, senza che la Fondazione, a questo risulta, ne fosse a conoscenza
Dal 15 al 17 ottobre, tre giorni chiave
Solo a ottobre gli organismi interni della Fondazione avrebbero rilevato le anomalie riconducibili all'operato del dipendente responsabile.
E tali da motivarne una querela all'autorità giudiziaria e alla sospensione cautelativa praticamente immediata. Stando alla prima e finora unica nota ufficiale dell’ente, di fronte alle anomalie il dipendente responsabile di area nello Staff della Fondazione è stato querelato e sospeso in via cautelativa, con atto passato nel CDA convocato d'urgenza il 16 ottobre. Tutto in due giorni, se consideriamo solo la Fondazione. Che diventano 3 se consideriamo il 17 ottobre, quando la Guardia di Finanza effettua l’accesso nei locali della Fondazione. In quel momento il dipendente responsabile di area non è più presente a seguito del provvedimento di sospensione disposto dagli organismi interni della Fondazione, già esecutivo.In sintesi, due procedure, una interna alla Fondazione che in tre giorni avrebbe portato alle emersione e di anomalie tali da giustificare la sospensione di un dipendente responsabile di area, e l'altra esterna, durata tre mesi, partita secondo quanto appreso dalla segnalazione di anomalie emerse da controlli esterni che hanno portato la guardia di Finanza ad indagini avviate a luglio e sfociate, in questa prima fase, nel blitz del 17 ottobre in Fondazione.
Due procedure, una di tre giorni e l'altra di tre mesi che avrebbero, pur viaggiando su binari paralleli che non si sarebbero tecnicamente incrociati, avuto i suoi effetti sul medesimo dipendente nel giro di tre giorni. Accertando un ammanco che stando alle informazioni della guardia di Finanza ammonterebbe, appunto, ad oltre 850.000 euro. Cifra che la Fondazione non conferma e non smentisce.
Il nodo dei controlli interni
Resta aperta la domanda centrale, che è insieme tecnica, politica e giornalistica e che riporta a quella già da noi posta ai vertici Amo in conferenza stampa: Come può un singolo dipendente, in una funzione così delicata di responsabile, dirottare 850 mila euro su conti personali anziché verso legittimi beneficiari previsto nell'ambito delle attività previste dalla Fondazione stessa? Anche solo per il fatto che i legittimi destinatari avrebbero potuto segnalare la mancata cessione degli importi ufficialmente bonificati. E anche solo per il fatto che la Fondazione da tempo si è dotata di un organismo di vigilanza interno tenuto peraltro al controllo nell'applicazione del cosiddetto modello 231 per la prevenzione di illeciti.Ed è altrettanto normale chiedersi come una condotta fraudolenta di tale portata, anche posto che sia pienamente
ed esclusivamente riconducibile al comportamento di un singolo (ma saranno le indagini ad accertarlo), e pur in corso da un periodo di almeno tre mesi, non sia stata rilevata internamente (e almeno ufficialmente), prima della metà di ottobre. La Fondazione, dal canto suo, ha confermato la piena collaborazione con le autorità e la volontà di proseguire la propria attività istituzionale “senza alcuna modifica nella governance né interruzioni operative”. Tuttavia, l’episodio avrà presumibilmente ripercussioni sul prossimo documento di programmazione economico-finanziaria, che dovrà tenere conto delle evidenza emerse.Per ora, l’inchiesta, dopo le evidenze rese pubbliche il 15 e il 17 ottobre dalla fondazione da un lato e dalla guardia di finanza dall'altro, prosegue nel riserbo, ma la vicenda apre un fronte chiaro: il rischio più grande, per un sistema di garanzie, è quello di scoprirsi potenzialmente vulnerabile, anche nei controlli interni.Gi.Ga.