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Mentre l'Inghilterra annuncia il superamento del Green Pass, mentre Israele, stando alle parole del ministro delle Finanze è pronto a fare altrettanto, l'Italia continua imperterrita nella sua involuzione antiliberale e distopica. Da stamattina per andare dal parrucchiere, dal barbiere, nei centri estetici serve il green pass, da domani forse anche per andare in tabaccheria. Un ragazzo di 12 anni oggi in Italia non può salire su un autobus se i genitori non hanno scelto per lui il vaccino, non può fare sport all'aperto. Una spirale che lascia sconcertati e che - ovviamente - nulla ha a che vedere con il tema vaccinale, come dimostra il fatto che il nostro Paese ha uno dei tassi più alti di vaccinazione al mondo.
Non è in discussione l'utilità del vaccino nel prevenire i casi più gravi della malattia, anche se non i contagi come ammesso ieri dallo stesso Cartabellotta.
Questo è un argomento sanitario, importante certo ma che non può per sua natura assorbire in modo totalizzante le scelte che il Governo di una società complessa è chiamato a prendere. La distopia che tanti, molti certamente in buonafede, continuano a non vedere è quella legata alla distruzione del tessuto sociale e del patto sul quale si regge uno Stato. L'imposizione di un trattamento ancor oggi non obbligatorio, la martellante criminalizzazione di una parte minoritaria, ma numericamente importante, della società, la cacciata nel girone dei dannati No vax di chiunque non accetti di sottoporsi alla nuova dose (semestrale?), sta creando un clima pericolosissimo di sfiducia non solo nella medicina, ma nella architrave del vivere civile rappresentata dalle istituzioni.
I marginalizzati, i sorci, i 'colpevoli' indicati da Draghi come possono sentirsi ancora parte viva della società? Come possono riconoscersi in un contesto che li umilia, li ricatta e affibbia loro la peggiore delle lettere scarlatte? E' questa la terribile e ingiustificabile costruzione del nemico.
Una costruzione sociale che per sua natura spinge questo nemico a radicalizzarsi e ad assumere posizioni anche queste non giustificabili. Pericolose, a loro volta. Un incubo, un girone infernale senza fine del quale il Governo, teoricamente chiamato a migliorare l'individuo limando l'umana cattiveria, è tragicamente responsabile.
Una responsabilità che, comunque vadano a finire le cose, peserà sul vivere sociale per i prossimi 10-20 anni. Almeno. Perchè ferite del genere, lacerazioni nella carne dell'organismo sociale, anche qualora questa follia finisse, non si rimarginano dall'oggi al domani. Perdonare cotanta ingiustizia purtroppo non sarà facile e non sarà da tutti.
Giuseppe Leonelli
Redazione Pressa
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