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Dopo avere annunciato, due giorni fa, le sue dimissioni dal ruolo di commissario regionale di Forza Italia, Galeazzo Bignami, già consigliere regionale ed eletto alla camera nelle liste di Forza Italia, ritorna per così dire nella sua vecchia casa. Lo ha detto lui, proprio utilizzando una parola che evoca una sorta di pace al tumulto del peregrinare in terre sconosciute, che non si sentono proprie: casa. La sua casa politica. Da ex An ha formalizzato la scelta di entrare in ciò che rimane di quella destra che non importa quando sia grande e numerosa. Ma è la destra, delle origini, formalmente ed ontologicamente lontana da ciò che ha ispirato e fondato Forza Italia. E per questo, per Bignami, è casa. Quella oggi rappresentata da Fratelli d'Italia e dal suo leader nazionale Giorgia Meloni.
Il coordinamento nazionale di Forza Italia non si è stracciato le vesti, non lo ha trattenuto (del resto su un coordinatore regionale che lascia l'incarico alla vigilia delle elezioni regionali, nonostante la sua preparazione e sensibilità politica, lascia ben pochi spazi di riflessione), la ha già nominato al suo posto Adriano Paroli, ex sindaco di Brescia, in Forza Italia dal '94. Punto e a capo. Spetterà a Paroli condurre il partito alle elezioni regionali. Punto in meno per il centro destra, punto in più (come se ne avesse bisogno), per Bonaccini che oltre ad avere in mano il boccino della scelta della data delle elezioni, da un anno sta battendo la regione ed i suoi centri di potere, spianandosi e percorrendo una strada verso il successo elettorale dove il centro destra è ancora fermo ai nastri di partenza, per non dire negli spogliatoi.
Prospettive, passaggi e decisioni sulla quale ha solo in parte inciso la crisi di governo e la formazione, nel giro di poche settimane dallo strappo di Salvini nei confronti di Conte, l'8 agosto scorso, di un nuovo esecutivo basato su una maggioranza PD – 5 stelle. Asse auspicato da Bonaccini anche a livello regionale in vista del prossimo voto emiliano-romagnolo. Asse possibile. Del resto la politica di queste ore sta ancora una volta dimostrando che tutto è possibile.
Lo stesso Bonaccini, nei giorni scorsi, ha salutato con favore l’accordo Zingaretti Di Maio a patto che questo sia basato su punti chiari e di prospettiva di governo. Così come ha auspicato in diretta TV nazionale lo stesso asse in Emilia Romagna. Un asse che ha suscitato alcuni mal di pancia ed alcuni gran rifiuti da esponenti del Movimento (che difficilmente imporranno la linea), nonché molte perplessità da parte del capogruppo regionale della Lega Stefano Bargi: 'L'apertura del governatore Pd dell'Emilia-Romagna, Stefano Bonaccini, al Movimento 5 Stelle per un'alleanza politica in vista del prossimo voto per le regionali non ci stupisce, anche se, alla luce dei durissimi scontri che le due forze politiche hanno avuto sui temi cardine dell'amministrazione regionale, riteniamo impossibile possano raggiungere una sintesi compiuta sui rispettivi programmi. Di sicuro – conclude Bargi - è un'allenza che non ci spaventa”.
Gi.Ga.