Da anni Lapressa.it offre una informazione libera e indipendente ai suoi lettori senza nessun tipo di contributo pubblico. La pubblicità dei privati copre parte dei costi, ma non è sufficiente.
Per questo chiediamo a chi quotidianamente ci legge, e ci segue, di darci, se crede, un contributo in base alle proprie possibilità. Anche un piccolo sostegno, moltiplicato per le decine di migliaia di
modenesi ed emiliano-romagnoli che ci leggono quotidianamente, è fondamentale.
All'indomani della sconfitta del centrodestra alle amministrative modenesi parla Roberto Benatti, anima storica di Forza Italia a Carpi, oggi in rotta col suo partito. Una analisi distaccata quella di Benatti, il quale punta il dito contro le modalità di gestione del partito a Modena.
Quattro comuni persi su quattro. Il centrodestra a Modena in questa tornata elettorale ha deluso le aspettative del 4 marzo. Di chi è la responsabilità della sconfitta?
'Secondo me in ogni Comune s'è perso per motivi diversi motivi. Il candidato Neri di Camposanto non aveva una squadra in grado di vincere in un piccolo comune. Non per le qualità personali ma per la forza di raccogliere preferenze. Molti hanno preso pochissime preferenze, alla Cavazzoli per intenderci. La capacità di raccogliere preferenze personali oltre gli schieramenti non è sufficiente a vincere, ma è necessaria, specie nei piccoli Comuni.
La candidata Magnani di Polinago era la più forte presentabile, e non solo nel suo Comune, per preparazione e competenza tecnica e amministrativa. Ma contro i giganti come Tomei puoi presentare chiunque e non vinci lo stesso. E sarà così anche fra 5 anni, perché Tomei può fare un altro giro. Tomei, pur essendo un consigliere provinciale Pd, è stato furbo a 'stare alla larghissima' dai colleghi del Pd e soprattutto da Muzzarelli e Richetti, quest'ultimo in piena campagna elettorale ha fatto il suo afroraduno a Palagano, mica nei comuni dove si votava. A Serra si è voluta fare la coalizione anche con Giovanardi. Bastava dire che Giovanardi era con Bartolacelli, e le percentuali si sarebbero invertite. Aldilà delle battute, vale il discorso fatto per Polinago: se si presentano i personaggi storici del paese, che negli anni hanno governato e costruito tanti legami e amicizie e clientele, è impossibile batterli.
La giunta uscente di Guiglia era stata commissariata pochi mesi fa per problemi legati a una scuola inagibile. Non conosco benissimo la vicenda, che è stata solo accennata in Consiglio Provinciale, né gli attori in gioco e non vorrei sparare sentenze. Ma ma da genitore mi vien da dire che non avrei votato neanche io per chi non esagera sulla prudenza sulle scuole. Ha senz'altro influito il giudizio del collega Magnani, già assessore, che aveva dato indicazione di votare per l'altra lista'.
Il coordinatore provinciale di Forza Italia Giacobazzi ha confermato nonostante la sconfitta la correttezza del profilo delle candidature. C’è stato a suo avviso un errore nella scelta delle persone?
'Conoscendolo, non credo che Giacobazzi abbia avuto una minima influenza diretta né colpa nella scelta delle candidature. Di solito lui lascia fare, o deve lasciar fare. Palmizio ha dato la delega notarile all'uso del simbolo con tanto di foto autografata a Platis, e non a Giacobazzi. Il problema è che le candidature 'alla Platis' sono fatte all'ultimo, e puntano a favorire i 'soliti noti'. A me risulta che Platis abbia contattato diverse persone per far fuori la Magnani, negli ultimi giorni prima della presentazione delle liste. Ha ragione invece Bruno Rinaldi quando dice di lavorare già oggi per trovare i nomi che possano, con un anno di tempo, organizzare una squadra credibile.'
Auspica un cambio di guida del partito a livello provinciale? Che ruolo pensa possa giocare nel prossimo futuro Samori sugli equilibri interni al partito modenese?
'Se permette unisco le due domande. Negli ultimi due anni, con alcuni amici definiti 'i samoriani' abbiamo provato a cambiare la gestione del partito. Ma è stato tutto inutile. Abbiamo commesso un errore grave: credere che a qualcuno interessi qualcosa del partito. Ma i maggiorenti sono tutti ex missini, e quello che interessa loro non è il partito ma i soldi che derivano dalle cariche e dagli incarichi connessi. E le truppe non hanno retto di fronte a minacce e lusinghe'.
Al di là degli ultimi episodi che la riguardano, con la diffida ricevuta dal partito dello stesso Giacobazzi, lei rappresenta l’anima storica di Forza Italia a Carpi. Come pensa possa, se può ancora, ripartire il partito nella nostra provincia?
'Ho preso sul serio la diffida e adesso, come vede, parlo solo a titolo personale. In politica c'è un momento per correre, e c'è un momento per fermarsi a riflettere. Verranno tempi migliori, è sempre stata così e sarà sempre così'.
Il dibattito su candidati civici o di partito è eterno. Lei che profilo di candidato sindaco preferirebbe per le prossime amministrative per il centrodestra, a Carpi e in provincia in genere? Ricordo che Forza Italia si è staccata dalla Lega proprio per la scelta di Salvini di abbracciare i 5 Stelle, mentre lei a livello locale ha più volte aperto al M5S. Come si conciliano le due posizioni?
'Nel mio ultimo anno di consiglio a Carpi cercherò di fare del mio meglio per fare perdere il comune al Pd. Ci saranno molte sorprese in questo anno. A Carpi i Civici, alla fine, confluiranno nel Pd, anche Morelli rientrerà nei ranghi, il M5S arriverà al ballottaggio e il centrodestra finirà terzo. L'unica realtà che può battere il Pd è quella dei 5 stelle, se puntano sul giusto candidato, che può essere la Medici, e soprattutto se rinnovano in questo anno la squadra. Lo stesso ragionamento vale anche per Modena. Qui non è più il problema del 'giusto profilo' ma di trovarne uno. Il centrodestra avrebbe tante personalità da spendere. Ma viste le esperienze degli ultimi anni, è sempre più difficile trovare dei pazzi che vogliano farsi bruciare e denigrare e bruciare e cambiare in corsa dai diversi leader e leaderini dei diversi partiti. Specie fra professionisti e imprenditori'.
Giuseppe Leonelli
