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Luigi Di Maio è pronto all'addio al M5S. Dopo lo scontro con Conte sulla risoluzione da votare in Senato dopo l'intervento di Draghi, il ministro degli Esteri è a un passo dall'abbandono dei pentastellati. Già partita la raccolta firma tra i deputati per la creazione di un gruppo autonomo di Di Maio alla Camera.
In questo contesto entra a gamba tesa Alessandro Di Battista.
'Della nuova scissione del Movimento 5 stelle (ricordo che ne avvenne già una dopo l’ok al governo Draghi) e della nascita del nuovo gruppo “atlantisti e europeisti” o “moderati e liberali”, non mi importa nulla. Ho lasciato il Movimento esclusivamente per questioni politiche quando venne presa la decisione scellerata (e suicida) di entrare nel governo dell'assembramento. Ciò che avviene oggi è soprattutto frutto di quei giorni - afferma Di Battista -.
'Oggi sono preoccupatissimo per una guerra che in pochi vogliono che finisca (ancor di più ora che il
predominio russo è particolarmente visibile). Sono preoccupatissimo per quel che sta avvenendo intorno a Kaliningrad (città natale di Immanuel Kant e Dio solo sa quanto bisogno abbiamo di ragionare in questi giorni). Sono preoccupato per gli effetti delle sanzioni in Europa (quando si guadagnano 14.000 euro al mese non ci si rende conto della tragedia dell'inflazione al 7%). Sono preoccupatissimo per l'inesorabile scivolamento dell'Europa verso la più totale inutilità e sudditanza. Anche perché, è bene rammentarlo, europeismo ed atlantismo, mai come ora, non sono affatto la stessa cosa. Gli interessi americani non coincidono con quelli europei. Sono preoccupatissimo per le violazioni costituzionali che vengono perpetrate con disinvoltura. L'invio di armi in Ucraina non è solo un drammatico errore strategico è anche una vile profanazione dell'articolo 11 della nostra Carta costituzionale. Un articolo pensato dai padri costituenti con i cadaveri della II guerra mondiale ancora caldi. Sono preoccupato per Assange del quale in pochi hanno il coraggio di parlare. Sono preoccupatissimo per la finanziarizzazione del crimine organizzato in Italia, perchè nel nostro Paese i colletti bianchi hanno licenza di delinquere e per le conseguenze della legge Cartabia. Conseguenze che presto, ahimè, proveremo sulla nostra pelle. Sono altresì preoccupato per i tentativi di delegittimazione che vengono messi in atto verso tutti coloro che non osano pensarla come vuole il “sistema”. Le randellate mediatiche che subisce chi osa pensare con la propria testa (esercitando il dubbio e coltivando la memoria) hanno un obiettivo: silenziare più voci possibili. Grazie a Dio ho le spalle larghe e dirò sempre quel che penso. Non è più solo un diritto, è un dovere. A riveder le stelle'.
Di Maio verso addio, M5s disciolto. Di Battista: 'Ignobile tradimento'

'Movimento non ha alcun diritto di governare con tutti per portare a casa comode poltrone. Si chiama ignobile tradimento. Non senso di responsabilità'

Luigi Di Maio è pronto all'addio al M5S. Dopo lo scontro con Conte sulla risoluzione da votare in Senato dopo l'intervento di Draghi, il ministro degli Esteri è a un passo dall'abbandono dei pentastellati. Già partita la raccolta firma tra i deputati per la creazione di un gruppo autonomo di Di Maio alla Camera.
In questo contesto entra a gamba tesa Alessandro Di Battista.
'Della nuova scissione del Movimento 5 stelle (ricordo che ne avvenne già una dopo l’ok al governo Draghi) e della nascita del nuovo gruppo “atlantisti e europeisti” o “moderati e liberali”, non mi importa nulla. Ho lasciato il Movimento esclusivamente per questioni politiche quando venne presa la decisione scellerata (e suicida) di entrare nel governo dell'assembramento. Ciò che avviene oggi è soprattutto frutto di quei giorni - afferma Di Battista -.
Un movimento nato per non governare con nessuno ha il diritto di evolversi e governare con qualcuno (mantenendo, ovviamente, la maggioranza nel consiglio dei ministri) per portare a casa risultati. Non ha alcun diritto di governare con tutti per portare a casa comode poltrone. Si chiama ignobile tradimento. Non senso di responsabilità. Forse adesso, e soltanto adesso, alcuni attivisti del Movimento stanno comprendendo le ragioni delle mie scelte passate (e anche di quel che dicevo in passato). Ma, per l'appunto, è il passato'.
'Oggi sono preoccupatissimo per una guerra che in pochi vogliono che finisca (ancor di più ora che il
predominio russo è particolarmente visibile). Sono preoccupatissimo per quel che sta avvenendo intorno a Kaliningrad (città natale di Immanuel Kant e Dio solo sa quanto bisogno abbiamo di ragionare in questi giorni). Sono preoccupato per gli effetti delle sanzioni in Europa (quando si guadagnano 14.000 euro al mese non ci si rende conto della tragedia dell'inflazione al 7%). Sono preoccupatissimo per l'inesorabile scivolamento dell'Europa verso la più totale inutilità e sudditanza. Anche perché, è bene rammentarlo, europeismo ed atlantismo, mai come ora, non sono affatto la stessa cosa. Gli interessi americani non coincidono con quelli europei. Sono preoccupatissimo per le violazioni costituzionali che vengono perpetrate con disinvoltura. L'invio di armi in Ucraina non è solo un drammatico errore strategico è anche una vile profanazione dell'articolo 11 della nostra Carta costituzionale. Un articolo pensato dai padri costituenti con i cadaveri della II guerra mondiale ancora caldi. Sono preoccupato per Assange del quale in pochi hanno il coraggio di parlare. Sono preoccupatissimo per la finanziarizzazione del crimine organizzato in Italia, perchè nel nostro Paese i colletti bianchi hanno licenza di delinquere e per le conseguenze della legge Cartabia. Conseguenze che presto, ahimè, proveremo sulla nostra pelle. Sono altresì preoccupato per i tentativi di delegittimazione che vengono messi in atto verso tutti coloro che non osano pensarla come vuole il “sistema”. Le randellate mediatiche che subisce chi osa pensare con la propria testa (esercitando il dubbio e coltivando la memoria) hanno un obiettivo: silenziare più voci possibili. Grazie a Dio ho le spalle larghe e dirò sempre quel che penso. Non è più solo un diritto, è un dovere. A riveder le stelle'.

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