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E' stato ricordato questa mattina l'eccidio nazifascista di Navicello. 'Quella croce, simbolo di sofferenza e speranza, sia impegno per conservare la memoria e quotidianamente darci forza per creare futuro nel rispetto reciproco, e vivendo in pace' - ha detto il sindaco di Modena Giancarlo Muzzarelli. Al suo fianco durante la cerimonia, anche il sindaco di Bomporto Alberto Borghi, Federica Nannetti, sindaco di Nonantola e l'ex senatore Stefano Vaccari.
Era il marzo del 1945 quando, nel corso di un rastrellamento vennero catturati e fucilati in prossimità del ponte di Navicello sul Panaro numerosi partigiani tra cui i fratelli Zambelli dei quali fu anche sterminata l’intera famiglia. A Navicello, inoltre, venne fucilato il partigiano Ivaldo Vaccari che i suoi compagni avevano invano tentato di liberare nell’attacco fallito alla Caserma della Brigata nera di Nonantola.
'La famiglia Zambelli, residente a Bomporto in via Case Sparse 13, partecipò attivamente alla lotta partigiana, nel rifiuto delle requisizioni, nella raccolta di armi e viveri, nelle azioni di disarmo, sabotaggio, distruzione di armi nemiche: il padre Angelo fu partigiano della Brigata Tabacchi, i figli combattenti, le figlie staffette o fiancheggiatrici del movimento della Resistenza - ricorda l'Anpi di Modena -. Sette dei tredici membri della famiglia furono uccisi in ritorsioni nemiche: il capofamiglia Angelo, con il genero Quinto Bozzali e il nipote Fabio Pellacani furono arrestati e fucilati a Navicello il 9 marzo 1945; la moglie di Angelo, Caterina Bavieri, arrestata a metà febbraio 1945, condotta all’Accademia Militare e torturata, tornò a casa ma fu assassinata il 27 marzo 1945 insieme alla figlia Iride; il figlio Floriano fu ucciso in una rappresaglia con altri partigiani nella notte tra il 18 e il 19 marzo 1945; l’altro figlio Renato arrestato durante il rastrellamento del 17 febbraio morì sotto le torture nemiche.
Redazione Pressa
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