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Se la larga vittoria di Bonaccini ha un po’ sorpreso gli osservatori, i risultati dei singoli consiglieri hanno invece ampiamente confermato le previsioni che su queste colonne mi ero permesso di fare.
E così, all'indomani del voto, ecco le pagelle.
In casa PD la vera sorpresa è stato il notevole risultato di Palma Costi (voto 9), capace di sbaragliare ancora una volta la concorrenza, nonostante la pochezza del PD nella Bassa. Risultato come previsto per Luca Sabattini (voto 8), Francesca Maletti (voto 8) e Giuseppe Boschini (voto 7,5) non eletto ma in procinto di rientrare in virtù della promozione della Costi (o fors'anche di lui stesso) ad assessore. Fuori Enrico Campedelli (voto 6 meno), nonostante l’ottimo risultato personale, per il quale ha pesato il mancato appoggio di Soliera e Campogalliano.
Per lui, che comunque graverebbe sulle casse del Partito, si parla comunque di qualche incarico di rincalzo in Regione o in Comune a Carpi.
Anche Giulia Pigoni (voto 7,5) e Eugenia Bergamaschi (voto 5) hanno confermato, nel bene e nel male, il pronostico. Favorevolissimo per la prima, che grazie all’astuta strategia di Matteo Richetti riesce a entrare in consiglio con molto meno della metà delle preferenze dei colleghi del PD. Mentre per la seconda, che afferma d’essersi pure dimessa dalla Presidenza di Confagricoltura, resta solo il rimpianto di non aver continuato il profittevole rapporto con la Lega.
In casa Lega Stefano Bargi (voto 9) fa veramente il botto, sfiorando le 4'000 preferenze personali. Con lui viene eletto Simone Pelloni (voto 8,5), sindaco di Vignola – Comune che dovrà tornare di nuovo al voto, per la terza volta in pochi anni.
Sotto le aspettative il risultato di Isabella Bertolini (voto 6,5), alla quale va dato atto dell'alto consenso in città ma apparsa ancora fuori parte come leghista. Fra i primi, come previsto, Roberto Lodi (voto 6,5). Ma più di tutti ha sorpreso l’exploit di Simona Magnani (voto 7), consigliere provinciale. Risultato da attribuire comunque ai finti rivali Pelloni e Bargi, che da un lato si sono furbescamente suddivisi le preferenze; dall’altro hanno appoggiato la Magnani per evitare che la Bertolini salisse sul podio e per dimostrare ai vertici che quella di Guglielmo Golinelli è solo fortuna, mentre loro controllano i voti. Male Federica Boccaletti (voto 5), per la quale è comunque pronto un incarico in Regione e che per questo lascerà pure il posto in Consiglio Comunale a Carpi a Massimo Barbi (anch'esso candidato ma non pervenuto n.c.) di Forza Italia.
Scontata come preferenze la rielezione della grillina Giulia Gibertoni (voto 7). Meno scontata per i voti, essendo stata ripescata ai resti, visto il deludente risultato complessivo del Movimento.
Antonio Platis (voto 6), nella sfida interna a Forza Italia, ha superato l’avversario Andrea Galli (voto 5), nonostante il forte supporto dell'avvocato Gianpiero Samorì ed esplicitato (come per altri candidati, alcuni eletti) dalla sua TVQui. Ma lo sforzo del forzista mirandolese è risultato vano, visto il risultato del partito, poco sopra il 2%. Platis paga l’atteggiamento tenuto dai vertici del partito, capitanato da Piergiulio Giacobazzi, del quale Platis è vice. Partito che alle scorse amministrative ha concesso alla Lega di indicare tutti i candidati a Sindaco tranne Platis, allontanato tutti i dirigenti storici e perso, dopo le elezioni, i pochi rimasti, come Marian Lugli a Mirandola e Lorenzo Rizzo a Modena.
Passa invece – o proprio per questo - Michele Barcaiuolo (voto 9), seguito nella classifica interna dall’avvocato Daniela Dondi (voto 7), già Presidente dell’Ordine. Risultato molto importante che le permetterà, in caso di ascesa di Barcaiuolo al Parlamento, di entrare in Regione come ripescata. Finiti indietro Maria Cristina Bettini (voto 6 meno) e Antonio Spica (voto 6 meno).
Flop delle altre liste. Il dottor Paolo Trande (voto 6), capolista di Emilia Coraggiosa, nonostante le oltre 2000 preferenze, è riuscito nell’incredibile impresa di vedere eletti i colleghi di Bologna e Reggio Emilia. Mentre nel centrodestra Bruno Rinaldi (voto 6 meno) - capace più di tutti di aiutare il Pd azzeccando la critica sulla candidata presidente Borgonzoni - e Valentina Mazzacurati (voto 5) hanno raccolto 140 preferenze in due e si sono visti sopravanzare, nella battaglia interna, dalla candidata del Popolo della Famiglia Grazia Ruini (voto 6,5). Con la lista Cambiamo allo zero virgola complessivo. Non scatta il seggio per Rosanna Righini comunque prima della lista (voto 6), della civica di centrodestra, e neanche per il marito, Sergio Celloni (fuori classifica non essendosi presentato a Modena), che a Bologna s’è fermato a una trentina di preferenze.
Magath