Il voto contrario di Fanano e Montecreto, l'astensione dei sindaci di Fiumalbo e di Sestola ma non solo: il sindaco di Vignola Emilia Muratori che ottiene di stralciare e sospendere dalla proposta Ausl di riorganizzazione dell'emergenza urgenza, le scelte del piano riguardanti il distretto di Vignola. Così come di fatto l'intero appennino modenese, per il quale si procederà con il progetto montagna, ancora sulla carta.
È così che la seduta, a porte chiuse per i giornalisti, della CTSS, convocata per l'approvazione del
piano di riorganizzazione della emergenza-urgenza dell'Ausl si Modena, si è tradotta in una approvazione parziale. Ovvero di un documento nel quale e stato chiesto ottenuto di congelare e rinviare le scelte per due aree territoriali di grande rilievo: Vignola e montagna.
Con il presidente della Ctss nonché sindaco di Modena Massimo Mezzetti indotto dalle circostanze a mettere ai voti un piano mutilato per oltre un terzo dei contenuti e per quasi la metà del territorio. Che non convince i principali comuni dell'alto appennino, compreso Fanano, comune guidato dal sindaco PD Stefano Muzzarelli, colpito dalla cancellazione, dal 1 luglio, da parte dell'Ausl, del Medico di Emergenza Territoriale.
Di cui ora, i responsabili sanitari, non parlano nemmeno più, come un errore da rimuovere.
Il 'piano migliore' sconfessato in aula
Sul piano politico la botta è grossa. Il piano che poco prima, in un punto stampa che aveva preceduto la seduta, era stato definito dall'assessore regionale alla sanità Fabi come prodotto di una 'politica alta', capace di essere modello a livello regionale, e dal presidente Mezzetti, come frutto di una sintonia di intenti senza precedenti nel recente passato, alla prova dei fatti e del voto subisce un duro smacco in aula. Sul piano tecnico e politico. Sotto commenti, veti e distinguo di diversi sindaci; commenti e interventi che i giornalisti, per volontà del presidente della conferenza, non possono e non devono ascoltare, ma che arrivano ugualmente all'esterno dell'aula, quasi in tempo reale.Uno smacco politico e tecnico sia al merito che al metodo, quello registrato in aula, nei confronti del piano Ausl. Le motivazioni con cui Vignola chiede di stralciare la parte relativa al distretto sono legate alle necessità di approfondimenti fondamentali che evidentemente non ci sono stati, soprattutto con l'area dei comuni bolognesi di confine che dovrebbero venire in aiuto al sistema di emergenza vignolese dopo lo spostamento dell'auto medica verso Pozza di Maranello. Cosa non di poco conto.
Approfondimenti e chiarimenti che non ci sono stati o non sono stati sufficienti, nonostante i ritardi nella presentazione ufficiale del piano, prevista inizialmente prima dell'estate. Poi i no e l'astensione dei comuni dell'alta montagna: Sestola, Fanano, Montecreto, Fiumalbo. Capaci di tagliare una gamba di un piano già zoppo, monco dell'intero distretto di Vignola, per il quale scelte specifiche avranno il via solo dopo avere ottenuto ulteriori garanzie e chiarimenti. Che per ora, appunto, non ci sono. Per il DG Ausl Altini e per l'Assessore regionale probabilmente non era questo l'esito atteso. Il piano migliore, o almeno spacciato come tale, forse proprio migliore non era.Gi.Ga.