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Emilia Romagna, Bonaccini asfalta Salvini: la roccaforte Pd regge

Emilia Romagna, Bonaccini asfalta Salvini: la roccaforte Pd regge

Il governatore uscente si attesta al 51% contro il 43 per cento della sua sfidante Borgonzoni. Una vittoria netta, grazie anche al voto disgiunto, quella del governatore e del PD. Boom Lega, ma non basta


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Stefano Bonaccini è il nuovo presidente della Regione Emilia Romagna. Il centrosinistra supera il centrodestra di soli due punti percentuali ma il candidato Bonaccini supera l'avversaria, grazie ai voti personali e disgiunti, di otto punti. Con uno spoglio che alle ore 5 riguardava il 75% delle schede, il governatore uscente si attestava al 51,2% contro il 43,2% della sua sfidante Lucia Borgonzoni.

Dato sufficiente per disegnare una vittoria netta e personale, quella del governatore uscente. Che si accompagna ad un che con il suo 34,42% torna a conquistare lo scettro del primo partito in regione. Nonostante il boom della Lega, al 32,4. Risultato buonissimo ma inutile ai fini della vittoria, utile per la grande compagine di candidati che la Lega eleggerà, all'opposizione, all'assemblea legislativa.

La vittoria, di fatto, è soprattutto del governatore uscente che grazie al voto disgiunto, confermato come da previsioni, aggiunge 5 punti percentuali rispetto alla quella ottenuta dalla coalizione a suo sostegno. Stessa logica che al contrario ha penalizzato la candidata avversaria Borgonzoni, che perde due punti percentuali rispetto a ai voti ottenuti dalla coalizione a suo sostegno.
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Tradotto, Bonaccini ha portato un valore aggiunto alla coalizione, perché è stato scelto anche da elettori che hanno votato altre liste diverse da quelle della coalizione, mentre la Borgonzoni ne ha fatto perdere alla coalizione.

Bonaccini dunque, come previsto, asfalta la corsa di Salvini, una corsa orientata alla vittoria, nonostante l'ottima affermazione del carroccio che anche in provincia di Modena fagocita di fatto, con il suo 31,9%, l'opposizione, svuotando, insieme al buon risultato di Fratelli d'Italia, anche il bacino di Forza Italia, ridotta ad uno 2,5% che non le permette di fare eleggere nemmeno un candidato.
I 5 stelle si fermano, al 70% delle sezioni scrutinate, attorno al 3,5%. Con un candidato presidente che ha preso meno voti della lista di appoggio.
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