Da anni Lapressa.it offre una informazione libera e indipendente ai suoi lettori senza nessun tipo di contributo pubblico. La pubblicità dei privati copre parte dei costi, ma non è sufficiente.
Per questo chiediamo a chi quotidianamente ci legge, e ci segue, di darci, se crede, un contributo in base alle proprie possibilità. Anche un piccolo sostegno, moltiplicato per le decine di migliaia di
modenesi ed emiliano-romagnoli che ci leggono quotidianamente, è fondamentale.
'Il Governo deve cambiare le recenti norme sulla spesa per il personale dei Comuni, regole che ostacolano la gestione diretta del pubblico dei servizi alla persona. Sul fronte locale, invece, occorre destinare risorse per la contrattazione aziendale della Fondazione CresciaMo in modo da retribuire in modo più adeguato la professionalità del personale educativo'. Il responsabile Lavoro nei servizi pubblici della segreteria cittadina del Pd Modena Roberto Melotti (nella foto) interviene così sulla decisione di passare alla gestione della Fondazione CresciaMo due nidi modenesi.
“La scelta di due nidi, passati dalla gestione diretta comunale a quella, comunque riconducibile alla nostra Amministrazione cittadina, della Fondazione Cresciamo, non è stata fatta a cuor leggero - afferma Melotti -. L’origine di tutto è una norma nazionale, voluta dall'allora ministro Giulia Bongiorno, che impedisce ai Comuni di fare le assunzioni che ritiene necessarie.
La scelta è scaturita dal governo giallo-verde che, nella primavera del 2019, ha cancellato la possibilità del turn over al 100% del personale cessato e che ha portato, invece, a fissare una percentuale rigida di spesa per il personale che non può essere varcata. Questa percentuale è fissa e rapportata alle entrate, senza altri criteri, e penalizza i capoluoghi dell'Emilia Romagna che da decenni hanno creato servizi educativi e sociali che altrove semplicemente non esistono, come quantità e qualità'.
'Così non può andare, un Comune non può essere di fatto costretto a scegliere tra la paralisi dei propri uffici e il mantenimento delle gestioni dirette di servizi: chiediamo a gran voce al Governo di rivedere questo nuovo criterio, altrimenti negli anni a venire saranno altri i servizi che gli Enti locali non potranno più gestire direttamente.
Per anni il limite alle assunzioni era stato fissato rispetto alla spesa storica, ma questa nuova norma invece colpisce i Comuni che hanno messo in piedi servizi, di qualità riconosciuta, gestendoli direttamente rispetto a quelli che non lo hanno fatto o semplicemente hanno fatto sistematicamente ricorso agli appalti: una prima proposta è la rimodulazione delle aliquote IRAP che attualmente svantaggiano la gestione pubblica di servizi alle persone. Soluzioni come fu quella di CresciaMO (e ora Modena Zerosei) o della Fondazione Pia Casa per i servizi sociali mantengono comunque i servizi in ambito pubblico, ma riteniamo a questo punto necessario che possano essere destinate le risorse possibili alla contrattazione aziendale in modo da poter retribuire in modo più adeguato la professionalità del personale che verrà assunto in pianta stabile. Va proseguito il percorso che attraverso la contrattazione tra Amministrazione e sindacati ha già permesso di introdurre tutele che avvicinano il contratto a quello dei dipendenti comunali. Personale che svolge analoghe mansioni deve poter contare su analoghi diritti” - chiude Melotti.
Redazione Pressa
La Pressa è un quotidiano on-line indipendente fondato da Cinzia Franchini, Gianni Galeotti e Giuseppe Leonelli. Propone approfondimenti, inchieste e commenti sulla situazione politica, .. Continua >>