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Entro il 2022, anno entro il quale lo stabilimento di via Zarlati sarà dismesso, buona parte della produzione (quella a maggiore impatto ambientale), delocalizzerà nella sede della cooperative partner di Padova, pronta ad accoglierla in un impianto con tecnologie all'avanguardia, mentre un'attività minore impatto sarà mantenua a Modena, in un area ex industriale che sarà da individuare in accordo con il Comune.
In soldono sono questi gli elementi principali del piano industriale presentato nei giorni scorsi dalla proprietà delle fonderie Cooperative al comune di Modena. Elementi che di fatto confermano ciò che era già stato di fatto definito e reso noto nel gennaio scorso, quando pubblicammo l'intervista al Presidente della Fonderie di Padova che dava già come fatto l'accordo per il trasferimento, entro il 2021, delle fonderie a Padova.
Ipotesi e accordo che al tempo non era stata confermata ma nemmeno smentita dalla proprietà, forse per non generare troppo allarme tra i lavoratori. Ai tempi, oltre all'ipotesi Padova, venne così affiancata quella della delocalizzazione in un altra area, che il comune individuò a nord di Modena. Ipotesi che avrebbe previsto costi enormi a carico della società sia di progetto ma soprattutto di realizzazione di un impianto ex novo. Senza considerare la difficoltà legate all'opposizione del comune di Nonantola. Ma non solo l'ipotesi prevedeva la presentazione al comune, da parte della società, del progetto di fattibilità del nuovo stabilimento, entro il mese di luglio. Cosa che non è avvenuta e che non ha fatto alto che confermare il fatto che la proprietà aveva e avrebbe scelto un'altra via, l'altra sul tavolo, quella di Padova.
Scelta che, pur con i particolari legati al mantenimento di una piccola parte dell'atività a Modena, è emersa dal piano industriale presentato.
'Un piano industriale che - ha affermato il Comune attraverso l'assessore Anna Maria Vandelli - risulta coerente con l’obiettivo dell’Amministrazione, che si impegna ad accompagnare l’azienda in questo percorso e nel programma di bonifica e valorizzazione dell’area di via Zarlati, in cui viene confermata la chiusura dell’attività a partire dal 2022”.
“Di qui al 2022 – afferma l’assessore – monitoreremo costantemente la situazione per verificare che continui il percorso per ridurre l’impatto ambientale prima della dismissione dell’area e che il cronoprogramma venga mantenuto. Accompagneremo la società nel processo di dismissione di via Zarlati e nella riorganizzazione verso la realizzazione del nuovo insediamento produttivo per quanto riguarda l’individuazione dell’area o dei capannoni di medie dimensioni idonei all’attività in contesti già destinati ad attività produttive”.
L’assessora esprime particolare apprezzamento per il fatto che, “con la riorganizzazione prevista dal piano industriale, la città di Modena non perderà un’attività importante per l’economia cittadina” e che, “nonostante la delocalizzazione delle fasi produttive di maggior impatto in altra sede, per effetto del piano di pensionamenti dei prossimi anni, del normale turnover e della riqualificazione annunciata delle risorse esistenti, l’impatto sul personale sarà nullo o molto contenuto. Vista la volontà dell’azienda – ha aggiunto ancora Vandelli – di espandere l’attività di finitura e le lavorazioni accessorie personalizzate per i clienti, sarà anzi forse possibile l’assunzione di personale specializzato”.