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'Dai 220 previsti ed ufficializzati dal Prefetto due mesi fa, siamo già passati ad una previsione di 278 richiedenti asilo che saranno destinati nei comuni terremotati dell'area nord.
I numeri diffusi oggi dalla Regione preoccupano perché sono sintomo di una non gestione del problema a livello centrale e che in modo irresponsabile viene
scaricato sui territori e sulle comunità locali'. Così in una nota
Enrico Aimi consigliere regionale Fi,
Antonio Platis consigliere provinciale e capogruppo Fi Area Nord e
Mauro Neri consigliere FI Area Nord.
'Il tutto senza un progetto, senza un programma, senza quello che era stato promesso come un percorso di condivisione di strumenti ed obiettivi con i singoli comuni, chiamati ora a farsi carico di un'accoglienza obbligata e dei singoli progetti di accoglienza - continuano i tre forzisti -.
Senza un programma che garantisca il dovere dei richiedenti asilo di lavorare al servizio delle comunità nelle quali sono accolti, e senza un percorso di graduale integrazione. Infatti, tutto questo, che era stato promesso e che doveva essere condizione necessaria e contestuale all'arrivo dei migranti, oggi non c'è. Se a questo aggiungiamo l'allungamento dei tempi per le pratiche di riconoscimento o per il rigetto della richiesta di asilo, oltre l'anno, rischiamo di creare sui territori situazioni inaccettabili. Sia per il peso sulle pubbliche amministrazioni ancora impegnate sul fronte del sisma, sia perché
avere sul territorio centinaia di migranti la maggior parte dei quali, fino a prova contraria, clandestini, mantenuti con soldi pubblici per non fare nulla, mentre centinaia di famiglie che ancora vivono fuori dalle loro case, e non solo, faticano ad arrivare a fine mese, senza contributi pubblici, rischia di generare ed alimentare lo scontro sociale'.
'La gente è stanca e non comprende come mai gli italiani sono figli di un Dio minore - chiudono Platis, Aimi e Neri -. Se qualcuno, a sinistra, ha in progetto la sostituzione di popolo, non sia ipocrita e lo dica. Qui, a forza di nuovi arrivi e concessioni rischiamo un grave cortocircuito sociale. Questa follia politica va fermata prima che sia troppo tardi'.