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Diversi Infermieri, uno specialista radiologo, medici e altre figure professionali. Sono ben 12 quelle che nella sola giornata di ieri, 26 giugno, hanno interrotto formalmente il loro rapporto con l'Ausl di Modena, segno di una fuga di professionisti che non si arresta. Almeno da un anno a questa parte. Professionisti che hanno detto stop al loro rapporto lavorativo nella sanità pubblica, molti dei quali anche con contratti a tempo indeterminato, con esperienza. Lasciando vuoti nei già carenti organici della sanità pubblica modenese. Vuoti non solo nei numeri e nelle competenze professionali e specialistiche che da tempo spingono le aziende pubbliche al ricorso alle consulenze esterne con appalti di servizi alle cooperative private e al ricorso alla somministrazione di lavoro interinale.
Per consulenze sanitarie, si legge dall'ultimo bilancio Ausl, la spesa nel 2023 ha superato i 10 milioni di euro attestandosi a 10,7 milioni di euro. A queste vanno aggiunte le spese per per consulenze non sanitarie. Nel 2023 l'Ausl di Modena ha speso in questa voce di bilancio 2.1 milioni di euro.
In un vortice che per quanto riguarda gli organici sembra non avere soluzione. Le condizioni lavorative sempre più difficili per gli operatori sanitari del sistema pubblico, sia sotto il profilo dei salari ma anche soprattutto per carichi di lavoro sempre più pesanti e con scarsa possibilità di godere di ferie e permessi, porta spesso a dimissioni volontarie. Spesso verso un privato sempre più competitivo anche grazie all'aumento del ricorso delle Ausl Pubbliche a professionisti e strutture esterne. La ricerca di personale all'interno delle graduatorie sembra sempre più difficile. Sempre più frequente il ricorso alla normativa varata per fronteggiare l'emergenza Covid, attraverso l'inserimento di specializzandi, per reperire personale assunto direttamente, anche se con contratti temporanei. E dove la disponibilità non c'è si ricorre alle cooperative esterne o al monte ore che viene messo a bilancio ogni anno per il ricorso al personale interinale.
Ed è così che la spesa aumenta ma senza che si abbia un riscontro in termini strutturali per quanto riguarda gli organici. Il personale che si assume è spesso precario (di queste ore il documento che attesta che al Cau di Fanano, nell'impossibilità di acquisire personale dalle graduatorie, si è ricorsi all'assunzione, per sei mesi, di un medico specializzando). Uno scenario con forti criticità che esplodono con l'arrivo dell'estate dove per garantire le ferie al personale, già stressato da turni pesantissimi e da una difficoltà diffusa anche a fodere di permessi, lo stesso personale è obbligato all'impossibile.
'Il piano di smaltimento delle liste d'attesa va ulteriormente ad gravare sulle prestazioni richieste al personale già stremato' - afferma Giuseppina Parente referente provinciale del sindacato Fials che incontriamo nel banchetto informativo del sindacato davanti all'ingresso principale del Policlinico di Modena. 'Per coprire le ferie estive il personale dovrà autosostituirsi facendo doppi turni e prestazioni aggiuntive. La Regione chiede un incremento del 25% in più delle prestazioni base per cominciare a smaltire le liste d'attesa che si sono accumulate non per colpa dei dipendenti ma per colpa di questa gestione politica fallimentare del presidente Bonaccini e dell'Assessore regionale Donini'.
Gi.Ga.
Gianni Galeotti
Nato a Modena nel 1969, svolge la professione di giornalista dal 1995. E’ stato direttore di Telemodena, giornalista radiofonico (Modena Radio City, corrispondente Radio 24) e consiglie.. Continua >>