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Per la seconda volta consecutiva in pochissimi giorni, scrivo della delusione che avverto nei confronti dei comportanti dei 5stelle.
Credo che sia noto che la mia 'posizione' e la mia opinione nei loro confronti, in particolare per quelli dei loro militanti e consiglieri cittadini, é sempre stata razionalmente pragmatica. Ho sempre cercato di evitare ogni possibile pregiudizio così come, nelle occasioni in cui mi é stato possibile farlo, ho perseguito con loro ogni forma di dialogo e confronto costruttivo.
Non nego neppure che più che sovente ho provato per loro simpatia, sia politica che umana e che, pur conscio delle pesanti critiche che mi sarebbero arrivate, non sono state poche le occasioni che mi hanno trovato ad esprimere, anche pubblicamente, la mia condivisione per le loro idee ed i loro progetti.
Oltre ad apprezzare la 'novità' che, sia in ambito nazionale che locale, essi si sono incaricati di interpretare all'interno di un panorama politico da oltrepassare per la sua evidente incapacità, ho sempre pensato (e mi piacerebbe che potessero restare le condizioni per continuare a farlo) che fosse necessario e doveroso che, a chi stanno a cuore valide soluzioni ai problemi delle persone e nel contempo si sente in dovere di rifiutare le ottiche neo liberiste attraverso le quali anche la sinistra (?) maggioritaria ha creduto di poterli risolvere... io, come altri, non potessimo evitare di considerare quella 'novità' e potessimo decidere di evitare un confronto dialogico con essa. Ciò premesso, però, come dovrebbe sempre essere ogni tipo di confronto serio, con autenticità non posso evitare di esprimere una valutazione molto critica verso quelli che sono stati i loro più recenti comportamenti.
L'incertezza che hanno dimostrato nel voler perseguire (o meno) dei tentativi di trovare convergenze programmatiche con liste civiche a livello locale, pressapoco negli stessi giorni in cui se ne bloccava uno proprio qui a Modena, dove una 'cosa' del genere stava dando i suoi frutti.
Lo 'scivolone' pro leghista di qualche giorno fa, che poi è stato solo parzialmente smentito, ma senza quel convincimento di cui ci sarebbe stato bisogno, è stato, per me, l'ultima goccia che ha riempito il vaso. Ancora solo riempire ma non ancora traboccare.
Quella che l'ha fatto realmente esondare, sempre per me, è stata la richiesta rivolta agli iscritti 5stelle di una votazione online sulla richiesta di autorizzazione a procedere per 'il caso Diciotti'. Si badi che non ho scritto che mi ha turbato l'esito della votazione, che ritengo un dato scarsamente rappresentativo, anche a causa dell'oggettiva mancanza d'occasione per poterlo 'indagare' e verificare, dal momento che il famoso algoritmo che lo determina è proprietà privata di un singolo, che può gestirselo a suo piacimento.
Ciò che mi ha indignato é stato il fatto che 'un' movimento che è nato ed ha sempre orgogliosamente rivendicato la sua diversità da ogni altra organizzazione partitica, assumendo a vincolante presupposto l'idea che ogni Cittadino, parlamentare, ministro o no che sia, vive delle medesime responsabilità, gode degli stessi diritti e degli stessi doveri ... il fatto, cioé, che abbia potuto rendere opinabile (e quindi incerta) questa finora vincolante sua prospettiva, che, inutile negarlo, modifica nella sostanza il suo stesso DNA e vanifica quell' 'uno vale uno' fin qui 'sparso' a piene mani.
E se l'immaturità politica con la quale il Movimento ha deciso di accentrare in pochissime persone (probabilmente solo una o due in tutto) ogni tipo di decisione politica e strategica che lo riguarda, già di per se stessa pone significativi interrogativi e molte perplessità.. ora la pilatesca decisione di affidare invece ai suoi iscritti una scelta che mina le stesse radici etiche sulle quali si fonda, rende veramente insopportabile ed impossibile trovare una giustificazione. Per me é questo il vero vulnus che, checchè ne possano pensare e dire i suoi militanti più irriducibili che preferiscono soprassedere all'uso della logica, credo che abbia varcato il punto di non ritorno per le attese e le speranze di molti di noi.
Giovanni Finali
