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Il Pd, il Comune di Modena e il gioco delle tre carte

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Trionfa il conformismo, le banalità del 'bene' e del perbenismo, il? politically correct, la mistificazione della realtà


Il Pd, il Comune di Modena e il gioco delle tre carte
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I modenesi sono sottoposti ogni giorno ad un balletto di enunciazioni retoriche e paternalistiche del Comune e del Pd su una città definita 'modello' perchè sarebbe attraente, green, smart, efficiente, pulita e sicura. Enunciazioni basate sul nulla visti i risultati scarsamente apprezzabili che sono sotto gli occhi di tutti, perchè è proprio il sistema economico e produttivo del territorio ad essere insoddisfatto e in crisi perchè impoverito, con le categorie produttive e le loro associazioni in prima fila a protestare e a scioperare, con Comitati di protesta di cittadini scontenti che sono sorti un po' in tutti i quartieri della città. E i modenesi sono sconcertati da questa situazione di tutti contro tutti e da un modo di amministrare la città da parte della Giunta comunale Muzzarelli definito dai più 'arrogante e presuntuoso'. Aggravato da un inaccettabile atteggiamento di sufficienza e di autorefenzialità.

Cittadini peraltro già alle prese da più di un anno con una pandemia che ha ridotto la sfera delle loro libertà personali, dei loro spostamenti e modificato i loro comportamenti, le abitudini e gli stili di vita. E anche per questo ormai stanchi e insofferenti delle banalità e dei luoghi comuni diffusi quotidianamente dal sindaco e dal suo ufficio stampa del tipo “teniamo botta, ce la faremo, ne usciremo meglio e più forti di prima”, accompagnati dall'altrettanto logoro slogan “nessuno sarà lasciato solo o sarà abbandonato”. Quando invece sono ormai in tanti ad essere stati dimenticati, costretti a vivere in stato di necessità e di povertà, ad affollare le sedi della Caritas alla ricerca di un pasto caldo e di sussidi per pagare bollette e affitti.

Ed è proprio la povertà a crescere in maniera esponenziale interessando anche i modenesi e non solo gli immigrati e sono proprio le associazioni dei commercianti, Confesercenti e Confcommercio in testa, a protestare perchè gli esercenti, i ristoratori, i baristi, gli albergatori, sono rimasti soli ad affrontare la crisi economica dovuta al calo dei consumi e privati dei ristori statali tante volte promessi.

Morale? Alle richieste di lavoro da parte dei giovani, di maggiore elasticità e flessibilità comportamentale nei confronti dei locali pubblici e dei cittadini da parte del Comune, Muzzarelli e il 'partitone' come hanno risposto? Con un atteggiamento di conformismo culturale elitario che cerca di evitare il confronto con temi scomodi e scottanti come il lavoro (per i non tutelati), la disoccupazione, le nuove povertà, il disagio dei giovani costretti a casa che si lasciano poi andare a manifestazioni di protesta e di ribellione allo status quo, ad una ripetizione pedissequa di quello che dicono tutti i giorni in televisione il ministro Speranza e i suoi esperti ministeriali, non azzardando nuove forme di intervento, idee innovative ed immaginare un nuovo modello di sviluppo della società modenese che coniughi sempre meglio i diritti con le opportunità. Trionfa in definitiva il conformismo, le banalità del 'bene' e del perbenismo, il politically correct, la mistificazione della realtà, la tecnica dell'apparire piuttosto che dell'essere, dell'annuncio e delle promesse piuttosto che del fare e del realizzare. Un po' poco insomma per un modello di comunità che si tenta di contrabbandare come il migliore da additare ed indicare agli altri anche fuori dalla Regione.

MODENA CAPITALE DELLA MOTOR VALLEY? MA L'AUTO ELETTRICA CINO-AMERICANA VA A REGGIO

La notizia della scelta di una località reggiana per costruire la sede della nuova avveniristica e futuristica auto elettrica da parte di una multinazionale cino-americana che l'ha preferita al territorio modenese, ha messo in evidente grave imbarazzo il Pd e il Comune di Modena che hanno fatto di “Modena capitale della Motor Valley emiliana” il loro slogan preferito e autoreferenziale perchè è qui che, grazie all'impegno di coraggiosi imprenditori privati e della genialità dei loro tecnici, vengono create Ferrari, Maserati, Pagani, che si avvalgono di un reticolo di strardinari artigiani del settore motoristico. Nessun commento sulla scelta di Reggio piuttosto che di Modena da parte del sindaco Muzzarelli, ma solo una burocratica dichiarazione di compiacimento di Bonaccini per la scelta dell'Emilia e un'altra del presidente della Provincia Tomei che ha evitato l'argomento scomodo dicendo che è necessario ora procedere con la realizzazione di una bretella che unisca l'area del nuovo insediamento reggiano con la futura Campogalliano-Sassuolo. La prova dunque che è stata una occasione clamorosamente persa da Modena e per la sua immagine di capitale italiana dei bolidi da corsa, ma anche per il prestigio dell'Università che qui ha la sede della prestigiosa facolta di ingegneria. I cugini reggiani sono stati nella circostanza più abili e tempestivi a confronto dei nostri amministratori che si sono dimoistrati più deboli, assenti o con meno carte da giocare. A meno che non siano intervenuti personaggi 'esterni' ad indirizzare cinesi e americani verso Reggio piuttosto che verso Modena. Ma anche in questo caso si dimostrerebbe la debolezza e lo scarso 'peso' politico dei nostri amministratori.

IL MERCATO ALBINELLI CHIEDE AIUTO

Grazie al Consorzio del Mercato Albinelli che raggruppa decine di operatori commerciali che animano la storica importante struttura commerciale che sorge a due passi dal Duomo, vero gioiello cittadino tanto amato e frequentato dai modenesi, abbiamo saputo che la situazione al suo interno non è nè calma nè tranquilla, come invece viene descritta dalla Giunta comunale. Il Consorzio, per bocca del suo presidente Andrea Prandini, fa sapere che da oltre un anno il Comune ha fatto promesse non mantenute in termini di mantenimento in efficienza della struttura e dei relativi lavori di recupero e di ripristino. Comunicando ad esempio che il bellissimo storico mercato cittadino perde acqua piovana dal tetto, che i tombini sono sprofondati e che uno di questi ha provocato la caduta di un cliente che si è fratturato una gamba, che ci sono problemi nell'impianto elettrico, che l'area è circondata da cantieri edili che allontanano la clientela e generano disturbo. “Non bastasse questo – aggiunge arrabbiato Massimo Bedendo, menbro del consiglio del Consorzio – il Comune ha chiuso il parcheggio dell'ex Amcm che per noi, per la maggio parte dei nostri clienti, dei nostri fornitori e dipendenti, significa un altro problema perchè non sappiamo più dove parcheggiare le auto”.

MANCANO AUTOBUS E AULE PER GLI STUDENTI

A dirlo, dopo studenti, famiglie, insegnanti e presidi, è ora anche il presidente della Provincia Domenico Tomei, del Pd, il quale dice apertamente che a pochi mesi dall'inizio del nuovo anno scolastico e con la didattica in presenza, non saranno sufficienti le aule scolastiche attuali e nemmeno il sistema del trasporto scolastico. Alla sincera e candida ammissione di inadegutezza, di lacune, di ritardi, di calcoli e previsioni sbagliate, di mancata programmazione degli interventi richiesti e necessari di Tomei, sono immediatamente insorti gli autisti del servizio Seta ma, soprattutto, i genitori e gli studenti degli Istituti superiori i quali scrivono che “è dall'inizio dell'emergenza Covid, oltre un anno fa, che assistiamo ad uno spettacolo indecoroso di una scuola pubblica bloccata dalla inadeguatezza del sistema dei trasporti provinciali che dura peraltro da anni, mai risolto, aggravato dalle norme anti Covid. Ma perchè – si chiedono in un documento studenti, insegnanti e famigliari – in 14 mesi non si è riusciti a risolvere o quanto meno migliorare questa emergenza conosciuta da tutti ? Sembriamo vivere in una provincia povera o sottosviluppata e non invece nella ricca e prospera realtà dalla quale ci vantiamo di fare partire tutti gli anni migliaia di auto e di bolidi in tutto il mondo, anche se a noi mancano gli autobus necessari”.
Questa la nuda verità al di là dei convenzionali insopportabili toni trionfalistici dei nostri amministratori. Il gioco delle tre carte, insomma. Ma la gente è stanca e protesta.

Cesare Pradella

Cesare Pradella
Cesare Pradella

Giornalista pubblicista, è stato per dieci anni corrispondente da Modena del Giornale diretto da Indro Montanelli, per vent'anni corrispondente da Carpi del Resto del Carlino, per ..   Continua >>


 

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