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C'è chi il lavoro lo ha perso, c'è chi è vittima di una cooperativa spuria, che magari non ha nemmeno versato i contributi ai propri lavoratori, e c'è chi un lavoro ce l'ha, da anni, o da molto meno, ma comunque precario. Perché oggi, in strada, c'erano anche i lavoratori della scuola, assunti con forme interinali, attraverso cooperative di servizi che - denunciano i lavoratori - dopo avere incassato dagli enti pubblici più di 17 euro all'ora per ogni lavoratore ne girano al lavoratori stessi meno della metà, sugli 8 euro lordi. Senza garanzie di rinnovo del contratto, senza ferie pagate e senza contributi nei momenti di pausa. Che significa, quasi sempre, non potere pensare e costruire un futuro, non potere accendere un mutuo o un prestito, nemmeno quando si hanno 40 - 50 anni e si lavora da 20 o 30.
'E questo - dicono i responsabili sindacali - cancella il valore di ogni dato che ci dice che l'occupazione è in aumento. Perché questa non è occupazione capace di garantire quella dignità che il lavoro deve dare'.
Questo è ciò che con diverse sfaccettatture lamentano i 3000 lavoratori che oggi, rispondendo al richiamo della CGIL, sono scesi in piazza in occasione dello sciopero generale di 8 ore, per l'intera giornata lavorativa. Con un corteo lungo un chilometro, partito alle ore 9,30 da via Divisione Acqui, davanti ai cancelli della Maserati e finito alle ore 11, in via Bellinzona, con l'intervento del segretario provinciale della CGIL di Modena Manuela Gozzi
'Buona - afferma la segretaria CGIL - l’adesione allo sciopero in tanti luoghi di lavoro: ferma la produzione in Maserati Auto, chiusa anche Open.
Co (ex Coop Legno) con adesioni al 100%, chiuse diverse scuole come la medie Marconi di Modena, la scuola d’infanzia Toniolo della Fondazione Cresci@mo, adesioni oltre il 60% alla scuola Cimabue, chiuse le elementari Anna Frank di Carpi, le Cittadella dell’istituto comprensivo n.9 di Modena, chiusa la Livanova di Mirandola, adesioni al 60% alla Med Tronic, 70% alla Elcam Medical Italy di Carpi, 50% alla Fresenius, 50% al Gruppo Sicrea, 80% di adesioni nelle piccole edili, 90% alla Agop di Spilamberto, 79% alla Crown Aereosols Italia di Spilamberto, 70% alla GBG di Montale Rangone, 100% alla Itm (turno del mattino), 60% alla Bosch Pavullo e 70% alla Bosch Nonantola (turni mattino), 70% alla Angelo Po, 70% alla Goldoni, 80% alla OMG, 80% alla Salami, 80% alla CB Ferrari, 60% in Cnh stabilimento, 80% alla Worgas'
'Lo sciopero - ha affermato Manuela Gozzi - è stato indetto per dare continuità alla mobilitazione nazionale Cgil del 2 dicembre. Cambiare le pensioni per dare lavoro ai giovani, contrastare la precarietà che anche nella nostra provincia coinvolge particolarmente giovani e donne, per contrastare tutte le condizioni di disuguaglianza nel mercato del lavoro, per contrastare le crisi aziendali a partire da un ampliamento degli ammortizzatori sociali oggi insufficienti a gestire le fasi di crisi, rilanciare una nuova stagione di giustizia sociale e di redistribuzione attraverso il welfare pubblico e migliorare le condizioni complessive, mettendo al centro la solidarietà e valorizzando gli strumenti della democrazia e della partecipazione”. .Argomenti al centro delle piattaforme distrettuali per la contrattazione sociale e territoriale che la Cgil sostiene con le proprie iniziative.
'Con questo sciopero - ha concluso Manuela Gozzi - la Cgil dice che non bisogna rinunciare a un cambiamento possibile, che “non accettiamo passivamente la mancanza di un modello di sviluppo per la nostra provincia che valorizzi il lavoro” ha detto Gozzi. La Cgil continuerà ad agire per contrastare le crisi aziendali e la crisi sociale, partendo dalla difesa del lavoro, dalla battaglia per la creazione di nuove opportunità di occupazione, dalla difesa ed estensione dei diritti per far diventare la Carta universale dei diritti legge di questo paese'