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Mentre a Modena l'inceneritore di via Cavazza ha bruciato, nel 2017, quasi 220.000 tonnellate di rifiuti indifferenziati, anche speciali, provenienti non solo dal bacino provinciale ma anche da fuori provincia e regione, con tanto di autorizzazione all'aumento concessa nel tempo dalle amministrazioni regionale, provinciale e regionale, a Parma il PD va oggi in controtendenza. E rifacendosi anche ai tre principi su cui si basa lo stesso piano regionale per la gestione dei rifiuti (raccolta differenziata, minore produzione e riciclo), si è opposto all'ipotesi di Iren (gestore dell'inceneritore di Parma), di aumentare la quantità di rifiuti bruciati oltre il tetto delle 130.000 tonnellate. 'Una ipotesi molto preoccupante' - afferma il PD. 'Il termovalorizzatore e' stato pensato in una logica di gestione responsabile dei rifiuti del nostro territorio e non in ottica di sfruttamento economico dell'impianto, che mal si concilierebbe con la vocazione agroalimentare della nostra provincia'.
Una tradizione, e quindi anche un problema collegato, che si rispecchia anche a Modena, nella produzione del Lambrusco (con le vigne che insistono nel raggio di una decina di chilometri dell'impianto) e di altre eccellenze dell'agroalimentare, compreso la produzione di Parmigiano Reggiano. Anche se qui, le amministrazioni PD e tantomeno il partito, con tanto di corrente Ecodem, non ha mai posto il problema in questi termini, e soprattutto nei confronti di Hera. Cosa che invece succede a Parma.
'Per questo' - continua il Pd ducale - 'chiediamo alla Regione, che gia' si e' positivamente impegnata su questo tema con l'Assessore, Paola Gazzolo, e al Comune di Parma (socio di Iren, pur avendo diminuito il suo peso a causa della vendita di parte consistente delle azioni della multiutility, ndr) di svolgere con decisione ogni azione utile per evitare il superamento dell'attuale quota di rifiuti bruciati'. Posizioni che sembrano diametralmente opposte, quelle del PD a Parma e quelle del PD a Modena, che negli anni, pur a fronte di un impegno condiviso con i cittadini, legato ad una raccolta differenziata che ha avuto diffusione e risultati percentuali sempre più alti, ha continuato a legittimare ciò che rappresenta, in linea di principio, l'esatto contrario, ovvero l'aumento nelle quantità di rifiuti indifferenziati avviati all'incenerimento in una singola provincia fino a circa il doppio di quella che sarebbe la produzione del bacino modenese di rifiuti indifferenziati.
Gi.Ga.
Redazione Pressa
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