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Dopo avere incassato l'appoggio pieno di Art. 1, che alle prossime elezioni amministrative di maggio correrà coalizzato al PD e a sostegno del candidato Muzzarelli (con i vertici tutti presenti in platea), il PD coglie l'occasione della presentazione al Baluardo della cittadella di Modena, della piattaforma programmatica (elaborata nei forum tematici organizzati dal settembre scorso alla festa dell'Unità e sintetizzata nelle “Sette S di Sviluppo, Solidarietà, Sostenibilità, Salute, Saperi, Sicurezza e Sport), per lanciare una vera e propria opera di corteggiamento politico a quel mondo della sinistra, o sedicente tale, o comunuque dichiaratamente alternativa a qualsiasi forma di centro destra, che alle elezioni di 5 anni si allontanò da un PD sempre più diviso e incapace (dichiarerà il segreterio cittadino Andrea Bortolamasi nella sua relazione, strappando proprio su questo punto l'applauso), di dare risposte in quegli ambiti come quello della coesione sociale, della sicurezza (reale o percepita che sia), dell'indigenza e della povertà, in cui 'la Lega - afferma il segretario - si è inserita, facendo leva sulle paure e sul malcontento'.
Elettorato PD che passò, nel 2014, anche ai 5 stelle.
Non è un caso che nella relazione introduttiva del capogruppo PD in Consiglio Comunale Fabio Poggi il nome più citato (per ben tre volte), non è quello del PD, non è quello di Muzzarelli ricandidato, bensì quello di Chincarini, (ex di Per Me Modena, ex di Modena Bene Comune ed ora in Modena Volta Pagina che tale è come gruppo consigliare e come Lista Civica), rimasto orfano politico della candidatura a sindaco della Stessa Modena Volta Pagina, che ha scelto il nome della giovane Carolina Coriani al suo. Chincarini, rimasto referente di quell'elettorato che nel 2014 votò per la lista che fu dell'Ex Assessore Querzé, che doveva costituire la base di Modena Volta Pagina, e che oggi, senza Chincarini candidato sindaco, che potrebbe essere allettato da una nuova prospettiva di governo di centro sinistra che di giorno in giorno, vista la frammentazione dell'alternativa al PD e al suo sistema, appare sempre più probabile.
Ma non solo. Nella relazione di Poggi che segue l'apertura dell'evento con la proiezione del video sulla Modena aumentata, riassuntivo delle opere realizzate dall'amministrazione negli ultimi 5 anni, i complimenti e l'occhio di riguardo, con tanto di ringraziamento per il lavoro svolto negli ultimi 5 anni, va all'azione e all'attività consigliare del M5Stelle. Dove nessuno dei componenti del gruppo si ricandiderà. Un movimento sempre più impalpabile paradossalmente dopo la presentazione del candidato sindaco Andrea Giordani. Riferimenti, quelli di Poggi, che generano sguardi e sorrisetti un pò meravigliati della platea PD del Baluardo, in cui spiccavano, oltre all'europarlamentare Kyenge e tutti (o quasi), i componenti della giunta), anche il direttore generale del Comune di Modena Pino Dieci, l'ex Presidente Seta Bulgarelli, ai tempi della campagna elettorale del 2014 nelle fila della sicurezza dei comizi di Muzzarelli (memorabile quello in Piazza Grande con Renzi in cui aggredì verbalmente alcuni manifestanti), ma anche un chef stellato e professionisti della comunicazione.
Nella solita e cupa atmosfera del Baluardo della Cittadella, capace di smorzare anche i più fervidi entusiasmi, con quei fari rossi e con quei divanetti da locale notturno, quale il Baluardo è, in cui meraviglia vedere sedute gli/le assessori/re Alessandra Filippi e Anna Maria Vandelli. Ma il partito chiama, e li bisogna essere. Al di la del fatto che il programma ci sia o meno. Al di la del fatto che su Modena stia ancora depositandosi la diossina del rogo nell'impianto Herambiente. Perché in effetti, oltre alla sette esse, il programma viene rimandato tutto alla lettura on-line, sul sito del PD. La piattaforma programmatica pone gli indirizzi, le linee, quelle che a Poggi e Bortolamasi spetta dare. Ma nulla più. Il tentativo è quello di dare una forma aumentata a quello poco o tanto che l'Amministrazione ha realizzato.
'Le cose fatte in questi cinque anni di Amministrazione Muzzarelli saranno la base per ripartire: non si tratta di “cambiare” per il solo gusto di “cambiare”, ma di “innovare. E’ vero non basta l’orgoglio delle cose fatte in questi cinque anni – afferma Fabio Poggi – ma è da lì che si deve ripartire. Soprattutto dalla consapevolezza che le cose fatte sono il segno tangibile di politiche nuove che abbiamo iniziato a sviluppare come, per esempio, la rigenerazione della città o una sanità maggiormente integrata. Nonostante l’incertezza del quadro economico generale ed internazionale, Modena ha continuato a crescere, grazie alle sue genti, ma anche al suo buon governo. Gli investimenti in corso nella periferia nord/fascia ferroviaria, il recupero del Liceo Sigonio, l’avvio degli interventi all’ex AMCM, la riqualificazione di Piazza Mazzini, la ristrutturazione del casello autostradale di Modena Nord, i primi investimenti sull’ex Ospedale Estense, la ristrutturazione delle scuole Carducci, l’estensione della videosorveglianza, l’unificazione del Policlinico e dell’Ospedale di Baggiovara, le case della salute, il piano delle nuove Case Residenza Anziani, gli investimenti in impiantistica sportiva: sono tutti cantieri ultimati o in corso. Modena insomma non si è mai fermata, ora deve giocare di nuovo all’attacco, soprattutto in settori cruciali per il benessere delle comunità come il welfare'
“Il nostro sistema di welfare – conferma Tommaso Fasano, coordinatore del Programma e responsabile del Forum Welfare – deve diventare ancor più universale nel diritto di accesso e differenziato nelle risposte, in modo da soddisfare i bisogni delle diverse età della vita. Architravi del welfare sono il Servizio sanitario pubblico e la scuola pubblica, su cui sono indispensabili maggiori risorse dallo Stato e una particolare attenzione nel governo della città”. “Il nostro obiettivo – conclude Andrea Bortolamasi - è quello di costruire una città con il segno più, dove le opportunità e le risposte siano per tutti e per tutte: se il motore di crescita e sviluppo si spegne, se viene a mancare il tessuto connettivo e sociale della città, il gioco diventa a somma zero. Ed è quello che vuole il centro destra a trazione leghista: la paura come collante della società, il passato come riferimento. Noi vogliamo invece costruire una comunità forte, sicura, solidale che guardi al futuro con speranza e fiducia”.
Gi. Ga.