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Occupazione col segno più nel primo trimestre dell’anno, tra le PMI modenesi del commercio, dei servizi e del turismo. A evidenziarlo il consueto monitoraggio condotto dall’Osservatorio di Confesercenti Modena nel periodo compreso tra il 2 gennaio e il 31 marzo 2017, su quasi 1600 piccole, piccolissime e medie imprese. Il saldo tra assunzioni e licenziamenti, torna positivo: +4,7%. Un incremento però condizionato, specie tra i pubblici esercizi, dal forte ritorno dei contratti a chiamata e dei part-time, dopo che l’utilizzo dei voucher è stato bloccato da parte del Governo. Prosegue invece il calo dei contratti a tempo indeterminato. “Non è da escludere un ulteriore incremento degli occupati a chiamata, nei prossimi mesi, con l’arrivo dell’estate – fa notare Confesercenti Modena – anche se per contro l’andamento generale dei consumi, specie al dettaglio non ha avuto per ora alcuna significativa inversione di tendenza per le imprese che operano su piccole superfici, Le prospettive restano ancora incerte circa l’evoluzione dello scenario economico del Paese, mentre aumenta la propensione da parte delle famiglie al risparmio.
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ANDAMENTO NEI PRINCIPALI SETTORI
Pubblici esercizi. E’ quello in cui il numero di nuovi occupati risulta maggiore: +8,9%, il saldo tra attivazioni e cessazioni nel primo trimestre del 2017. Ad incidere nel settore, la scelta quasi obbligata per le imprese a ripristinare i contratti a chiamata, part-time, mini o verticali. L’incremento è avvenuto a partire dalla seconda metà del mese di marzo di quest’anno a seguito del provvedimento che di fatto ha bloccato l’utilizzo dei voucher, ed ha interessato in modo particolare quelle attività consolidate in cui è forte la necessità di avvalersi di collaboratori nel lavoro con una certa continuità. Meno in quelle di recente apertura, molto spesso a conduzione familiare.
Commercio al minuto. Resta in sofferenza invece l’occupazione tra le MPMI del commercio al minuto: -3,6% il saldo tra attivazioni e cessazioni nel periodo gennaio-marzo 2017.
È la dimostrazione di come questa tipologia di imprese, in questo momento, sconti ancora un rallentamento delle vendite nonché la mancanza di prospettive di ripresa a breve termine.
Commercio all’ingrosso. Anche in questo ambito gli occupati risultano in crescita: +2,7% il saldo tra nuovi assunti e licenziati, rispetto al medesimo periodo dello scorso anno. A prevalere come nei trimestri precedenti ed ormai da qualche anno, sono i contratti a tempo determinato a dimostrazione di come le imprese incontrino oggettive difficoltà nella programmazione a medio lungo termine.
“Sono dati che comunque non debbono trarre in inganno – evidenzia Confesercenti – Anche perché, l’attesa inversione di tendenza dal punto di vista dei consumi ancora non si è manifestata; anzi le dinamiche delle vendite hanno segnato nell’anno appena trascorso un rallentamento delle vendite ed il conseguente assottigliamento dei margini: che si è ripercosso sulle imprese e quindi sull’occupazione. Il segno più sui nuovi occupati è dato solamente dal ricorso e quindi dal ritorno da parte di molti operatori, specie quelli dei pubblici esercizi, a optare per le forme contrattuali precedenti quali il lavoro a chiamata o i contratti part-time. In questo quadro di debolezza del mercato interno, persistono dunque le forti difficoltà per le MPMI del commercio e del turismo. Risulta quindi sempre più urgente uscire dalla fase di stagnazione attuale attraverso l’adozione di misure strutturali, stabili e durature volte a creare le condizioni per una vera ripresa della domanda interna, dei consumi, e, di conseguenza, dell’occupazione.”
“Resta forte la necessità, di investimenti solidi sulle politiche attive per l’occupazione, nella misura di maggiori risorse da destinare all’orientamento ed il riorientamento al lavoro. Ma sarà però fondamentale, investire sulla formazione, adeguando il sistema formativo alla complessità dei problemi. Da ciò quindi, non si può prescindere il sostegno alla formazione professionalizzante, in quanto dimostratasi finora uno dei pochi strumenti in grado di favorire l’occupazione dei giovani; nonché di riconvertire le figure espulse dal mercato del lavoro. E’ necessario infine ridurre il carico burocratico sulle imprese che costituisce sempre più un freno alla crescita, agli investimenti e di conseguenza anche all’incremento dell’occupazione”, conclude Confesercenti Modena.