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'Il primo terremoto ha costretto alla chiusura una delle più importanti chiese cittadine per oltre sei anni. Da oggi la chiesa è di nuovo chiusa, la comunità parrocchiale ritorna nella piccola chiesa di San Barnaba, ed i modenesi ed i turisti che vorranno visitare il più bel barocco modenese rimarranno fuori da portone. Chiusa per tutti, fedeli, visitatori ed operai'. Così Fabrizio Cavani della Lega Modena.
'La chiesa è di proprietà del comune, ed il parroco pare sia ormai esasperato dai continui ritardi nell’esecuzione dei lavori, e dal danneggiamento dell’impianto elettrico causato dai dipendenti della ditta appaltatrice (il nuovo terremoto), danneggiamento che don Notari ha dovuto sistemare a spese della Parrocchia. Pare che nonostante i ripetuti appelli, nessuno da Pazza Grande si sia degnato di rispondere. Sta di fatto che i lavori dovevano concludersi entro il 10/05/2018 (cioè entro “soli” sei anni dal terremoto).
Di fatto la chiesa è stata riaperta solo a settembre, alla presenza dell’immancabile sindaco “tricoloruto” (in fascia tricolore). Riaperta si, ma solo nel fine settimana, perché evidentemente i lavori non erano terminati. Nel frattempo una delibera di Giunta di giugno aveva concesso una variante da quasi 55mila euro, cui si è aggiunta una seconda variante da 22mila a fine novembre scorso, per un totale di 77.000 euro in più. Per carità, i restauri sono imprevedibili, ma questo incremento di spesa dell’11,23% si avvicina molto a quella cifra dell’11,37% di ribasso sulla base di gara con cui la ditta ha vinto l’appalto. Anche per i lavori del complesso di San Paolo le varianti in corso d’opera hanno eroso più che integralmente il ribasso sulla base d’asta - chiude il leghista -. Non possiamo quindi che sperare in una migliore previsione dei lavori e dei preventivi per i prossimi restauri.
Nella contingenza vorremmo sperare che l’amministrazione comunale abbia la decenza di rispondere ad un parroco che, come qualunque inquilino, ha diritto a sapere quando potrà entrare definitivamente nella sua Chiesa. Vorremmo dare per scontato che la ditta appaltatrice rifonda i danni eventualmente causati all’impianto elettrico (di proprietà comunale!), e che la chiesa riapra alle funzioni ed alle visite dei turisti fin dal prossimo fine settimana'.
Redazione Pressa
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