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'L’Emergenza-urgenza a Modena è un caso di malagestione. Che ne pensa De Pascale? Si unisca a noi nel chiedere le dimissioni dei vertici. Anche la Prefettura era stata informata della drammatica situazione e l’Ausl sapeva che andavano banditi 24 posti per l'abilitazione. Oggi invece il corso lo fa Bologna con solo 3 residenti in provincia di Modena'. A intervenire ancora sul nodo sanità è il consigliere provinciale di Forza Italia Antonio Platis.
'Dopo una lunga e sistematica catena di errori, la situazione attuale è nota: mancano talmente tanti medici di PS che bisogna ricorrere alle cooperative private per 1641 euro a turno. Il 118 piange la carenza di mezzi di soccorso con medico di emergenza a bordo - afferma Platis svelando le carte dell’esposto alla Corte dei Conti -.
La situazione è così drammatica che è stato perfino interessato l’Ufficio del Governo, tant’è che in Prefettura i dirigenti dell’Ausl di Modena si erano dovuti confrontare con un sindacato, lo Snami, in merito alla necessità di indire un corso abilitante per la provincia di Modena per ben 24 unità. Invece non hanno fatto nulla, ma hanno preso la strada di foraggiare le cooperative private di medici di PS per sopperire alle carenze interne'.
'Eppure, i dirigenti avevano tre strade da poter percorrere. La norma prevede che la Regione dia le linee guida per l’indizione dei corsi, mentre le Ausl devono rilevare annualmente i fabbisogni e indire il corso provinciale sempre a cadenza annuale. La politica invece ha voluto che fosse gestito in modo diverso favorendo, di fatto, il capoluogo a danno di Modena, nel completo silenzio della dirigenza locale.
Così i residenti modenesi sono 3 su 35 posti. La vera domanda però è un’altra: a parte questo corso di abilitazione, negli ultimi 15 anni che cosa è stato fatto dall’Ausl di Modena e dalla Regione Emilia-Romagna? A me risultano pochissimi corsi 5 o 6 al massimo. Per questo giovedì in Consiglio Provinciale chiederò conto anche a quanto deciso e monitorato dalla Ctss, su questo tema Muzzarelli dove era? L’altra strada, di respiro regionale, era quella di permettere, come introdotto nel 2006 dal Governo Berlusconi III e riconfermato nel 2019 dal Governo Conte, la possibilità di frequentare un corso per diventare Medico di Medicina Generale in modalità par time. Questa strada, forse perché ideata dal nostro Presidente, non è mai stata percorsa in Emilia-Romagna. L’idea era proprio quella di permettere a tanti giovani dottori, compresi quelli del PS, di frequentarlo senza doversi dimettere dal posto di lavoro in SSN e mantenersi così aperta una strada per quando, con l’avanzare dell’età, sarebbe stato più difficile mantenere i ritmi ed i turni di notte dell’emergenza urgenza. Si parla di circa 50 professionisti in regione che hanno optato di rinunciare al PS per frequentare questo corso che il PD ha voluto solo a tempo pieno'.
'Infine c’era una terza strada che avrebbe potuto aiutare, più veloce e prevista dalla normativa nazionale, ma che l’Ausl di Modena non ha mai voluto intraprendere. Ovvero utilizzare il contratto SSN per i medici specialisti ambulatoriali che avrebbe consentito ai medici di poter lavorare anche negli ambulatori del PS tramite un contratto SSN flessibile e tutelante, senza intermediazione di cooperative, potendo parallelamente coltivare altri interessi come tipicamente i giovani medici vogliono. È evidente che dietro ci siano errori macroscopici e strumenti istituzionali non utilizzati bene o non utilizzati proprio, non può essere la collettività a pagare questi errori. Dopo aver scaricato Donini sui CAU, ci chiediamo che ne pensa De Pascale. Se vuole unirsi a noi nel chiedere le dimissioni dei vertici Ausl di Modena è il benvenuto'.
Redazione Pressa
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