Da anni Lapressa.it offre una informazione libera e indipendente ai suoi lettori senza nessun tipo di contributo pubblico. La pubblicità dei privati copre parte dei costi, ma non è sufficiente.
Per questo chiediamo a chi quotidianamente ci legge, e ci segue, di darci, se crede, un contributo in base alle proprie possibilità. Anche un piccolo sostegno, moltiplicato per le decine di migliaia di
modenesi ed emiliano-romagnoli che ci leggono quotidianamente, è fondamentale.
Mancava da Modena dal maggio scorso, da quando promise, dopo la sua candidatura alle elezioni politiche, di prendere un ufficio in città. Una sede, una base, per essere presente almeno una volta alla settimana, per essere vicina e rappresentare il territorio che l'avrebbe eletta in Parlamento. Ma la Lorenzin non lo fece. E a Modena non si vide più. Disdetto anche l'appuntamento dell'agosto scorso, alla festa dell'unità di Modena, dove era attesa nel dibattito sui vaccini, è riapparsa oggi, dopo cinque mesi, in un appuntamento organizzato dalla sua lista civica popolare per informare (da componente della commissione bilancio) sulla manova di bilancio, firmata dal governo Lega-M5S. La platea non è numerosa.Una ventina di persone. I politici, anche del PD, si contano sulle dita di una mano. C'è il consigliere regionale PD Campedelli, i due sindaci invitati, Muzzarelli di Modena e Bellelli di Carpi.
Spiccano alcuni nomi importanti: Ernesto Caffo, Presidente di Telefono Azzurro, e il rettore Unimore Oreste Andrisano.
Pesa sicuremente il venerdì sera, l'ora dell'aperitivo, con tanta pioggia e un traffico di punta, ma le poltroncine occupate sono quelle. Non di più. E tra quelle non c'è nessun rappresentante delle associazioni di categoria dell'industria e nel commercio. Che poi, alla fine, oltre ai suoi sostenitori politici, sono quelli che la Lorenzin vorrebbe incontrare e sta incontrando nei diversi appuntamenti in giro per l'Italia. 'Per spiegare loro - dice - come stanno veramente le cose. Perché gli effetti devastanti di questa manovra potrebbero arrivare ad intaccare le tasche dei cittadini e le imprese quando potrebbe essere troppo tardi. Non ci aspettavamo che Salvini e Di Maio potessero arrivare a tanto.
E' chiaro che vogliono arrivare alle elezioni Europee forzando la mano e puntando sul fatto che nessuno, pur bocciando la manovra e avviando un procedura di infrazione, vuole fare fallire l'Italia, ma si stanno dimostrando davvero due schiappe. Salvini e Di Maio sono veramente scarsi. Perché con un deficit al 2,4 e senza reddito di cittadinanza e quota 100, potevano trasferire risorse agli investimenti. Invece no. Sono voluti andare allo scontro con l'Europa e l'Europa ha bocciato l'Italia e non per il deficit al 2,4 ma perché i conti non tornano.
La struttura della manovra che è stata letta dalla commissione europea non regge. Si basa su dati e previsioni completamente sbagliate. E' incredibile che si potesse arrivare a tanto e questo è tanto più assurdo in quanto l'Italia potrebbe subire delle conseguenze devastanti pur non trovandosi nella crisi strutturale del 2011. Perché questa non è una crisi strutturale, ma creata da provvedimenti e da una manovra insostenibile'
Gi.Ga.
Redazione Pressa
La Pressa è un quotidiano on-line indipendente fondato da Cinzia Franchini, Gianni Galeotti e Giuseppe Leonelli. Propone approfondimenti, inchieste e commenti sulla situazione politica, .. Continua >>
