Da anni Lapressa.it offre una informazione libera e indipendente ai suoi lettori senza nessun tipo di contributo pubblico. La pubblicità dei privati copre parte dei costi, ma non è sufficiente.
Per questo chiediamo a chi quotidianamente ci legge, e ci segue, di darci, se crede, un contributo in base alle proprie possibilità. Anche un piccolo sostegno, moltiplicato per le decine di migliaia di
modenesi ed emiliano-romagnoli che ci leggono quotidianamente, è fondamentale.
I recenti provvedimenti varati dal governo e gli accordi con la Libia hanno drasticamente ridotto il numero degli sbarchi sulle coste italiane. Gli effetti potrebbero essere immediati in termini di alleggerimento dei cosiddetti hub (centri di prima accoglienza come quello di Bologna, dove i migranti vengono poi dirottati nelle diverse province), e, di riflesso, anche su una provincia come quella di Modena. Qui attualmente, sono accolti circa 1600 immigrati, ospitati in centri di accoglienza straordinaria di competenza della Prefettura. In maggioranza a Modena, in
appartamenti ed alcuni alberghi. Dei migranti sbarcati in Italia nel 2016, il 15% è costituito da minori, la quasi totalità, circa 15.000, non accompagnati, in forte crescita rispetto agli anni precedenti.
In grande maggioranza maschi, oltre l’80% ha più di 16 anni, oltre il 53% più 17 anni di età, provenienti da dall’Africa settentrionale (Egitto, Marocco), dal Corno d’Africa (Eritrea, Somalia), Africa sub-sahariana (Nigeria, Gambia,.
.
.
), Albania e dai paesi asiatici (Pakistan, Afghanistan, Bangladesh). Accomunati dalla violenza vista e subita nel viaggio, specie in Libia, e dal trauma dell’attraversamento del Mediterraneo: l’anno 2016 è il più letale mai
registrato, con oltre 3.100 persone morte da gennaio.
Anche nel caso dei minori in Italia si sconta la mancanza di una adeguata rete diffusa di accoglienza: il 40% rimane in prima accoglienza in Sicilia, il rimanente suddiviso a livello territoriale a seguito di accordi fra Stato e Regioni. Molte città capoluogo, tra cui Modena, sono meta diretta di arrivi consistenti di minori stranieri non accompagnati, provenienti dall’area balcanica.
A Modena (dari aggiornati al 2016), sono stati presi in carico 134 minori stranieri non accompagnati. Attualmente 113 di questi sono in accoglienza, 83 in comunità residenziali per minori, 29 in affido famigliare.
I minori non accompagnati, per la condizione di particolarmente vulnerabilità, sono oggetto di particolare protezione sia dalle normative internazionali che nazionali, rispetto a rischio di sfruttamento, difficoltà nella regolarizzazione alla maggiore età, che richiede un progetto di integrazione solido.
Per questi motivi lo strumento dell’accoglienza in famiglia può essere decisivo per questi ragazzi, per ricreare un contesto di buone relazioni e di crescita.
Nel luglio 2017 nasce l'albo dei tutori volontari
In Emilia-Romagna ha solo un mese di vita albo dei tutori volontari, persone disposte a occuparsi di minori stranieri non accompagnati. Il Tribunale per i minorenni di Bologna e il Garante regionale per l’infanzia hanno infatti firmato un protocollo per agevolare la nomina di cittadini che assumano la tutela legale dei bambini o ragazzi in questione.
Non significa, nei fatti, accoglierli in casa, ma seguirli e proteggerli, diventando per loro un punto di riferimento, dopo avere frequentato un corso di formazione. I tutori, una volta attivi, saranno in contatto con servizi sociali e centri di volontariato.
In regione (dati aggiornati allo scorso aprile), erano presenti 1.160 minori non accompagnati, quasi tutti maschi tra i 16 e i 17 anni, provenienti soprattutto da Albania, Gambia, Nigeria e Marocco.