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Dopo avere perso, nel 2000, le opportunità, anche infrastrutturali, legati all'alta velocità (con il tracciato a nord scelto nel 2000, che ha escluso Modena dai servizi del supertreno a favore di Reggio Emilia, sede della nuova stazione mediopadana dove i modenesi devono oggi recarsi anche per prendere un treno Freccia Rossa o Italo per Milano), dopo avere visto affidare a Parma la sede dell'autorità Europea per la Sicurezza Alimentare, ora la città (Modena), che ha diviso in due con Reggio Emilia anche l'Università, sede anche di un sito Unesco (pur sempre privata di un vero e grande progetto di marketing internazionale in grado di valorizzarlo e valorizzare la città insieme ad esso), ora spera di godere della luce riflessa di un'altra città sull'asse della via Emilia, come lei capoluogo di provincia: Parma, eletta capitale della cultura 2020 con tutte quelle opportunità che ne conseguono.
O almeno, la speranza che possa godere di questa luce riflessa è espressa in un Ordine del Giorno presentato dal consigliere PD Federica Di Padova, e approvato dal Consiglio comunale di Modena con il voto a favore di Pd, Art.1-Mdp-Per me Modena, M5s e Modena bene comune. Astenuti FI ed Energie per l’Italia.
Affermando che la nomina di Parma a capitale italiana della cultura “consentirà a tutta la regione di avere un’importante occasione di visibilità e farà anche di Modena una vetrina di primo livello nell’offerta culturale e turistica dei prossimi anni”, il documento ricorda i legami tra le due città, storici prima di tutto ma anche culturali, in particolare per quanto riguarda “l’importante tradizione musicale”, e gastronomici con un gran numero di eccellenze riconosciute in entrambi i capoluoghi. Entrambe le città sono, inoltre, sedi di importanti università.
L’ordine del giorno invita, quindi, il Comune a “creare maggiore sinergia nella formazione culturale di alto livello e a concordare un calendario comune dell’offerta musicale per avvicinare al belcanto il grande pubblico e soprattutto i giovani; ad approfittare dell’occasione per far conoscere il patrimonio artistico e monumentale modenese anche attraverso la promozione del biglietto unico del sito Unesco; a farsi parte attiva di una proficua e duratura collaborazione tra Unimore e l’università di Parma, per la diffusione della ricerca scientifica e culturale a partire dai rispettivi poli museali universitari”.
Redazione Pressa
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