Da anni Lapressa.it offre una informazione libera e indipendente ai suoi lettori senza nessun tipo di contributo pubblico. La pubblicità dei privati copre parte dei costi, ma non è sufficiente.
Per questo chiediamo a chi quotidianamente ci legge, e ci segue, di darci, se crede, un contributo in base alle proprie possibilità. Anche un piccolo sostegno, moltiplicato per le decine di migliaia di
modenesi ed emiliano-romagnoli che ci leggono quotidianamente, è fondamentale.
Il 2024 - anno della scadenza naturale del Muzzarelli bis - è lontano, ma solo in apparenza. A Modena infatti sono già iniziate le grandi manovre in vista delle elezioni. Ad aprire le danze, come sempre, è stato il centrosinistra che, sulla scia di una possibile modifica della legge che oggi vieta il terzo mandato ai sindaci delle città, ipotizza di ricandidare lo stesso Muzzarelli per evitare il fastidioso orpello delle primarie e delle conseguenti liti interne (come avvenne con la Maletti per intenderci). Una ipotesi che, per la verità, non va giù a una fetta del Pd e in particolare a quella fetta che risponde all’area carpigiana del segretario Solomita, il quale probabilmente preferirebbe una ipotetica promozione del delfino di Bonaccini, Andrea Bortolamasi. E mentre i Dem sono impegnati nel loro eterno braccio di ferro interno, il centrodestra prova a costruire una alternativa credibile.
A differenza di tre anni fa ora il deus ex machina della coalizione non appare più la Lega, ma Fratelli d’Italia. Il Carroccio sbarcato con ben 7 consiglieri nel 2019 in Municipio non ha trovato sinora la quadra, a livello locale ha perso due consiglieri (Di Maio e Baldini) e a livello nazionale ha visto il deciso ridimensionamento dell’appeal di Salvini. Almeno nei sondaggi.
Per contro Fdi, ora spinto dal trend nazionale favorevole, certamente pretenderà di dare le carte in vista del 2024, cosa che del resto proprio la Lega fece nel 2019 forte dei maggiori consensi. Al di là dei discorsi di rito sul programma e sulle idee, determinante sarà ovviamente la scelta del candidato sindaco. Al momento la strategia dei vertici locali del partito della Meloni sembra indirizzata alla individuazione di un profilo non strettamente partitico. Il classico ‘civico di area’ che possa portare in dote qualche consenso in più rispetto alla somma dei voti dei partiti (cosa in realtà quasi mai avvenuta), mentre il piano B resta una candidatura di bandiera, magari dello stesso consigliere regionale Barcaiuolo. Quello che è certo è che al momento la partita si sta giocando su un tavolo regionale e coinvolge i tre referenti dei principali partiti della coalizione (Ostellari per la Lega, Aimi per Forza Italia e Barcaiuolo per Fdi), anche se non vanno sottovalutate, sul piano locale, le ambizioni di qualche consigliere comunale.
Giuseppe Leonelli
Redazione Pressa
La Pressa è un quotidiano on-line indipendente fondato da Cinzia Franchini, Gianni Galeotti e Giuseppe Leonelli. Propone approfondimenti, inchieste e commenti sulla situazione politica, .. Continua >>