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Sicurezza, coinvolgimento delle famiglie e passare da informazione a formazione. Sono questi i tre punti sui quali il gruppo di Fdi-Popolo della Famiglia crede occorra puntare per fare fronte al problema sempre più pressante delle baby gang in centro storico a Modena. Il tema è stato affrontato ieri in Consiglio comunale discutendo l'interrogazione presentata dalla capogruppo Fdi-Pdf Elisa Rossini.
L'assessore Bortolamasi nella sua riposta ha affermato che i controlli da parte della Polizia locale hanno portato sinora 'all’identificazione di 25 ragazzi minorenni, alla contestazione di 4 violazioni amministrative per possesso di sostanze stupefacenti per uso personale e a 51 sanzioni per mancato uso delle mascherine'. 'Il progetto di educativa di strada partito lo scorso ottobre è stato affidato alla cooperativa Caleidos dalla fine di ottobre a dicembre 2020 - ha spiegato Bortolamasi - gli operatori hanno fatto 27 uscite di educativa territoriale, sia a piedi che utilizzando il camper che il Comune ha dato in uso alla cooperativa, portando a termine 1.
300 contatti (alcuni dei quali ripetuti) e distribuendo circa 800 mascherine, utilizzate anche occasione per spiegare ai ragazzi le disposizioni in vigore. Il servizio sarà attivo fino al 30 ottobre 2021, per un totale previsto di 1.400 ore, ed è stato assegnato per un importo di 30mila 400 euro (finanziati dalla Regione Emilia Romagna). Un’ulteriore somma di 2.500 euro è stata spesa per le mascherine da distribuire ai ragazzi. Il progetto di educativa di strada è solo uno dei diversi interventi che il Comune ha attivato a favore degli adolescenti attraverso una rete articolata di servizi che coinvolgono più settori (Servizi sociali, Istruzione, Cultura, Sport e Politiche giovanili) e comprendono attività di formazione, informazione e prevenzione su temi come il bullismo, l’uso e l’abuso di sostanze, il gioco d’azzardo, oltre alla promozione di opportunità attraverso la rete Net garage, i centri di aggregazione giovanile, il Centro musica, lo sportello di orientamento.
Con il progetto Comunità maiuscole, 60 ragazzi avranno, inoltre, l’occasione di effettuare un percorso di formazione e orientamento al lavoro. E proseguono gli interventi che coinvolgono i genitori per rafforzare le competenze educative e affrontare i problemi degli adolescenti'.
'Al di là del progetto di educativa di strada partito lo scorso ottobre e affidato alla cooperativa Caleidos, descritto dall'assessore Bortolamasi, occorre a nostro avviso farsi carico del problema con interventi mirati. Indispensabile dunque una attività emergenziale per evitare che gli episodi possano degenerare e che i ragazzi possano fare seriamente male a se stessi e agli altri. Ora, vista l'escalation preoccupante, occorre fermare in modo deciso questi giovani, fare capire loro cosa stanno facendo, identificarli e adottare provvedimenti più seri verificando se ci sono maggiorenni tra loro e dove trovano eventualmente sostanze stupefacenti e alcool di cui fanno uso - spiega Elisa Rossini -. Come secondo aspetto occorre coinvolgere le famiglie che sono il centro della vita di questi ragazzi adolescenti per i quali le difficoltà di questi mesi di pandemia, spesso aggravano un contesto di famiglie con problemi o divise al loro interno. Non dobbiamo rivolgerci alle famiglie solo per richiamarle alle loro responsabilità, ma dobbiamo tornare a dare un senso alla parola famiglia ribadendone l'importanza. Infine occorre passare da una informazione che diamo a ragazzi a una vera e propria attività di formazione. E' necessario non solo rivedere i contenuti dei progetti scolastici anche finanziati dalla Regione, ma farsi carico della trasmissione dei valori coinvolgendo appunto i contesti familiari'.
Redazione Pressa
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