Prof Modena: 'Scandalo Fondazione di Modena e ammanco 850mila euro: perchè, a differenza di Amo, non se ne parla?'
 
  
Il consigliere Maria Grazia Modena: 'Forte sospetto che il silenzio sceso così rapidamente dipenda dal fatto di essere entrati a piè pari nella stanza degli intoccabili'
'Certamente aMo spa, agenzia per la mobilità, società partecipata è un ente pubblico i cui vertici (Amministratore e Direttore) sono di nomina politica e come accade da sempre a Modena non vi è al vertice di qualche partecipata qualcuno che non abbia come titolo esclusivo per la scelta l’appartenenza al PD. Ma, anche la Fondazione si può considerare un ente, quantomeno moralmente pubblico, sia per gli obiettivi che persegue, ma soprattutto perchè la sua compagine gestionale, i componenti del Consiglio di indirizzo, dal quale discendono il Presidente e gli altri organi di governo, è in larghissima parte di nomina politica. Per essere precisi i 19 consiglieri d’indirizzo sono indicati: 4 dall'Amministrazione comunale di Modena; 2 dall'Amministrazione provinciale di Modena; 1 dall’Amministrazione comunale di Sassuolo; 1 dall’Amministrazione comunale di Castelfranco Emilia; 1 dall’Amministrazione comunale di Pavullo nel Frignano; 2 dalla Camera di Commercio, Industria, Artigianato e Agricoltura; 3 dall'Università degli Studi di Modena e Reggio Emilia; 2 dal Centro Servizi per il Volontariato; 1 dall’Arcidiocesi di Modena-Nonantola. A costoro vanno aggiunti altri 3 componenti, cooptati per votazione dal Consiglio stesso dopo la sua attivazione - continua la Modena -. La Fondazione Cassa di Risparmio di Modena, oggi Fondazione di Modena, è sempre stata considerata dai modenesi il “tesoretto” della Città, fintanto che sotto il precedente sindaco ha subito una evidente involuzione a “cassa del Comune”. Tanto per dire quale è il peso esercitato della politica sui gestori dell’ente fondazione'.
'Per curiosità sono andata a studiare sul sito dell’ente e ho scoperto che tra statuto, regolamenti, codice etico, organismi di vigilanza e controllo la Fondazione di Modena sembra essere una specie di fortino di virtù morali e materiali inespugnabile sia dall’esterno, che dall’interno. E allora mi chiedo come possa essere avvenuto un ammanco di tale portata (oltre 800 mila euro) e prolungato nel tempo senza che sia squillato uno dei tanti campanelli d’allarme che la Fondazione dichiara di aver installato in ogni passaggio interno. E mi chiedo anche se, oltre a chi è causa diretta dell’ammanco, che sembra essere stata/o individuata/o, vi siano anche non minori responsabilità interne in un ente strutturato in un livello alto, Presidente e Direttore, più altri nel ruolo di dipendenti. Qualcuno in particolare della Fondazione, a caso, ma anche altri a conoscenza delle pieghe dell’accaduto, sarebbero così cortesi da convincere anche a me e i modenesi che quanto successo è tutto perfettamente trasparente e sotto controllo. Occorre tranquillizzare in fretta che si tratta di un avvenimento “anomalo”, circoscritto, oppure nasce il forte sospetto che il silenzio sceso così rapidamente dipenda dal fatto di essere entrati a piè pari nella stanza degli intoccabili. Un film già rappresentato nel 2018 in occasione dello scandalo più subdolo e pericoloso del San Filippo Neri, prontamente blindato e fatto sparire dalle cronache'.
Nella foto il presidente della Fondazione di Modena, Matteo Tiezzi
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