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Modena, segreteria Pd: e se fosse svolta vera con il sindaco del sorriso Gargano?

Modena, segreteria Pd: e se fosse svolta vera con il sindaco del sorriso Gargano?

Molti in casa Dem non hanno dimenticato la sfuriata sgrammaticata con la quale Paradisi reagì alla sua mancata promozione a presidente della Provincia di Modena


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'Nelle ultime settimane ho letto molti nomi, tra cui il mio, accostato al ruolo di segretario provinciale del Partito Democratico di Modena. Ho sempre vissuto l’esperienza di Partito come un servizio: da iscritto, da volontario e da sindaco. E oggi, davanti a un momento difficile per la nostra comunità, se mi venisse chiesto di dare una mano, non potrei certo voltarle le spalle. Ma, prima ancora di scegliere una guida, dobbiamo ritrovare insieme la rotta'. Così, il sindaco di Castelnuovo Massimo Paradisi, annuncia - come previsto - e con la solita vecchia liturgia la sua (auto)candidatura a segretario provinciale Pd di Modena.
Una candidatura, quella di Paradisi, estremamente divisiva che ha intercettato il consenso di una parte dei sindaci modenesi, ma che trova la ferma opposizione di Giancarlo Muzzarelli e Stefano Bonaccini. Non solo, molti in casa Dem non hanno dimenticato la sfuriata sgrammaticata con la quale reagì alla sua mancata promozione a presidente della Provincia di Modena, a favore do Fabio Braglia.

La rabbia per la mancata elezione a presidente della Provincia

'Ho incontrato il segretario provinciale Pd Roberto Solomita e il sindaco di Palagano Fabio Braglia. Ho condiviso con loro alcune riflessioni che riporto qui - scriveva a dicembre 2022 Paradisi all'indomani della scelta di Braglia-.
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Dal dibattito sono stati assenti i due ragionamenti di base: l’idea del ruolo del Presidente e della Provincia nei prossimi 4 anni e quale messaggio politico volevamo dare con la nostra decisione. Avremmo dovuto ragionare su questo, allargando il ragionamento al di fuori dei nostri confini e poi scegliere la figura che meglio interpretava quel ragionamento. Alcuni, invece, hanno preferito senza alcun rispetto per le persone coinvolte a cui rinnovo la mia grande stima umana e politica, giocare partite personali e di potere che nulla c’entrano con il tema in discussione, viziando irrimediabilmente il clima e le consultazioni, dimenticando che non stavamo parlando di noi ma di un'istituzione con competenze ancora importanti e che riguardano direttamente la vita di oltre 700.000 cittadini. Lascio al Segretario una sintesi che non può, a questo punto, a mio parere, che essere ragionieristica, non potendo prescindere dalla posizione espressa dal territorio che per il sistema elettorale della Provincia pesa molto di più degli altri, risultando nei numeri determinante, il Comune di Modena, che ha già espresso il suo sostegno alla candidatura di Fabio...
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E’ ora di raccontare e tradurre in fatti concreti un Partito nuovo, capace non solo di andare oltre centri di potere, fazioni, duchi e duchesse, ormai completamente anacronistici e incomprensibili, ma anche di mostrare una classe dirigente nuova, capace di generosità, spirito di servizio e sintesi politica. Capace di ragionare in una dimensione collettiva, non dell’interesse personale. Basta con questo continuo gioco al massacro, basta con la politica del “costi quel che costi” senza scrupoli e che non guarda in faccia a nessuno. Questa non può essere “casa mia” o meglio il Pd, se vuole continuare ad avere un senso, non può essere la casa di tutto questo'.

L'alternativa

E' per questo che in queste ore nel Pd modenese sta emergendo con forza una alternativa 'fuori dagli schemi' (o sarebbe meglio dire 'fuori dal Comune') rispetto al nome di Massimo Paradisi. Si tratta del sindaco del sorriso di Castelfranco Emilia, Gianni Gargano. Un profilo, il suo, che era già emerso prima della soluzione tampone di Marika Menozzi, ma che sembrava essere non praticabile. Invece alla luce della fuga in avanti di Paradisi, Gargano è tornato prepotentemente al centro dei riflettori. Pur gradito a Bonaccini e Muzzarelli, Gargano gode di una indipendenza che va oltre le correnti interni e potrebbe rappresentare una svolta vera per il Partito democratico modenese.
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Finora il sindaco di Castelfranco aveva vincolato la sua disponibilità a una convergenza unanime, ma considerata l'utopia di tale condizione, sarebbe pronto a un passo in avanti. Con lui, a differenza che con Marika Menozzi il cui ruolo è stato puramente notarile (e infatti le due ali del partito, a partire da Bonaccini impegnato da sempre a sedare ogni tentativo di crescita interna, continuano a insistere affinchè rimanga) il mondo Dem correrebbe il rischio della imprevedibilità. Una imprevedibilità forse un po’ naïf rispetto alla compostezza del nome graditissimo a Muzzarelli, Diego Lenzini, ma del resto il rischio del grigiore e delle litanie appare ancor più pericoloso.
Giuseppe Leonelli
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Direttore responsabile della Pressa.it.
Nato a Pavullo nel 1980, ha collaborato alla Gazzetta di Modena e lavorato al Resto del Carlino nelle redazioni di Modena e Rimini. E' stato vicedirettore...   

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