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'Modena, si riaprano subito anche le scuole medie e superiori'

Mozione urgente a prima firma della capogruppo Fdi-Popolo della Famiglia Elisa Rossini: 'Lavorare per immediata ripresa delle attività didattiche in presenza'
Una mozione urgente, a prima firma della capogruppo Fdi-Popolo della Famiglia, Elisa Rossini, per sollecitare il sindaco e la giunta comunale a porre in essere “iniziative per l’immediata ripresa delle attività didattiche in presenza nelle scuole di ogni ordine e grado”. Il documento è stato appena depositato a in Comune a Modena.
“E’ innegabile che la gestione dell’emergenza sanitaria in campo scolastico da parte del governo Draghi si ponga in sostanziale continuità con quella del governo Conte-bis - afferma il consigliere Rossini - anche il nuovo governo difatti nell’emanare il recente decreto-legge del 1 aprile scorso ha previsto - nelle nove regioni classificate come ‘zone rosse’, tra cui appunto l’Emilia-Romagna - che le attività didattiche a partire dalla seconda media si svolgano non in presenza, ma esclusivamente con modalità ‘a distanza’. Ma i provvedimenti del governo nazionale e regionale si appiattiscono puntualmente sulle ormai tristemente attese ordinanze del Ministro della Salute Speranza, poiché vengono emanati in assenza di adeguate riscontri scientifici (ovvero sulla base di algoritmi o ‘indici’) ed è deplorevole sul piano della credibilità istituzionale che sia dovuta intervenire la magistratura per porre freno al rigore ingiustificato di tali provvedimenti: prima il Tar Emilia-Romagna, che nel gennaio del 2021 ha sospeso l’efficacia dell’ordinanza del Presidente Bonaccini con cui era stata disposta la ‘didattica digitale integrata’ per le scuole secondarie, di recente (per la precisione il 26 marzo scorso) l’ordinanza del TAR del Lazio (pressoché ignorata dal Presidente del Consiglio Draghi) che anche per le zone rosse aveva disposto che si valutasse di ordinare la sospensione delle attività didattiche in presenza solo per aree territoriali circoscritte, in ragione del possibile andamento diversificato dell’epidemia nella regione”.
“La didattica a distanza non solo genera gravi disagi agli insegnanti, di recente scesi in piazza assieme a genitori e alunni contro gli ottusi provvedimenti del governo, ma come noto ha una grave ricaduta sulle famiglie che in periodi di emergenza come questo si trovano a gestire una quotidianità estremamente complicata e colpisce quelle più disagiate, che non dispongono di strumenti tecnologici adeguati per seguire con continuità le lezioni da casa, alla faccia del principio di uguaglianza sancito dall’articolo 3 della Costituzione sbandierato dalle sinistre al potere, come forza di opposizione abbiamo sottolineato che occorrono azioni sinergiche: si facciano tamponi molecolari settimanali presso le scuole, si potenzino i trasporti locali e si evitino gli assembramenti sui bus, si intraprendano interventi straordinari nel campo dell’edilizia scolastica (ricordiamo che ai Comuni in base alla normativa nazionale spetta la manutenzione delle scuole materne, elementari e medie), si adottino misure quali la turnazione degli alunni e la diversificazione degli orari di ingresso a scuola. E non basta ripetere di ‘tenere botta’ o di avere lo ‘sguardo lungo’, come fa il sindaco Muzzarelli, aspettando dopo le chiusure la fatidica ‘ripartenza’ che visti i ritmi di vaccinazione potrebbe arrivare dopo mesi, se non con l’anno venturo - conclude la Rossini - il Comune di Modena ha il dovere di battere i pugni verso il Governo centrale, la Regione Emilia-Romagna e gli enti preposti, per realizzare in tempi brevi misure volte a consentire in sicurezza le lezioni in presenza. Si segua l’esempio di regioni virtuose, quali ad esempio la Regione Marche che ha stanziato due milioni di euro per installare nelle scuole impianti di ventilazione onde favorire l’igienizzazione dell’aria all’interno delle aule, permettendo così alle Province e ai Comuni di avere risorse per attuare tali interventi di manutenzione straordinaria negli edifici scolastici”.
“E’ innegabile che la gestione dell’emergenza sanitaria in campo scolastico da parte del governo Draghi si ponga in sostanziale continuità con quella del governo Conte-bis - afferma il consigliere Rossini - anche il nuovo governo difatti nell’emanare il recente decreto-legge del 1 aprile scorso ha previsto - nelle nove regioni classificate come ‘zone rosse’, tra cui appunto l’Emilia-Romagna - che le attività didattiche a partire dalla seconda media si svolgano non in presenza, ma esclusivamente con modalità ‘a distanza’. Ma i provvedimenti del governo nazionale e regionale si appiattiscono puntualmente sulle ormai tristemente attese ordinanze del Ministro della Salute Speranza, poiché vengono emanati in assenza di adeguate riscontri scientifici (ovvero sulla base di algoritmi o ‘indici’) ed è deplorevole sul piano della credibilità istituzionale che sia dovuta intervenire la magistratura per porre freno al rigore ingiustificato di tali provvedimenti: prima il Tar Emilia-Romagna, che nel gennaio del 2021 ha sospeso l’efficacia dell’ordinanza del Presidente Bonaccini con cui era stata disposta la ‘didattica digitale integrata’ per le scuole secondarie, di recente (per la precisione il 26 marzo scorso) l’ordinanza del TAR del Lazio (pressoché ignorata dal Presidente del Consiglio Draghi) che anche per le zone rosse aveva disposto che si valutasse di ordinare la sospensione delle attività didattiche in presenza solo per aree territoriali circoscritte, in ragione del possibile andamento diversificato dell’epidemia nella regione”.
“La didattica a distanza non solo genera gravi disagi agli insegnanti, di recente scesi in piazza assieme a genitori e alunni contro gli ottusi provvedimenti del governo, ma come noto ha una grave ricaduta sulle famiglie che in periodi di emergenza come questo si trovano a gestire una quotidianità estremamente complicata e colpisce quelle più disagiate, che non dispongono di strumenti tecnologici adeguati per seguire con continuità le lezioni da casa, alla faccia del principio di uguaglianza sancito dall’articolo 3 della Costituzione sbandierato dalle sinistre al potere, come forza di opposizione abbiamo sottolineato che occorrono azioni sinergiche: si facciano tamponi molecolari settimanali presso le scuole, si potenzino i trasporti locali e si evitino gli assembramenti sui bus, si intraprendano interventi straordinari nel campo dell’edilizia scolastica (ricordiamo che ai Comuni in base alla normativa nazionale spetta la manutenzione delle scuole materne, elementari e medie), si adottino misure quali la turnazione degli alunni e la diversificazione degli orari di ingresso a scuola. E non basta ripetere di ‘tenere botta’ o di avere lo ‘sguardo lungo’, come fa il sindaco Muzzarelli, aspettando dopo le chiusure la fatidica ‘ripartenza’ che visti i ritmi di vaccinazione potrebbe arrivare dopo mesi, se non con l’anno venturo - conclude la Rossini - il Comune di Modena ha il dovere di battere i pugni verso il Governo centrale, la Regione Emilia-Romagna e gli enti preposti, per realizzare in tempi brevi misure volte a consentire in sicurezza le lezioni in presenza. Si segua l’esempio di regioni virtuose, quali ad esempio la Regione Marche che ha stanziato due milioni di euro per installare nelle scuole impianti di ventilazione onde favorire l’igienizzazione dell’aria all’interno delle aule, permettendo così alle Province e ai Comuni di avere risorse per attuare tali interventi di manutenzione straordinaria negli edifici scolastici”.

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