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No alla metrotranvia: sinistra, PD e Verdi scelgono i bus

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Bocciato l'Ordine del Giorno delle di M5S e del centrodestra a sostegno del progetto da candidare ai finanziamenti del Recovery Fund


No alla metrotranvia: sinistra, PD e Verdi scelgono i bus
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Rilanciare il progetto della metrotranvia cittadina, risalente al 2003, candidandolo ai finanziamenti del Recovery Fund era la proposta contenuta nell’ordine del giorno dei gruppi di minoranza, presentato dal primo firmatario Giovanni Silingardi (M5s), e respinto dal Consiglio comunale con i voti contrari di Pd e Modena civica (astenuti Sinistra per Modena e Verdi) che hanno giudicato “superato” il progetto soprattutto in un momento in cui “si sta già valutando il riassetto del trasporto pubblico locale, anche alla luce del Pums e dei cambiamenti nel modo di muoversi e di lavorare conseguenti alla pandemia”, suggerendo, quindi, di attendere la conclusione del percorso di valutazione.

Nell’ordine del giorno, come ha sottolineato Silingardi, si affermava che lo sviluppo di una rete metrotranviaria consentirebbe al trasporto pubblico di diventare “altamente competitivo”, con frequenze adeguate, velocità importanti e fermate ravvicinate: “Una metropolitana leggera di superficie, con due linee, come previsto dell’allora Atcm nel 2003 e aggiornato oggi con un progetto cantierabile in tempi brevi, risolverebbe i problemi”.



La mozione proponeva, quindi, di candidare il progetto della metrotranvia, “che è in linea con Next generation Eu”, ai finanziamenti europei legati al Pnrr, “affiancandolo al progetto di valorizzazione e trasformazione della linea Modena-Sassuolo”.

Il Consigliere M5S Andrea Giordani ha aggiunto che la metrotranvia “farebbe il bene futuro della città: Modena si sta espandendo e un’evoluzione del trasporto pubblico sarebbe adeguata ai flussi di persone che si muovono continuamente dal capoluogo ai territori vicini, sia in ingresso sia in uscita”.

Il gruppo Lega Modena ha sostenuto la proposta, “costruttiva per la città”, come ha affermato Alberto Bosi: “Forte di un progetto già pronto, la metrotranvia risolverebbe il problema del traffico e dello smog”. Inoltre, la metrotranvia, ha aggiunto Giovanni Bertoldi, sarebbe “l’unica soluzione per avvicinare i cittadini al trasporto pubblico, realizzabile rapidamente e con costi accettabili”.

'Ancora una volta la maggioranza in consiglio comunale boccia una proposta costruttiva delle opposizioni per la città ma lo fa spaccandosi. PD da una parte, Sinistra per Modena e i Verdi dall’altra' - affermano i consiglieri comunali leghisti.

“Si tratta di un intervento fondamentale per Modena” ha rimarcato il capogruppo Alberto Bosi “con un piano di realizzazione di due linee metropolitane di superficie già ben delineato e cantierabile in tempi brevi. Inutile dire che un provvedimento come questo non solo consentirebbe un forte sviluppo del trasporto pubblico locale - consentendo di collegare diversi punti chiave della città con frequenze adeguate, velocità notevole e fermate ravvicinate - ma che risolverebbe in misura sostanziale e decisiva i problemi di mobilità cittadina e d’inquinamento, con conseguenti ricadute positive sull’ambiente e sulla salute dei modenesi”.
“Modena da questo punto di vista partirebbe sicuramente in vantaggio rispetto ad altre città che potrebbero farne richiesta, dal momento che il programma di lavoro è praticamente già pronto. Peraltro, oltre ai contributi europei si potrebbero richiedere risorse statali come hanno fatto Modena e Reggio, dove le linee metrotranviarie sono in corso di costruzione” ha fatto notare il capogruppo leghista

Elisa Rossini (Fratelli d’Italia - Popolo della famiglia) ha ricordato che nel 2005 il Consiglio comunale aveva approvato, col voto della maggioranza, il progetto per la metrotranvia che “era rimasto nel cassetto perché i costi erano molto alti. Oggi però si potrebbero ottenere finanziamenti europei”.

Vincenzo Walter Stella (Sinistra per Modena), mantenendo il Pums come piano di riferimento per il trasporto pubblico, ha proposto l’adozione di autobus a transito rapido: “Bus elettrici ed ecologici che si muoverebbero sulla rete già esistente con impatto ambientale nullo. Inoltre, a parità di costi con la metrotranvia, si potrebbero realizzare 4 o 5 linee invece di due”.

Anche Diego Lenzini, per il Pd, ha rilevato la necessità di “dare impulso al trasporto pubblico, restando nella cornice del Pums e coinvolgendo Amo”, affermando che un progetto del 2003 difficilmente si può adattare a una città che oggi ha una “visione differente su crescita, urbanizzazione e rigenerazione”.

Marco Forghieri ha suggerito di attendere la conclusione del percorso di valutazione iniziato con il Pums”, considerando anche che “in conseguenza all’emergenza Covid stanno emergendo nuove tendenze nella modalità e, soprattutto, nella quantità degli spostamenti”.

Katia Parisi (Modena civica) ha motivato il voto contrario all’ordine del giorno perché “in questo momento non siamo nelle condizioni di valutare un’operazione così complessa e con ricadute così significative”.

Paola Aime (Verdi) ha fatto presente che è necessario anche avere “una visione complessiva sul trasporto pubblico”, come quella che scaturirà dagli studi in corso che dovrà avere come temi centrali “il Piano del trasporto pubblico, con focus sulla linea ferroviaria Modena-Sassuolo, e l’ipotesi di assetto urbanistico dell’hub intermodale di piazza Dante, che si estenderà fino all’area scalo merci”.

Ricordiamo che la giunta comunale, nell'elenco delle opere legate alla mobilità da finanziare con recovery fund, ha inserito la diagonale della Madonnina, e la riqualificazione viaria della 'stazione piccola', con un nodo intermodale e con il potenziamento del trasporto su elettrico su gomma

Redazione Pressa
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La Pressa è un quotidiano on-line indipendente fondato da Cinzia Franchini, Gianni Galeotti e Giuseppe Leonelli. Propone approfondimenti, inchieste e commenti sulla situazione politica, ..   Continua >>


 
 
 
 

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