'Ci fa piacere che Giancarlo Muzzarelli, ex sindaco di Modena e oggi presidente della Commissione Sanitaria Regionale, si accorga finalmente delle priorità da affrontare nella gestione dei minori stranieri non accompagnati. Legalità, inclusione e avviamento al lavoro sono obiettivi fondamentali: lo diciamo da anni come Forza Italia. Ma stupisce che a dirlo oggi sia proprio chi, in dieci anni da sindaco di Modena, non abbia mai tradotto in azione concreta queste parole'. Così interviene il capogruppo di Forza Italia in Consiglio comunale, Piergiulio Giacobazzi, rispondendo alle recenti dichiarazioni dell’ex sindaco Muzzarelli. 'Le proposte oggi avanzate coincidono perfettamente con ciò che avrebbe dovuto realizzare un sindaco alla guida del Comune, negli anni in cui l’emergenza relativa ai minori stranieri non accompagnati esplodeva. Il fatto che oggi ne parli per la prima volta in questi termini, è assolutamente positivo, ma anche un po’ tardivo'.
'Forza Italia ha sempre sostenuto un approccio rigoroso ma umano, fondato sulla legalità e sull’inclusione responsabile. Ma per fare vera inclusione servono basi concrete: prima di tutto una verifica puntuale sulla reale condizione familiare di questi ragazzi. È sempre più evidente che molti di loro una famiglia ce l’hanno e che vengano classificati come non accompagnati in modo improprio.
Così come è improprio il rischio di continuare avere falsi minori, ovvero adulti non dichiarati. Serve quindi un cambio di passo vero. Da un lato occorre lavorare seriamente sulla ricostruzione dei legami familiari e sul rimpatrio assistito nei casi in cui sia possibile, all’altro è necessario evitare che il sistema dell’accoglienza si trasformi in un canale di ingresso indiscriminato, col rischio di alimentare disfunzioni e abusi. Se davvero vogliamo aiutare chi ha bisogno, partiamo dal rispetto delle regole'.
Parole alle quali fanno eco quelle di Antonio Platis, vicecoordinatore regionale del partito. 'È necessaria un’operazione verità. Da inizio 2024 il numero di MSNA arrivati a Modena è stabile, anzi in calo, perché il numero di sbarchi è crollato e la Regione ha spinto perché ci fosse uno smistamento diverso. Dopo che per anni Bologna e Modena hanno fatto la parte del leone nell’accoglienza, serviva una ricollocazione più diffusa anche negli altri capoluoghi e così è stato. Quindi l’affermazione dell’assessore Camporota in merito alla maggior violenza degli ultimi minori ospiti – mi spiace – è del tutto priva di fondamento, a meno che da Modena non si voglia smentire l’assessore regionale Conti.
Aggiungo che i minori autori di gravi fatti di cronaca, come l’ultimo di Magreta, sono stati commessi da ragazzini arrivati sul nostro territorio provinciale quando la stessa Camporota era Prefetto di Modena'.
'L’ipocrisia del sindaco Mezzetti e del suo assessore alla sicurezza sul tema integrazione e baby gang hanno raggiunto livelli mai visti prima - aggiunge Platis -. Bisogna avere il coraggio di affrontare i problemi partendo dai modelli di integrazione messi in campo per i MSNA. Da un lato quello usato per l’emergenza ucraina dove si è privilegiato l’affido in famiglia e ha permesso a gran parte di questi ragazzi di lavorare e affermarsi socialmente in Italia, dall’altro quello dei maxi-centri utilizzati per ospitare i minori delle altre nazionalità. Nessuno dei 556 ragazzini ucraini ha procedimenti penali, mentre tra gli altri un’ottantina, pari al 10%, ha grossi problemi con la giustizia. Negli anni, anche nella città di Modena, si è scelto di continuare gli affidi in deroga alle cooperative che non accettavano i nuovi prezziari e la norma regionale di accreditamento di questi centri nulla dice sulla formazione e sull’inserimento lavorativo e ben poco in merito ai controlli. Le verifiche – ricordo ancora una volta – sono in capo ai Comuni, all’Ausl e alla Regione.
Inoltre, come nel caso della Fondazione San Filippo Neri il cui CDA è di nomina della Provincia di Modena, alcuni centri sono gestiti da enti pubblici e, nonostante questo, hanno registrato gravi misfatti come, ad esempio, la morte per accoltellamento di un sedicente che in piena notte era al Novi Sad. I dati parlano chiaro, questo modello di integrazione permette alla criminalità e agli spacciatori di arruolare tanti minori per perpetrare illeciti. Bisogna avere il coraggio – incalza Platis – di ripartire da ciò che la legge impone a questi centri, ovvero offrire un progetto di vita a questi ragazzi. Solo così si strappano ai mercanti di morte, solo così si offre loro un’opportunità'.