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Stavolta tocca a Cambiamo e alla Fondazione scuola materna don Milani. Ricomincia in piazza Grande il teatrino della proposta di autocandidature per le nomine di competenza del sindaco. In questo caso i due incarichi sono gratuiti (fino a ieri vertici di Cambiamo c'era il direttore generale del Comune Pino Dieci ma la nuova legge nazionale vieta ai dipendenti comunali di avere incarichi nelle partecipate), eppure il concetto non cambia.
Ricordiamo che la maggioranza Pd a settembre 2015 approvò una delibera che impone un percorso aperto (ma non vincolante) per la scelta delle nomine di competenza del primo cittadino negli organismi partecipati: in base a quella delibera si possono presentare autocandidature e ogni candidato deve essere audito nella Commissione consiliare ad hoc (con costi sulla collettività poichè i membri della Commissione vengono pagati).
Bene, da allora però - nonostante le buone intenzioni - le audizioni hanno dimostrato di essere solo un costoso teatrino.
La nomina nella partecipata è di competenza del sindaco e infatti mai sinora si sono tenute in considerazione le autocandidature. Non lo si è fatto per il cda della Fondazione Cassa di Risparmio (si presentarono 61 candidati per 4 posti e alla fine Muzzarelli scelse chi aveva già in mente di scegliere: Cavicchioli, Pieri, Rando e Trevisi), non lo si è fatto per Amo (quando alle audizioni si presentarono Lorenzo Carapellese e Ennio Cottafavi, ma venne scelto Andrea Burzacchini che nemmeno aveva mandato il curriculum) e non lo si è fatto recentemente per il cda di Hera con Giovanni Basile confermato come previsto alla faccia delle speranze di Luca Lombroso.
Ma solo per fare tre esempi.
Funziona così sempre e funzionerà così anche nel caso di Cambiamo e Don Milani (per la cronaca si possono presentare le candidature fino alle 13 di lunedì 22 maggio).
E a completare il teatrino il solito invito del M5S a mandare curriculum al Movimento stesso che poi faciliterà il percorso di presentazione delle domande attraverso i consiglieri grillini.
Eppure tutto è già scritto e tutto è già deciso (almeno per gli incarichi remunerati): il Pd e la maggioranza con quella delibera del 2015 volle fare il bel gesto di fatto non mantenendo le promesse.
Tanto che ora anche la consigliere Pd ed ex assessore Simona Arletti, auspica un passo indietro: le nomine di competenza del sindaco le faccia il sindaco... Dice apertamente la Arletti.
E in fondo sarebbe anche meglio: se uno deve comandare comandi, senza scimiottare una democrazia farlocca.
Giuseppe Leonelli