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E stavolta i Comitati sfileranno nella zona nord della città, dal retro della stazione al martoriato viale Gramsci e poi all’area verde del previsto insediamento GLS. Non sono contrari alla nuova costruzione ma solo a farla sorgere proprio sull’ultimo lembo di verde rimasto in zona.
Non tema il vicepresidente di Confindustria, Valter Caiumi che ha tuonato contro chi ha criticato quell’insediamento: “Non bisogna fermare il progresso”. A lui rispondiamo “...ben venga il progresso ma spostiamolo di 100 metri”. Bisogna spostarlo per non compromettere la già degradata zona di viale Gramsci.
L’area dove dovrebbe sorgere l’insediamento logistico GLS, infatti, è uno dei pochi terreni verdi esistenti in zona Gramsci mentre, al confine con quell’area, ci sono enormi spazi totalmente inutilizzati dove malinconicamente giacciono da anni capannoni abbandonati e fatiscenti, tutte aree facilmente accessibili dalla tangenziale.
Non è sostenibile che lo spostamento dell’insediamento della GLS pochi metri più in là possa ‘fermare il progresso’.
In realtà scegliere l’area sbagliata non è un errore dell’impresa ma della Giunta comunale che avrebbe il compito di indicare dove fare sorgere i nuovi insediamenti, un compito specifico dell’urbanistica. E quando il Comune abdica ai suoi compiti, quando in una zona martoriata come quella di viale Gramsci si sbaglia ancora ecco che la popolazione insorge e chi non ne può più di vivere in un ambiente degradato protesta anche fragorosamente.
Per questo appoggiamo la marcia di domenica 5 novembre di tanti cittadini indignati.
Chiediamo al sindaco Muzzarelli di ascoltarli e spostare l’insediamento GLS di soli pochi metri, sui terreni già compromessi ed abbandonati di via del Mercato proprio di fianco all’area verde che si distruggerebbe. È possibile farlo mantenendo la funzionalità del nuovo insediamento.
Nell'immagine, circondata in rosso, l'area verde dove dovrebbe essere costruito il nuovo impianto logistico della GLS e, in giallo, l'area dell'ex mercato bestiame, urbanizzata ma abbandonata al degrado da più di dieci anni e l'area dell'ex Pro-Latte, abbandonata da 15 anni ed oggi trasformata in una discarica abusiva a cielo aperto da 14.000 metri quadrati.