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Ombre sul cantiere di via Divisione Acqui voluto dall'amministrazione

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Si sono ufficialmente aperte le schermaglie legali tra la cooperativa e il consorzio reggiano C.S.A. a cui era stata affidata l'esecuzione delle opere


Ombre sul cantiere di via Divisione Acqui voluto dall'amministrazione
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«Ok allo schema di convenzione urbanistica per […] la realizzazione di un edificio residenziale secondo i principi di cohousing, che verrà attuato dalla Cooperativa edificatrice Modena Casa in un’area su via Divisione Acqui: è quanto deciso dal Consiglio comunale nella seduta di giovedì 3 dicembre (2015, ndr) approvando la delibera illustrata dall’assessora all’Urbanistica Anna Maria Vandelli con il voto a favore di Pd, Sel, Futuro a sinistra, Per me Modena, M5s e CambiaModena, contrario di FI e con l’astensione di Area popolare. La delibera, in linea con quanto prevede lo Sblocca Italia, di fatto riconosce un permesso di costruire convenzionato per l’intervento di trasformazione urbanistico-edilizia dell’area, relativamente alle opere di urbanizzazione che verranno realizzate dal soggetto attuatore del comparto [...] su aree di proprietà comunale e che saranno successivamente cedute all’Amministrazione».

Così recitava il comunicato stampa del Comune di Modena, che dava conto del definitivo via libera al progetto di cohousing in via Divisione Acqui. Un progetto innovativo, istruito dalla Giunta Pighi ed il cui iter formale è stato finalizzato da quella guidata da Giancarlo Muzzarelli, con cui avrebbe dovuto sorgere un comparto residenziale connotato dalla presenza di una serie di spazi utili a “vivere in comune”: un deposito biciclette usato anche come officina in cui imparare a fare piccole riparazioni; un locale aperto alla città destinato ad ospitare le attività di un Gruppo di acquisto solidale (Gas); una “sala condominiale della meditazione”, per la lettura e lo scambio di libri; una camera per gli ospiti utilizzabile a rotazione dai residenti per accogliere persone esterne o una collaboratrice condominiale; aree cortilive usate per aree gioco per i bambini.




«Per la città è importante l’avvio di questo progetto fondato su un nuovo modello abitativo: il social housing è il vivere in comune e dare risposte in comune», affermò 27 mesi fa l'assessora all'urbanistica Anna Maria Vandelli.

Quel progetto, molto probabilmente, non verrà realizzato, almeno con le sue originarie caratteristiche e soprattutto nel rispetto del cronoprogramma concordato con il servizio urbanistica del Comune di Modena, guidato dall'architetto Maria Sergio, approdata, come noto, a Modena all'inizio della consiliatura. Il cantiere in via Divisione Acqui, da tempo, è infatti in stato di abbandono, e le abitazioni, che avrebbero dovuto essere definitivamente consegnate nelle settimane scorse dopo un ritardo di alcuni mesi sul cronoprogramma originario, sono incomplete.



Da mesi i cancelli dell'area non vengono più varcati dai lavoratori del consorzio edile reggiano R.M.T, a cui erano stati subappaltati i lavori di esecuzione delle opere, aggiudicati al Consorzio Servizi e Appalti (C.S.A.) di Reggio Emilia da parte della Cooperativa Modena Casa. Nonostante la ventina di famiglie coinvolte nel progetto abbia tentato a più riprese, con incontri ad hoc in cooperativa oltre che con l'assessore Vandelli e il sindaco Muzzarelli, di conoscere le vere ragioni del prolungato stand by, il quadro rimane nebuloso. Ci sono, al momento solo due punti fermi: la mancanza di risorse economiche necessarie a terminare i lavori, nonostante risultino messi sul piatto, tra acconti versati dai 20 aspiranti inquilini del condominio di cohousing e mutui ottenuti dalle banche, circa 4 milioni di euro; la singolare vendita di spazi pubblici, destinati al Comune ed a funzioni appunto di interesse generale, ad alcuni privati.

Ciò che poi appare lampante, è che nella filiera dei controlli sulla realizzazione delle abitazioni qualcosa non abbia funzionato come avrebbe dovuto. Il che spiega come lo stop del cantiere sia stato un fulmine a ciel sereno non solo per le 20 famiglie, ma anche per l'amministrazione Comunale. Alla quale, però, la convenzione siglata con la Cooperativa Modena Casa attribuiva un compito preciso: «durante l'esecuzione dei suddetti lavori [...] il Comune eserciterà ogni tipo di controllo necessario o ritenuto opportuno al fine di garantire la corretta esecuzione delle opere», si legge all'articolo 3, comma 6 della convenzione stessa.

Solo il tempo e sempre più probabili contenziosi giudiziari faranno forse luce sulle responsabilità del blocco dei lavori. Che avviene a cascata di una serie di fatti, accaduti negli ultimi due anni, e che hanno coinvolto alcuni attori della vicenda.

Il due marzo dello scorso anno un incendio devasta tre auto e un motorino, posteggiati sotto una tettoia, in via Matilde di Canossa, quartiere Buon Pastore. L'incendio divampa alle 3.30 di notte ed impone un intenso lavoro dei vigili del fuoco. Come non è mai stato riportato, gli automezzi incendiati appartengono alla famiglia di Davide Casari, allora presidente della coop impegnata nel cantiere di via Divisione Acqui. Lo stesso Casari, all'assemblea di bilancio e di rinnovo delle cariche del 2017 viene sostituito, ma la notizia viene comunicata via mail dall'ormai ex presidente alle famiglie coinvolte nel progetto di cohousing solo a gennaio di quest'anno.

Ufficialmente Davide Casari si dimette per motivi di salute e chi ci ha detto di averlo incontrato nelle settimane successive all'incendio, conferma che “Casari appariva molto provato e scosso, quasi incapace di parlare”.

Nella notte del 2 gennaio del 2016, a Corte Tegge, frazione del comune di Cavriago, in provincia di Reggio Emila, scoppia un altro incendio sospetto. In questo caso, il bersaglio del rogo, certamente doloso, è la sede di un'impresa, quella del consorzio edile R.M.T., realtà presieduta dal 46enne d’origine crotonese Mario Raimondo, che raggruppa 14 soci e dà lavoro ad una trentina di addetti. E che, soprattutto, è impegnata nella costruzione delle abitazioni di via Divisione Acqui.

Eventuali approfondimenti da parte degli inquirenti diranno se i fatti citati sono in qualche modo legati tra di loro. Nel frattempo, il Comune di Modena da un lato, ha presentato, negli scorsi giorni, un esposto alla Procura della Repubblica per denunciare presunte irregolarità. Dall'altro sta studiando una ipotesi di variante al progetto originario, che consenta alla Cooperativa Modena Casa di mettere sul mercato una serie di locali, proprio quelli su cui si imperniava il progetto di cohousing, e di raccogliere così il denaro sufficiente a completare il cantiere. Prospettiva, questa, comunque assai incerta, visto che negli scorsi giorni si sono ufficialmente aperte le schermaglie legali tra la cooperativa e il consorzio reggiano C.S.A. a cui era stata, come detto, affidata l'esecuzione delle opere.

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Dietro allo pseudonimo 'Eli Gold' un noto personaggio modenese che racconterà una Modena senza filtri. La responsabilità di quanto pubblicato da 'Eli' ricade solo sul dirett..   Continua >>



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