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E' scontro a Modena sugli atti presentati in Comune da Elisa Rossini, consigliera comunale Fratelli d'Italia, a proposito della vicenda giudiziaria di Reggio Emilia sull'affidamento dei minori in val d'Enza. Da un lato un'interrogazione che chiede i numeri dei bimbi assegnati a coppie omosessuali, dall'altro una mozione che invita l'amministrazione ad uscire dalla rete nazionale delle pubbliche amministrazioni contro le discriminazioni per orientamento sessuale e identita' di genere (Ready). All'attacco contro i due documenti l'Arcigay modenese 'Matthew Shepard' e dall'associazione degli studenti universitari 'Moregay' che si dicono 'sconcertate non tanto per l'esito di tali atti quanto per le loro implicazioni per tutta la comunità'. Le associazioni lgbti ricordano in premessa che 'sin dall'ingresso nella rete l'amministrazione di Modena ha visto lo svolgersi di numerose iniziative ed attività, sostenute dalla rete stessa e senza dubbio apprezzate dalla comunità, che ha partecipato numerosa dimostrando solidarietà, affetto e coinvolgimento per le tematiche trattate'.
Iniziative, 'culminate, ma non concluse, con il Modena Pride (nella foto) e le sue oltre 20.000 voci', manifestazione 'ben lontana dal concetto di ideologia'.
Quello che 'è invece dichiaratamente ideologico, nel senso peggiore del termine, è il bieco e discutibile utilizzo di una vicenda giudiziaria complessa e dai risvolti potenzialmente agghiaccianti, come quella denominata 'Angeli e demoni', per colpire le associazioni lgbti, il loro lavoro e impegno e tutte le persone omosessuali, trans, bisessuali e non conformi della provincia di Modena', continuano Arcigay e studenti. Infatti 'come per la discussione sulla legge sulle Unioni civili nel 2016, come nel percorso della legge regionale contro l'omo-bi-trans-negatività, come in ogni occasione possibile l'avvocata Rossini e i membri di questa perversa ideologia si schermano dietro alla tutela dei bambini per portare avanti discriminazione, odio, intolleranza e falsi stereotipi su chi non rientra nel loro ristretto concetto di 'giusto''. In questo caso 'cercando di spostare l'attenzione, sia mediatica e dell'opinione pubblica che delle istituzioni, dalla corretta risoluzione delle vicende giudiziarie all'ipotetico coinvolgimento delle associazioni che si occupano di diritti civili, preferendo attaccare cio' che non approvano o capiscono piuttosto che tutelare i minori'.
Redazione Pressa
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