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L'ultimo corteo a difesa dell'apertura del punto di nascite di Pavullo è voluto andare ben oltre alla critica rispetto alla chiusura prevista di un singolo reparto, con tutte le funzioni connesse, ritenute fondamentali per tante mamme , soprattutto dell'alto Frignano che non vogliono rassegnarsi ad essere obbligate di essere trasferite a due ore di distanza di strada da casa per partorire, anche se di parto naturale.
Perché se questa chiusura (che molti ritengono irrevocabile nonostante la richiesta di deroga avanzata dalla Regione al Ministero) viene contestualizzata nella trama che ha interessato negli ultimi anni il locale ospedale, così come negli anni precedenti ha interessato gli ospedali di Castelfranco Emilia o Finale Emilia, oggi trasformati in Case della salute ed in ambulatori specialistici, allora la prospettiva cambia.
Una prospettiva che si fonda su ciò che è stato (o meglio non è stato), e che ieri sera, nel corso delle dichiarazioni degli esponenti dei comitati, al termine di quel corteo che ha unito più di 400 persone per non spegnere l'attenzione su quanto succederà con la chiusura del punto nascite, è riemersa in tutta la sua chiarezza.
Una prospettiva che riporta a quei timori e a quei dubbi che nel 2011 i comitati di Pavullo espressero al sindaco Canovi e che lo stesso ex Sindaco PD e il Presidente della Provincia, nonché della Conferenza provinciale Sanitaria, Emilio Sabattini, disse di avere fugato dopo avere parlato con gli stessi comitati.
Era il periodo dell'approvazione del Pal (Piano Attuativo Locale, strumento con il quale si ridisegna e si riorganizza la sanità a livello provinciale), quando il sindaco Canovi sposò a pieno (tanto da sancire la propria posizione favorevole in un comunicato stampa congiunto con Sabattini), l'indirizzo e la volontà politica che sanciva il passaggio dell'ospedale di Pavullo ad 'ospedale di prossimità'.
Perché le cose e le scelte hanno una paternità e hanno nomi e cognomi che servono a dare oltre alle responsabilità, un senso e una visione più ampia su ciò di cui si parla.
Di Gaetano Vandelli, referente del comitato Pavullo '95, la volontà di inquadrare la battaglia per la sopravvivenza del punto nascite all'interno di un processo di 'graduale impoverimento dell'ospedale', continuato, da quell'ormai lontano 2011, dalla chiusura del reparto di geriatria, pochi mesi dopo le rassicurazioni dell'allora sindaco Canovi e del Presidente della Provincia Sabattini.
Di seguito l'intervento di Gaetano Vandelli, esponente del Comitato Pavullo '95 al termine del corteo che ha riunito più di 400 persone davanti all'ospedale di Pavullo.
Ci scusiamo per la cattiva qualità delle immagini dovuta alla scarsa illuminazione.